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Ravenna (/raˈvenna/, localmente e in Romagna anche /raˈvɛnna/; , Ravèna in romagnolo) è un comune italiano di 157 920 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Emilia-Romagna. È la città più grande e storicamente più importante della Romagna; il suo territorio comunale è il secondo in Italia per superficie (superato solo da quello di Roma) e comprende nove lidi della riviera romagnola. Nella sua storia, è stata capitale tre volte: dell'Impero romano d'Occidente (402-476), del Regno degli Ostrogoti (493-553) e dell'Esarcato bizantino (584-751). Per le vestigia di questo luminoso passato, il complesso dei primi monumenti cristiani di Ravenna è inserito, dal 1996, nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, come sito seriale "Monumenti paleocristiani di Ravenna". Nella seconda metà del XX secolo la città ha conosciuto un periodo di grande espansione. Alla crescita demografica si è affiancata una serie di progetti architettonici che si concentrano in particolare attorno al canale Candiano, che collega la città al mare Adriatico.
La basilica di San Vitale è uno dei più famosi ed importanti luoghi di culto cattolici di Ravenna, la cui costruzione iniziò nel 532 d.C. e terminò nel 547 d.C., esemplare capolavoro dell'arte paleocristiana e bizantina. Nell'ottobre del 1960, papa Giovanni XXIII la elevò alla dignità di basilica minore. La basilica è inserita, dal 1996, nella lista italiana patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, all'interno del sito seriale "Monumenti paleocristiani di Ravenna".
Ravenna fu una città della Repubblica e poi dell'Impero romano. La storia della Ravenna imperiale non può essere disgiunta da quella del Porto di Augusto, base della Classis Ravennatis. La città fu scelta come sede imperiale romana nel 402 da Onorio.
La provincia di Ravenna è una provincia italiana dell'Emilia-Romagna di 388 863 abitanti., confinante a nord con la provincia di Ferrara, a ovest con la provincia di Bologna, a sud con la Toscana (provincia di Firenze) e con la provincia di Forlì-Cesena, a est con il mare Adriatico.
L'Esarcato di Ravenna (latino: Exarchatus Ravennatis), anche noto come Esarcato d'Italia, è stato una circoscrizione amministrativa dell'Impero bizantino comprendente, tra il VI e l'VIII secolo, i territori sotto la giurisdizione dell'esarca d'Italia (exarchus Italiae) residente a Ravenna. Il termine viene impiegato in storiografia in un duplice senso: per esarcato in senso stretto si intende il territorio romagnolo sotto la giurisdizione diretta dell'esarca, incentrato sulla Pentapoli formata da Ravenna, Forlì, Forlimpopoli, Classe e Cesarea; il termine, tuttavia, viene usato anche in senso più ampio per designare l'insieme dei territori bizantini nell'Italia continentale e peninsulare, che per le fonti legali dell'epoca costituivano la cosiddetta Provincia Italiae, sulla base del fatto che anch'essi, fino almeno alla fine del VII secolo, ricadevano sotto la giurisdizione dell'esarca, pur venendo retti da duces o magistri militum alle sue dipendenze.L'esarcato fu istituito intorno al 584, anno in cui è attestata per la prima volta la presenza di un esarca a Ravenna, in conseguenza dello stato permanente di guerra con i Longobardi (che nel frattempo avevano sottratto ai Bizantini all'incirca i due terzi dell'Italia continentale e peninsulare), che comportò necessariamente la militarizzazione dell'Italia bizantina. Le necessità belliche spinsero i comandanti militari ad accentrare i poteri esautorando così le autorità civili che non vengono più attestate dalle fonti a partire dalla seconda metà del VII secolo. Venne così meno la separazione dei poteri civili e militari introdotta da Diocleziano e Costantino. L'Italia bizantina fu suddivisa in diverse circoscrizioni militari rette da duces o magistri militum alle dipendenze dell'esarca d'Italia, il governatore militare con pieni poteri scelto dall'imperatore tra i suoi generali o funzionari di fiducia per reggere e difendere i residui territori italici. Queste circoscrizioni si evolsero gradualmente in veri e propri ducati sempre più autonomi. A partire dalla seconda metà del VII secolo, le tendenze autonomistiche delle aristocrazie locali e il sempre maggior ruolo politico temporale della Chiesa di Roma portarono a un progressivo indebolimento dell'autorità imperiale in Italia. L'Italia bizantina si era ormai frammentata in una serie di ducati autonomi fuori dal controllo effettivo dell'esarca, la cui autorità ormai non si estendeva al di là del Ravennate. Contrasti di natura fiscale e religiosa tra Papato e Bisanzio accelerarono il disfacimento dell'esarcato. Le armate, reclutate tra la popolazione locale, tendevano a prendere le difese del pontefice, e non esitarono a rivoltarsi all'esarca qualora questi tramasse ai danni del Papato. I Longobardi ne approfittarono per estendere le loro conquiste nel tentativo di unificare l'Italia sotto la loro dominazione. L'esarcato cadde nel 751 con la conquista longobarda di Ravenna per mano del re longobardo Astolfo.
Ravenna bizantina si riferisce a quella fase nella storia della città in cui Ravenna fece parte dell'impero bizantino come capitale dell'Esarcato d'Italia, territorio bizantino d'oltremare. Questa fase storica ebbe inizio nel 540, quando Ravenna fu conquistata da Belisario, e giunse al termine nel 751, quando la città fu presa da re Astolfo, rimanendo per cinque anni sotto il dominio longobardo.
La cattedrale metropolitana della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo è il principale luogo di culto cattolico della città di Ravenna, sede vescovile dell'arcidiocesi di Ravenna-Cervia.L'edificio attuale è il frutto di un intervento radicale avvenuto nel XVIII secolo, consistente nella demolizione dell'antica cattedrale, la basilica Ursiana, e la costruzione di una nuova in stile barocco.La cattedrale, elevata alla dignità di basilica minore da papa Giovanni XXIII il 7 ottobre 1960, è sede della parrocchia di San Giovanni in Fonte appartenente al Vicariato Urbano dell'arcidiocesi di Ravenna-Cervia.
L'Associazione Calcio Renate S.r.l., meglio nota come Renate, è una società calcistica italiana con sede nel comune di Renate, in provincia di Monza e della Brianza. Fondata nel 1947 come Unione Sportiva Renatese e ricostituita nel 1955 come Unione Sportiva San Giovanni Bosco, ha mutato denominazione nel 1961. Vanta come miglior risultato della propria storia sei partecipazioni consecutive alla terza divisione calcistica italiana, ove il miglior piazzamento è costituito da un terzo posto; in essa milita altresì per la stagione 2020-2021.