Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
La storia di Firenze riguarda le vicende storiche relative a Firenze, città dell'Italia centrale.
Il Castello di Sammezzano, circondato da un ampio parco, si trova nell'omonima località nei pressi di Leccio, nel comune di Reggello in provincia di Firenze.
I Longobardi furono una popolazione germanica, protagonista tra il II e il VI secolo di una lunga migrazione che la portò dal basso corso dell'Elba fino all'Italia. Il movimento migratorio ebbe inizio nel II secolo, ma soltanto nel IV l'intero popolo avrebbe lasciato il basso Elba; durante lo spostamento, avvenuto risalendo il corso del fiume, i Longobardi approdarono prima al medio corso del Danubio (fine V secolo), poi in Pannonia (V secolo), dove consolidarono le proprie strutture politiche e sociali, si convertirono parzialmente al cristianesimo ariano e inglobarono elementi etnici di varia origine, principalmente germanici. Entrati a contatto con il mondo bizantino e la politica dell'area mediterranea, nel 568, guidati da Alboino, si insediarono in Italia, dove diedero vita a un regno indipendente che estese progressivamente il proprio dominio sulla maggior parte del territorio italiano continentale e peninsulare. Il dominio longobardo fu articolato in numerosi ducati, che godevano di una marcata autonomia rispetto al potere centrale dei sovrani insediati a Pavia; nel corso dei secoli, tuttavia, grandi figure di sovrani come Autari, Agilulfo (VI secolo), Rotari, Grimoaldo (VII secolo), Liutprando, Astolfo e Desiderio (VIII secolo) estesero progressivamente l'autorità del re, conseguendo un rafforzamento delle prerogative regie e della coesione interna del regno. Il Regno longobardo, che tra il VII e l'inizio dell'VIII secolo era arrivato a rappresentare una potenza di rilievo europeo, cessò di essere un organismo autonomo nel 774, a seguito della sconfitta subita a opera dei Franchi guidati da Carlo Magno. Nel corso dei secoli, i Longobardi, inizialmente casta militare rigidamente separata dalla massa della popolazione romanica, si integrarono progressivamente con il tessuto sociale italiano, grazie all'emanazione di leggi scritte in latino (Editto di Rotari, 643), alla conversione al cattolicesimo (fine VII secolo) e allo sviluppo, anche artistico, di rapporti sempre più stretti con le altre componenti socio-politiche della Penisola (bizantine e romane). La contrastata fusione tra l'elemento germanico longobardo e quello romanico pose le basi, secondo il modello comune alla maggior parte dei regni latino-germanici altomedievali, per la nascita e lo sviluppo della società italiana dei secoli successivi.
Giuseppe Ferrari (Milano, 7 marzo 1811 – Roma, 2 luglio 1876) è stato un filosofo, storico e politico italiano. Federalista, repubblicano, di posizioni democratiche e socialiste, fu deputato della Sinistra nel Parlamento italiano per sei legislature dal 1860 al 1876, e senatore del Regno dal 15 maggio al 2 luglio 1876.
Francesco Rodolico (Firenze, 27 marzo 1905 – Firenze, 30 marzo 1988) è stato un mineralogista e linguista italiano.
Claudio Donati (Trento, 3 febbraio 1950 – Milano, 29 gennaio 2008) è stato uno storico italiano.
La Biblioteca comunale centrale di Firenze si trovava in via S. Egidio, all'interno dell'ex-convento delle Oblate. Dal 2007 è stata assorbita dalla nuova Biblioteca delle Oblate, costituendone la Sezione di conservazione e storia locale. Le sue origini sono strettamente legate a quelle dell'Archivio Storico. Nel 1913, infatti, con l'approvazione del Regolamento per il servizio della Biblioteca e dell'Archivio Storico del Comune di Firenze confluirono nella biblioteca libri vecchi e nuovi raccolti negli uffici comunali o provenienti da lasciti e donazioni. Questa raccolta di documenti e volumi si è col tempo specializzata ed oggi la biblioteca conserva opere di interesse storico culturale con l'obbiettivo di documentare nel modo più completo ed esaustivo possibile la storia culturale, politica e amministrativa di Firenze e della Toscana. La Biblioteca aderisce al Sistema Documentario Integrato dell'Area Fiorentina (SDIAF).
Roberto De' Bardi (Firenze, 1290 – Parigi, 1349) è stato un teologo italiano. Questo uomo senza abito di religione, come religioso menando vita purgatissima, fu combattitore di tutti i vizi e di santa vita specchio ed esempio, e nessuna cosa gli mancò la quale a giusto e buono uomo s' appartenga. Figlio di Barduccio De' Bardi, notaio, studiò filosofia morale a Firenze e successivamente si specializzò in teologia alla Sorbona di Parigi. Dopo gli studi, nel 1318, si spostò come canonico a Glasgow e nel 1323 a Verdun. Ritornò infine a Parigi per lavorare come lettore di teologia alla Sorbona di cui, dal 1332 al 1349, ne divenne rettore, o come si diceva allora, cancelliere. Proprio nella veste di "cancelliere" della Sorbona, ospitò Petrarca a Parigi e lo fece partecipare ai lavori universitari permettendogli di essere conosciuto come poeta e intellettuale anche in Francia. Per questo, nel 1340, poté invitarlo di nuovo a Parigi per conferirgli il titolo di poeta laureato. Onore che, tuttavia, Petrarca declinò preferendo laurearsi poeta a Roma visto che contemporaneamente aveva ricevuto un'offerta identica dal Senato capitolino. Da molti suoi concittadini, anche a posteriori, venne considerato il massimo teologo dei suoi tempi, e forse non a torto se, per il suo prestigio accademico e la sua autorevolezza teologica, nel 1333 fu incaricato dal re di Francia, Filippo di Valois, di impugnare alcune tesi di Giovanni XXII. Come lui stesso racconta a Petrarca: Ho esaminata la quistione promossa da Giovanni XXII sulla beatifica visione, a ciò confortato da Filippo re di Francia, il quale paventando che gli Italiani ed i Tedeschi, raunato un generale concilio e colto il pontefice in eresia, nol depongano ed eletto uno straniero non ritornino la corte papale in Italia, vuol che condannata sia l'opinione di Giovanni e che egli stesso si ricreda. Ma, controversie teologiche a parte, nel corso della carriera accademica si occupò soprattutto di studiare e diffondere l'opera di Sant' Agostino come dimostrano anche alcuni suoi sermoni conservati nel codice MS Riccardiano XXV.