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Sarabanda è stato un programma televisivo inizialmente proposto come un varietà e successivamente come un gioco musicale a premi, condotto da Enrico Papi e trasmesso su Italia 1 nella fascia oraria dell'access prime time dall'8 settembre 1997 al 20 febbraio 2004. Dopo la prima chiusura è stato ripreso dal 14 marzo al 10 aprile 2005 con la messa in onda di Super Sarabanda, un torneo tra i campioni più rappresentativi della trasmissione. Il programma è stato riproposto dall'8 giugno al 30 agosto 2009 su Canale 5 nella fascia preserale, presentato da Teo Mammucari con Belén Rodríguez. La trasmissione è tornata in onda per una terza volta con tre puntate speciali in prima serata su Italia 1 dal 13 al 27 giugno 2017 con il ritorno alla conduzione di Enrico Papi. Il programma è stato prodotto da RTI-Mediaset, realizzato dalla Videotime su licenza della Sandy Frank Entertainment e distribuito dalla Einstein Multimedia dal 1997 al 2005. Nel 2005 la Duck On Line ha affiancato la Videotime nella realizzazione. Nel 2009 la produzione passò alla Endemol Italia, mentre nel 2017 vide una co-partecipazione tra RTI ed EndemolShine Italy con il format distribuito da Sky Vision. Prevalentemente in onda dal lunedì al sabato con sei puntate settimanali a partire da poco prima delle ore 20:00 fino alle 20:45 circa, le puntate venivano registrate nello Studio 1 del Centro Titanus Elios, a Settecamini (Roma) fino alla sesta edizione, mentre dalla settima si trasferirono nel Teatro 3 di Cinecittà a Roma, spostandosi poi nel Teatro 9 nel 2005. Nel 2009 il programma è tornato ad essere registrato presso gli Studi Elios. Nella prima versione del 1997 e nel 2017 il programma è stato trasmesso in diretta dallo Studio 1 del Centro Titanus Elios. Con 1727 puntate (di cui 50 speciali) oltre a 20 speciali in prima serata, risulta essere il quiz a tema musicale più duraturo della televisione italiana e uno tra i giochi a premi televisivi italiani più longevi in generale. Considerando anche la prima versione, il programma conta 1757 puntate totali.
Gabriella Greison (Milano, 12 marzo 1974) è una fisica, scrittrice, drammaturga e attrice teatrale italiana.
Albert Einstein (pronuncia italiana [ˈalbert ˈainstain]; tedesca [ˈalbɛɐ̯t ˈaɪnʃtaɪn]; inglese [ˈæɫbəɹt ˈaɪnˌstaɪn]; Ulma, 14 marzo 1879 – Princeton, 18 aprile 1955) è stato un fisico tedesco naturalizzato svizzero e statunitense. Generalmente considerato il più importante fisico del XX secolo, conosciuto al grande pubblico anche per la formula dell'equivalenza massa-energia, E = mc2, riconosciuta come l'"equazione più famosa al mondo", e per tutti i suoi lavori che ebbero una forte influenza anche sulla filosofia della scienza, nel 1921 ricevette il premio Nobel per la fisica «per i contributi alla fisica teorica, in particolare per la scoperta della legge dell'effetto fotoelettrico», un passo avanti cruciale per lo sviluppo della teoria dei quanti, sviluppando a partire dal 1905 la teoria della relatività, uno dei due pilastri della fisica moderna insieme alla meccanica quantistica. Eccetto che per un anno a Praga, Einstein visse in Svizzera tra il 1895 e il 1914, periodo durante il quale rinunciò alla cittadinanza tedesca (nel 1896). Poi, nel 1900, ricevette il diploma al Politecnico federale di Zurigo (Eidgenössische Technische Hochschule, ETH). Dopo essere stato apolide per più di cinque anni, assunse la cittadinanza svizzera nel 1901, che tenne per il resto della sua vita. Nel 1905, conseguì un PhD all'Università di Zurigo. Quello stesso anno, ricordato come annus mirabilis, all'età di 26 anni, pubblicò quattro articoli dal contenuto fortemente innovativo, che attirarono l'attenzione del mondo accademico. Dal 1912 al 1914, Einstein insegnò fisica teorica a Zurigo, prima di partire per Berlino, dove fu eletto all'Accademia Reale Prussiana delle Scienze. All'inizio della sua carriera credeva che la meccanica newtoniana non fosse più sufficiente a conciliare le leggi della meccanica classica con le leggi dell'elettromagnetismo e ciò lo portò a sviluppare la teoria della relatività ristretta mentre era all'istituto federale della proprietà intellettuale di Berna (1902–1909). Tuttavia successivamente si rese conto che il principio di relatività poteva essere esteso ai campi gravitazionali, quindi nel 1916 pubblicò un articolo sulla relatività generale con la sua teoria della gravitazione. Continuò a trattare problemi di meccanica statistica e teoria dei quanti, che lo portò a dare una spiegazione della teoria delle particelle e del moto browniano. Indagò anche le proprietà termiche della luce e gettò le basi per la teoria del fotone. Nel 1917, applicò la teoria della relatività generale per modellizzare la struttura dell'universo.Nel 1933, mentre Einstein stava visitando gli Stati Uniti, Adolf Hitler salì al potere. A causa delle sue origini ebraiche, Einstein non fece ritorno in Germania. Si stabilì negli Stati Uniti e diventò un cittadino statunitense nel 1940. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, inviò una lettera al presidente Roosevelt la quale avvisava del possibile sviluppo da parte della Germania di "bombe di un nuovo tipo estremamente potenti" e suggeriva agli Stati Uniti di cominciare delle simili ricerche. Ciò portò infine al progetto Manhattan. Einstein sostenne gli alleati, ma criticò l'idea di usare la fissione nucleare come arma. Firmò, con il filosofo britannico Bertrand Russell, il Manifesto Russell-Einstein, nel quale si evidenziava il pericolo delle armi nucleari. Fu affiliato con l'Institute for Advanced Study a Princeton, in New Jersey, fino alla sua morte nel 1955. Oltre a essere uno dei più celebri fisici della storia della scienza, che mutò in maniera radicale il paradigma di interpretazione del mondo fisico, fu attivo in diversi altri ambiti, dalla filosofia alla politica. Per il suo apporto alla cultura in generale è considerato uno dei più importanti studiosi e pensatori del XX secolo. Einstein pubblicò più di 300 articoli scientifici e più di 150 articoli non scientifici. I suoi traguardi intellettuali e la sua originalità hanno reso il termine "Einstein" sinonimo di "genio". Eugene Wigner scrisse di Einstein in confronto ai suoi contemporanei: