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La guerra dei contadini (in tedesco, der deutsche Bauernkrieg) fu una rivolta popolare nell'Europa rinascimentale all'interno del Sacro Romano Impero, che avvenne tra il 1524 e il 1526. Come per il precedente movimento della Lega della scarpa e come per le guerre hussite, fu in un insieme di rivolte per motivi economici e religiosi di contadini, abitanti delle città e nobili. Il movimento non possedeva un programma comune. Il conflitto, che si svolse principalmente nelle aree meridionali, centrali e occidentali dell'odierna Germania, ma che influenzò anche aree confinanti delle odierne Svizzera e Austria comprese l'odierno Alto Adige (capeggiato da Michael Gaismair) e parte del Trentino (dove prese il nome di "Guerra rustica" o "guerra dei carneri" e dalla quale si distinse la figura di Francesco Castellalto), coinvolse al suo apice, nella primavera-estate del 1525, un numero stimato intorno ai 300.000 contadini insorti. Le fonti dell'epoca stimano in 100.000 il numero dei morti. La guerra trovò ragioni etiche, teoriche e teologiche nella riforma protestante, le cui critiche ai privilegi e alla corruzione della Chiesa Cattolica Romana sfidarono l'ordine religioso e politico costituito. Ma la guerra dei contadini rifletté anche un radicato malcontento sociale: per comprenderne le cause si devono esaminare le strutture mutanti delle classi sociali in Germania e le loro mutue relazioni. Queste classi erano quelle dei principi, dei nobili minori, dei prelati, dei patrizi, dei borghigiani, dei plebei e dei contadini.
Nel periodo feudale il contadino libero era colui che riusciva ad affrancarsi dal suo signore e otteneva quindi il diritto di poter pagare un fitto in denaro e non più in conferimenti di prodotti agricoli. Il contadino libero diveniva il padrone del proprio raccolto e poteva coltivare ciò che più gli conveniva, anche in base alle richieste del mercato e non più soltanto ciò che gli richiedeva il suo signore. Questo fenomeno si rese più evidente soprattutto durante la peste nera che infuriò in Europa nel XIV secolo. La moria dei braccianti e dei servi della gleba rese molti appezzamenti di terreno abbandonati e in questo modo il signore del feudo veniva a trovarsi in gravi difficoltà senza più manodopera per le sue terre, i raccolti andavano perduti e con essi anche le ricchezze del feudatario. Quei pochi contadini che erano sopravvissuti compresero che quello era un modo per costringere il loro padrone ad affidargli terre nuove ed era una occasione unica di poter godere di una vita migliore. Il signore del feudo dal canto suo, data la situazione, si trovava in pratica costretto ad accettare le richieste di affrancamento che gli venivano fatte.
L'agricoltore (detto anche contadino, soprattutto in passato) è una persona impiegata nel settore agricolo come coltivatore della terra, specializzato nella coltivazione di frutta, verdura, cereali ed altre piante variamente utili, in base alle caratteristiche climatiche e del terreno. Può svolgere la propria attività come proprietario, affittuario, mezzadro o dipendente di una impresa agricola e può affiancare alla sua attività anche l'allevamento di animali da cortile o di bestiame da stalla e/o da pascolo.