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Franz Joseph Haydn (Rohrau, 31 marzo 1732 – Vienna, 31 maggio 1809) è stato un compositore austriaco. Uno dei maggiori esponenti del classicismo viennese, è considerato il "padre" della sinfonia e del quartetto d'archi. Trascorse la maggior parte della sua lunga carriera in Austria, come maestro di cappella presso la famiglia Esterházy. A lui sono dedicate le prime tre sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven.
Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791) è stato un compositore e musicista austriaco. Annoverato tra i massimi geni della storia della musica, dotato di raro e precoce talento, iniziò a comporre all'età di cinque anni e morì all'età di trentacinque, lasciando pagine che influenzarono profondamente tutti i principali generi musicali della sua epoca, tra cui musica sinfonica, sacra, da camera e opere di vario genere, tanto da essere definito dal Grove Dictionary come "il compositore più universale nella storia della musica occidentale".Fu inoltre il primo, fra i musicisti più importanti, a svincolarsi dalla servitù feudale e a intraprendere una carriera come libero professionista. Incluso nei massimi esponenti del classicismo musicale settecentesco, insieme a Franz Joseph Haydn e Ludwig van Beethoven costituisce la triade alla quale, nella letteratura musicologica, alcuni autori fanno riferimento come prima scuola di Vienna.
Composizioni di Franz Joseph Haydn (1732-1809), ordinate per genere.
Ludwig van Beethoven ([beˈtɔven] o [beˈtoven]; in tedesco [ˈluːtvɪç fan ˈbeːthoːfn̩]; Bonn, 16 dicembre 1770 – Vienna, 26 marzo 1827) è stato un compositore, pianista e direttore d'orchestra tedesco. Figura cruciale della musica colta occidentale, fu l'ultimo rappresentante di rilievo del classicismo viennese ed è considerato uno dei più grandi e influenti compositori di tutti i tempi. Annoverato tra i massimi geni della storia della musica, nonostante la sordità (ipoacusia) che lo colpì prima ancora di aver compiuto i trent'anni, egli continuò a comporre, dirigere e suonare, lasciando una produzione musicale fondamentale, straordinaria per forza espressiva e per la capacità di evocare emozioni.La sua influenza fu di vitale importanza per il linguaggio musicale del XIX secolo e per quelli successivi, tanto da rappresentare un modello per molti compositori. Il mito del Beethoven "artista eroico", capace di trasmettere attraverso la sua opera ogni sua emozione, esperienza personale o sentimento, crebbe moltissimo nel periodo Romantico; tuttavia, pur anticipando molti aspetti del futuro Romanticismo, la sua adesione alle regole dell'armonia nelle modulazioni, il rigetto dei cromatismi nelle melodie, la cura dell'equilibrio formale dei brani lo collocano nel solco della tradizione del classicismo.Nel catalogo delle composizioni beethoveniane hanno grande rilievo la sua produzione orchestrale, quella pianistica e quella cameristica. Capolavori dei rispettivi generi rimangono anche sue composizioni sacre, come la Missa Solemnis, e teatrali, come Fidelio.
Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce o Le sette ultime parole di Cristo sulla croce (in tedesco Die sieben letzten Worte unseres Erlösers am Kreuze; in latino Septem verba Christi in cruce) è una composizione di Joseph Haydn. Commissionata nel 1786 e scritta originariamente nel 1787 per orchestra (Hob:XX:1) con il titolo Musica instrumentale sopra le 7 ultime parole del nostro Redentore in croce ovvero Sette Sonate con una introduzione ed alla fine un Terremoto, riscritta sempre nel 1787 per quartetto d'archi (Hob:XX:2; op. 51), ha conosciuto anche una riduzione per tastiera operata dall'editore di Haydn ancora nel 1787, con l'approvazione del compositore (Hob:XX:3). Fu rimaneggiata da Haydn in forma di oratorio per soli, coro e orchestra nel 1796 (Hob:XX:4). Nel 2000 viene eseguita al Ravenna Festival diretta da Riccardo Muti con i Wiener Philharmoniker nella Basilica di Sant'Apollinare in Classe.
Il Quartetto per archi n. 16 in Fa maggiore op. 135 fu composto da Ludwig van Beethoven nel 1826 e costituisce il suo ultimo importante lavoro. Dopo questo, solo l'ultimo movimento del Quartetto op. 130, scritto per sostituire la Grande fuga, fu creato dal compositore prima della sua morte. La prima esecuzione fu data dallo Schuppanzigh Quartet nel marzo 1828. Per il terzo movimento Beethoven ha scelto la tecnica della variazione; questa scelta fu adottata dal compositore anche nel secondo movimento del Quartetto op. 127. Il primo tema di questo tempo è stato ripreso da Gustav Mahler per l'incipit dell'ultimo movimento della sua Terza Sinfonia. Sotto i lenti accordi introduttivi dell'ultimo movimento Beethoven arrecò nel manoscritto la dicitura "Muß es sein?" (Deve essere?), a cui risponde col più rapido e allegro tema principale del movimento, "Es muß sein!" (Deve essere!). Il quartetto si conclude bruscamente con un pizzicato simile ad una canzoncina per bambini, quasi a ricondurre il senso di tutta la musica ad una primigenia, infantile semplicità. L'intestazione dell'intero movimento è "Der schwer gefaßte Entschluß" (La decisione difficile). Il quartetto è composto da quattro movimenti: Allegretto Vivace Lento assai, cantante e tranquillo «Der schwer gefaßte Entschluß»: Grave—Allegro—Grave ma non troppo tratto—AllegroIl quartetto è citato nel romanzo L'insostenibile leggerezza dell'essere di Milan Kundera ai capitoli 15, 16 e 17.