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I ghetti nazisti (Jüdischer Wohnbezirk o Wohngebiet der Juden) servirono durante l'Olocausto come prima tappa nel processo di segregazione, sfruttamento e poi di sterminio della popolazione ebraica europea. I più grandi furono quelli di Varsavia, Łódź, Częstochowa, Białystok e Lublino in Polonia, Leopoli e Odessa in Ucraina, Minsk in Bielorussia, Vilnius in Lituania, Riga in Lettonia, Budapest in Ungheria, e la città-ghetto di Theresienstadt in Boemia. La concentrazione forzata degli ebrei in quartieri urbani a loro designati (chiusi da recinti spinati o da muri) favoriva non solo il loro controllo e sfruttamento (con la confisca dei beni e delle proprietà e la loro riduzione in condizioni di schiavitù) ma anche l'obiettivo del loro progressivo sterminio. Solo la fame e le malattie causarono oltre 800.000 vittime nei ghetti. Gli "abili" erano quindi selezionati per il lavoro coatto, all'interno dei ghetti maggiori o più spesso trasferiti in appositi campi di concentramento. Gli "inabili" (vecchi, donne e bambini) venivano quindi progressivamente eliminati in luoghi isolati lontano dal ghetto attraverso fucilazioni di massa, o per gassazione nei campi di sterminio.
La Bielorussia o Russia Bianca (in bielorusso: Белару́сь?, traslitterato: Bielarúś), ufficialmente Repubblica di Bielorussia, è uno Stato che si trova nell'Europa orientale. Confina a ovest con Polonia e Lituania, a est con la Russia, a sud con l'Ucraina e a nord con la Lettonia; è uno Stato senza sbocco al mare con corsi d'acqua navigabili. La Bielorussia è una repubblica presidenziale, l'attuale presidente è Aljaksandr Lukašėnka, che governa il paese dal 1994. Le lingue ufficiali sono il bielorusso e il russo dal 1995. È l'unico Paese in Europa nel quale è ancora in vigore la pena di morte.
I bambini di Auschwitz sono stati i circa 230.000 bambini e adolescenti (in maggioranza ebrei, ma anche rom, polacchi e slavi) che tra il 1940 e il 1944 furono prigionieri al campo di concentramento di Auschwitz (e nei suoi sottocampi). Quasi tutti perirono nelle camere a gas o di stenti e malattia. Al momento della liberazione del campo il 25 gennaio 1945 vi si contarono solo circa 700 bambini e adolescenti, di cui circa 200 erano i superstiti dei bambini selezionati da Josef Mengele per i suoi esperimenti medici. Anche aggiungendovi le centinaia di minori (soprattutto adolescenti) che sopravvissero al trasferimento in altri campi come forza lavoro o alle marce della morte con le quali nelle ultime settimane si cercarono di evacuare i prigionieri rimasti nel campo, il totale dei bambini e adolescenti sopravvissuti ad Auschwitz non rappresenta che un'infima frazione dei deportati.
I bambini dell'Olocausto hanno rappresentato il segmento più vulnerabile tra i gruppi che furono colpiti dalle politiche naziste di discriminazione, persecuzione razziale e genocidio, con un altissimo numero di vittime. La stragrande maggioranza di loro (tra un milione e un milione e mezzo) furono ebrei e a loro ci si riferisce specificamente e più propriamente come bambini della Shoah. Tra le vittime dell'Olocausto si annoverano anche numerosissimi bambini non ebrei (tra il 40% e il 50% dei 200.-250.000 "zingari" uccisi nell'Olocausto, oltre a svariate migliaia di polacchi, russi, serbi, disabili, figli di oppositori politici, vittime di rappresaglie, ecc.). I bambini che furono oggetto di persecuzione e sopravvissero all'Olocausto, nei ghetti e nei campi di concentramento o nella clandestinità o attraverso la fuga e l'emigrazione forzata, passarono tutti attraverso esperienze molto dure di privazioni personali e di separazione o perdita delle loro famiglie. Nel dopoguerra molti di essi hanno svolto un ruolo importante di testimoni nei processi e di fronte all'opinione pubblica.