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Rivolta di gennaio

La rivolta di gennaio (in polacco powstanie styczniowe, in lituano 1863 m. sukilimas, in bielorusso: Паўстанне 1863-1864 гадоў?, in ucraino: Польське повстання?) fu la più lunga rivolta polacca contro l'Impero russo: ebbe inizio il 22 gennaio 1863 e gli ultimi insorti furono catturati nel 1864. Iniziò come protesta spontanea da parte dei giovani polacchi contro la coscrizione all'interno dell'esercito russo; a loro si unirono subito diversi politici polacchi e alti ufficiali dell'esercito zarista. Gli insorti, in numero molto inferiore ai russi e privi del sostegno estero, furono obbligati a tattiche di guerriglia; essi non riuscirono ad ottenere nessuna grande vittoria e durante la campagna non fu tolta ai russi alcuna città o fortezza nella Polonia occupata. La rivolta ebbe tuttavia successo nel vanificare gli effetti dell'abolizione della schiavitù effettuata dallo zar, che aveva pensato così di conquistare l'appoggio dei contadini emancipandoli e mettendoli contro il resto della nazione polacca. Dopo la rivolta, vennero effettuati diversi atti di repressione contro i polacchi, come esecuzioni pubbliche o deportazioni in Siberia, che ebbero l'effetto di indurre i polacchi ad abbandonare la battaglia armata e ad attestarsi invece su una linea di "lavoro organico" — il miglioramento economico e culturale.

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