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La seconda rivoluzione industriale è il processo industriale che rappresentò la seconda fase di sviluppo industriale (dopo la prima rivoluzione industriale) e che viene cronologicamente riportato dagli storici al periodo compreso tra il Congresso di Parigi (1856) e quello di Berlino (1878), giungendo a pieno sviluppo nell'ultimo decennio del XIX secolo, sia pure in concomitanza con la grande depressione di fine Ottocento: in Europa, nel periodo tra il 1850 ed il 1914, si assistette ad una serie di cambiamenti importanti, che mutarono la vita del continente; le innovazioni non furono della stessa portata in tutti i paesi: più significative in alcuni, meno evidenti in altri; tuttavia, gli Europei avevano l'impressione di essere giunti ad una svolta. Nella seconda metà dell'Ottocento l'Europa occidentale infatti estese e consolidò la propria presenza nel mondo. Il suo prestigio si fondava sulla superiorità nel campo scientifico e tecnologico e sulla potenza industriale e capitalistica, rafforzato in seguito alla scoperta di nuove fonti di energia, come il petrolio e l'elettricità, all'utilizzo di nuovi sistemi di comunicazione e di trasporto, al dominio incontrastato del commercio mondiale. Intanto, le grandi potenze europee portavano a termine le conquiste coloniali, soprattutto in Africa, spinte dal desiderio di procurarsi nuovi mercati di vendita per i prodotti nazionali e di accaparrarsi materie prime e risorse energetiche a basso costo. A questo prodigioso sviluppo industriale, che si protrasse fino agli inizi nel Novecento e che interessò anche altri Paesi del mondo, come gli Stati Uniti d'America ed il Giappone, è stato dato il nome di seconda rivoluzione industriale.
Il secolo XIX rivoluziona la medicina: compare la asepsi, la medicina preventiva e la diagnostica per immagini, le quali permettono alla scienza medica un salto qualitativo nei risultati. Non a caso il secolo inizia con l'invenzione dello stetoscopio, da parte di René Laennec, primo rudimentale apparato tecnologico che comincia a contrastare l'imperante colpo d'occhio, (di galenica memoria): la medicina del secolo XIX contiene infatti ancora molti elementi di arte (ars medica), specialmente nel campo della chirurgia, tuttavia inizia ad intravedersi, grazie al continuo accumulo di conoscenze e tecniche, un modo di esercitarla più scientifico e pertanto più indipendente dall'abilità o dall'esperienza di chi la pratica. Questo secolo vedrà anche la nascita della Teoria dell'evoluzione, espressione antropologica del positivismo.
L'etologia, o biologia comportamentale, è la branca della biologia e della zoologia che studia il comportamento animale. Il termine "etologia" (dal greco ethos e logos, intesi come «carattere o costume» e «studio») indica infatti la moderna disciplina scientifica che studia l'espressione comportamentale degli animali (compreso l'uomo), seguendo gli stessi criteri con i quali viene condotta la ricerca in altri campi della biologia. Il termine racchiude nella maggior parte delle lingue europee l'originaria espressione tedesca vergleichende Verhaltensforschung («ricerca comparata sul comportamento»), utilizzata da Konrad Lorenz, considerato padre fondatore della disciplina.
Dal ritrovamento del primo fossile di dinosauro, nel 1822, vi è stato un continuo crescendo di interesse verso questi animali. Nell'immaginario popolare, si concretizzavano mostri, draghi e animali fantastici tramandati da secoli e il tutto non poteva non riverberarsi nella cultura e nei mezzi di comunicazione da allora fino ai giorni nostri. Mentre fra gli studiosi si accendevano accanite dispute in merito all'origine, alla fisiologia, alla collocazione temporale e all'estinzione dei dinosauri, protrattesi fino al giorno d'oggi, nelle popolazioni si diffondevano sempre di più iconografie e immagini fantastiche di questi animali e del loro habitat. In primo luogo attraverso la stampa, poi con la narrativa popolare incentrata sul tema del "mondo perduto" tra la fine dell'Ottocento e gli anni venti del Novecento, in seguito con il cinema; nel tempo anche cartoni animati, libri, televisione e Internet hanno contribuito ad ampliare ulteriormente il fenomeno. Di seguito sono elencate le maggiori opere dedicate ai dinosauri.