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Generalmente i terreni di coltura sono delle soluzioni solide o liquide contenenti sostanze nutritive su cui è possibile crescere cellule eucariote e procariote. I terreni di coltura batterici, cioè quelli su cui è possibile crescere colonie batteriche e altri procarioti, sono più semplici di quelli eucariotici. Per microrganismi autotrofi fotolitotrofi come i cianobatteri, la componente principale di un terreno di coltura è ad esempio la CO2. Un terreno può essere reso solido semplicemente aggiungendo agar agar all'1,5%. L'agar è un polisaccaride strutturale, estratto da un'alga rossa, che funge da agente solidificante trasformando il terreno in gelatina, e che non viene digerito dai batteri. È molto utile quando occorre coltivare microrganismi in superficie. Se sappiamo quale organismo dobbiamo isolare e conosciamo il suo metabolismo, possiamo allestire il terreno di coltura con tutti i nutrienti di cui il microrganismo ha bisogno; per una corretta preparazione del terreno di coltura non sono da trascurare altri fattori quali il pH, l'osmolarità e la temperatura. Gli elementi fondamentali per la crescita dei microrganismi sono: C, H, O, N, S, P (contenuti in amminoacidi, zuccheri ed acidi nucleici); ci sono altri elementi che non sono facilmente solubili e devono essere aggiunti sotto forma di sale (forma più solubile di tali elementi): N, P, S, Mg; altri ancora sono aggiunti solo in tracce: Fe, Ca, Co, Mn (che fungono da cofattori enzimatici di alcune reazioni).
Un terreno argilloso o pesante o compatto, in agronomia, è un suolo la cui tessitura è composta da oltre il 18% in argilla sul totale della terra fine. Da un punto di vista chimico e mineralogico, la frazione granulometrica prevalente, l'argilla, è rappresentata da minerali argillosi, silice, idrossidi di ferro e alluminio e dall'humus. L'aggettivo compatto, attribuito a questo terreno, si deve al ruolo preponderante delle forze di coesione sullo stato di coerenza del terreno, che appare tenace e povero di macropori. L'aggettivo pesante è invece derivato dallo sforzo fisico richiesto dalla lavorazione di questo terreno. In realtà la densità dei terreni argillosi, sia apparente sia reale, è inferiore a quella dei cosiddetti "terreni leggeri", i terreni sabbiosi, sia per la maggiore porosità totale sia per la natura chimica e mineralogica delle particelle primarie. Queste denominazioni fanno comunque riferimento alle proprietà intrinseche dei terreni argillosi allo stato coesivo, ovvero con un modesto contenuto in acqua, condizione in cui sono prevalenti le forze di coesione interna.
Tipologia di terreni presenti nelle valli fluviali, piane alluvionali e nelle aree di foce. Si formano grazie alla deposizione, durante gli episodi di alluvionamento, dei sedimenti trasportati dai corsi d'acqua esondati al di fuori del loro alveo. Sono sempre composti da una miscela variamente assortita di argilla, silt o limo, sabbia e ghiaia.
Per suolo si hanno due diverse accezioni: geograficamente (anche terreno o anche pedosfera (dal greco πέδον, pedon, suolo, terra e sfera quando considerato parte della geosfera), è lo strato superficiale che ricopre la crosta terrestre, derivante dall'alterazione di un substrato roccioso, chiamato roccia madre, per azione chimica, fisica e biologica esercitata da tutti gli agenti superficiali e dagli organismi presenti su di esso, può comprendere sia sedimenti sia regolite. La seconda accezione considera il suolo dal punto di vista pedologico ovvero non solo come una superficie ma come il composto di quella miscela estremamente variabile di sostanza organica e sostanza minerale che permette la vita di piante ed animali , in mancanza di queste due componenti non si parla quindi di suolo. Sotto questo aspetto il suolo è presente esclusivamente sul pianeta Terra . La pedologia è la scienza che studia la composizione, la genesi e le modificazioni del suolo dovute sia ai fattori biotici che abiotici; la chimica del suolo è invece la disciplina che si occupa dello studio e caratterizzazione chimica e chimico-fisica del suolo. Si possono identificare tre funzioni principali del suolo: funzione produttiva, la capacità dei suoli di massimizzare la trasformazione di energia radiante in energia chimica; funzione protettiva, dovuta agli effetti di regolazione, assorbimento e distribuzione dei flussi idrici, dalla funzione di stoccaggio del carbonio organico, e anche filtro e tampone degli agenti inquinanti; funzione naturalistica, la capacità di ospitare e mantenere riserve biotiche e di trasmettere i segni della storia ecosistemica e umana.