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Uguccione Ranieri Bourbon del Monte di Sorbello, meglio noto come Uguccione Ranieri di Sorbello o più semplicemente come Uguccione Ranieri (Firenze, 22 febbraio 1906 – Roma, 28 maggio 1969), è stato un accademico, giornalista e scrittore italiano, eroe di guerra, funzionario e dirigente della Pubblica Amministrazione presso i Ministeri della Cultura Popolare, del Turismo e Spettacolo e degli Affari Esteri. Era membro della nobile famiglia Ranieri Bourbon di Sorbello, con il titolo di marchese di Sorbello e conte di Civitella.
La parola ricamo indica sia l'attività artigianale del ricamare, sia il prodotto di quell'attività. Tale oggetto è un disegno, una decorazione o un ornamento creato con ago e filo su un tessuto. È un'attività antichissima, ancora oggi praticata, che si sviluppa generalmente come lavoro artigianale (raro e molto costoso), o hobby diffuso in tutto il mondo. Occorre, in primo luogo, distinguere tra il ricamo a mano e quello a macchina. Pur cercando di rimanere soltanto un diverso modo di eseguire un decoro, il ricamo a macchina ha tuttavia sviluppato particolari punti, e di conseguenza diversi disegni e diverse applicazioni. Per questo motivo l'argomento meriterebbe di essere trattato separatamente e in modo specifico. Qui di seguito verranno presi in considerazione soltanto le tecniche ed i punti impiegati nel ricamo a mano. È intuitivo pensare che soprattutto alcuni punti siano nati dalla volontà di unire o sagomare teli in modo, oltre che funzionale, anche regolare, armonioso e infine decorativo, acquistando via via una valenza artistica. La distinzione tra "arte" e "hobby" è sempre difficile. In linea generale, l'arte comincia laddove l'apprendista comincia a creare. La preziosità, invece, dell'oggetto ricamato sta nell'accuratezza dell'esecuzione, nell'alta qualità dei materiali usati, nell'armonia della composizione.
Il liceo classico è una scuola secondaria di secondo grado prevista dal sistema di istruzione italiano. Fornisce un'istruzione non professionalizzante finalizzata al successivo accesso all'università.
La cotta, o surplice, è un paramento liturgico (da non confondersi con il rocchetto) consistente in una veste bianca indossata dal clero e dai ministranti nelle celebrazioni.
Il termine canovaccio (anche canavàccio e canevàccio) indica, in modo generico, un tessuto con armatura in tela, dalla trama larga e grossolana. Può essere ottenuto a partire da varie fibre, come canapa, juta, cotone, lino, ma può essere anche a base di seta grezza, di solito in filo costituito da più capi ritorti.
Il Museo diocesano di Cortona si trova in piazza del Duomo 1, nell'ex-chiesa del Gesù e nell'edificio attiguo pertinente all'antico edificio religioso. La raccolta d'arte venne fondata nel 1945 per volere dell'allora vescovo di Cortona Monsignor Giuseppe Franciolini e raccoglie oggetti ed opere d'arte provenienti dalle chiese del territorio e dalle proprietà della diocesi, tra le quali importanti opere di Pietro Lorenzetti, Beato Angelico, Bartolomeo della Gatta, Sassetta e Luca Signorelli, oltre ad arredi sacri di notevole pregio.
La Madonna della Seggiola è un dipinto a olio su tavola (diametro 71 cm) di Raffaello Sanzio, databile al 1513-1514 circa e conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze.
Il lino è una fibra composta e ricavata dal libro del Linum usitatissimum composta per circa il 70% da cellulosa. Come tutte le fibre liberiane, il lino ha una lunghezza media delle fibre elementari che varia dai 20 ai 30 mm; la sua finezza si aggira dai 20 ai 30 micron; la fibra presenta una sezione poligonale. Il numero di fibre presenti nella corteccia di una singola pianta può variare da 20 a 50. La fibra ha un aspetto lucido, si presenta con una mano fredda e scivolosa. In presenza di umidità questa fibra ne assorbe rigonfiandosi moderatamente; essendo di origine cellulosica, se bruciata produce una finissima polvere nero-grigia.Il lino ha una tenacità di circa 6-7 grammi/denaro e ha un tasso di ripresa del 12% è una fibra gualcibile e poco allungabile.
L'Annunciazione di Cortona è un dipinto di Beato Angelico (tempera su tavola, cm 175x180), conservato nel Museo diocesano di Cortona e databile al 1430 circa. L'opera è probabilmente la prima di una serie di tre grandi tavole dell'Annunciazione dipinte dall'Angelico negli anni trenta del Quattrocento; le altre due sono l'Annunciazione del Prado e l'Annunciazione di San Giovanni Valdarno.