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Il Libro dei Salmi (ebraico תהילים, traslitterato tehillìm o tehilim (plurale maschile ebraico); greco Ψαλμοί, psalmòi; latino Psalmi) è un testo contenuto nella Bibbia ebraica (Tanakh) e nell'Antico Testamento della Bibbia cristiana. È scritto in ebraico e, secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la redazione definitiva del libro è avvenuta in Giudea, forse alla fine del III secolo a.C., raccogliendo testi di varia origine, composti da autori ignoti lungo i secoli precedenti (il salmo considerato più antico è il 104 che riprende l'egiziano Inno al Sole del XIV secolo a.C.). È composto da 150 capitoli, ognuno dei quali rappresenta un autonomo salmo o inno di vario genere: lode, supplica, meditazione sapienziale. Il Libro dei Salmi è incluso fra i Libri Sapienziali, è anche detto Lode o Salterio.
I salmi imprecatori, contenuti nel Libro dei Salmi della Bibbia ebraica (תנ"ך), sono quelli che invocano giudizio, calamità o maledizioni sui propri nemici o su coloro che si percepiscono come nemici di Dio. I maggiori salmi imprecatori includono il Salmi 69 e il Salmi 100, mentre i Salmi 5, 6, 11, 12, 35, 37, 40, 52, 54, 56, 58, 79, 83, 137, 139, e 143 sono pure considerati imprecatori. Come esempio, il Salmo 69:24 afferma verso Dio: "Riversa su di loro il tuo furore, li raggiunga l'ardore della tua ira" I Salmi (in ebraico: Tehilim?, תהילים, o "lodi"), sono considerati parte sia delle Scritture ebraiche che cristiane e servivano come l'antico "salterio" o "innario" usato nel tempio di Gerusalemme, nella sinagoga, o nel culto privato. Brani del Nuovo Testamento contengono citazioni dai Salmi imprecatori. Gesù di Nazareth viene mostrato citarli in Giovanni 15:25 e Giovanni 2:17, mentre l'apostolo Paolo cita dal Salmo 69 nella lettera ai Romani 11:9-10 e 15:3.
Il canone biblico è, nell'ambito ebraico e cristiano, l'elenco dei testi contenuti nella Bibbia, riconosciuti come ispirati da Dio e dunque sacri, normativi per una determinata comunità di credenti in materia di fede e di morale. La parola canone è la traduzione del greco κανὡν (kanon, letteralmente 'canna', 'bastone diritto'). Il termine in origine indicava un regolo, ossia una canna per misurare le lunghezze; da qui, già in greco, il significato traslato di regola, prescrizione, catalogo ufficiale, modello. Tra le differenti religioni e confessioni religiose si trovano notevoli diversità sia sul modo d'intendere l'ispirazione della Bibbia, sia sulle effettive liste dei libri considerati "canonici". Esistono pertanto diversi canoni: canone ebraico. canone samaritano. canone cristiano cattolico. canone cristiano ortodosso. canone cristiano protestante. canone cristiano copto. canone cristiano siriaco. canone cristiano armeno.Non sono accolti nei canoni ebraico e samaritano i libri relativi a Gesù identificati dai cristiani di comune accordo come Nuovo Testamento. Le chiese cristiane accettano come parte di quello che chiamano l'Antico Testamento tutti i libri inclusi in quello che gli ebrei denominano con l'acronimo di Tanakh ma hanno diverse vedute sulla qualifica di canonici da dare eventualmente a certi altri libri. I testi esclusi da una chiesa ma accolti da altre sono da essa chiamati "apocrifi".
Il Naturalismo un movimento letterario che nasce in Francia nella seconda met dell'Ottocento come applicazione diretta del pensiero positivista e che si propone di descrivere la realt psicologica e sociale con gli stessi metodi usati nelle scienze naturali. Esso riflette in letteratura l'influenza della generale diffusione del pensiero scientifico, che basa la conoscenza sull'osservazione, sulla sperimentazione e sulla verifica. Lo scrittore cerca di esprimere la realt nel modo pi oggettivo ed impersonale possibile, lasciando alle cose e ai fatti stessi narrati, la descrizione del compito di denunciare lo stato della situazione sociale, evidenziando il degrado e le ingiustizie della societ . Gli scrittori naturalisti abbandonano la scelta narrativa del narratore onnisciente, che sa tutto dei personaggi e che racconta la storia in terza persona, comune nel romanzo realista, sostituendola con una voce narrante che assiste ai fenomeni descritti, cos come accadono. A Taine, filosofo, storico e critico letterario francese, risale la classificazione dei tre fattori che lo scrittore naturalista deve considerare raccontando una vicenda e rappresentando i suoi personaggi: l'ereditariet , l'ambiente sociale e l'epoca storica (Determinismo). I principali due scrittori del naturalismo sono mile Zola che rappresenta nelle sue opere il proletariato industriale e Guy de Maupassant che scrive novelle i cui protagonisti sono contadini, modesti impiegati, donne di piacere e militari.
La liturgia delle Ore è la preghiera ufficiale della Chiesa cattolica. Consiste nel canto di salmi, cantici e inni, con l'aggiunta di preghiere e letture dalla sacra Scrittura. Essa, secondo la stessa Chiesa, è partecipazione sacramentale alla preghiera personale di Gesù Cristo: egli continua incessantemente a pregare e lodare il Padre nella preghiera della Chiesa. Per il Rito Romano sono disponibili due edizioni ufficiali in lingua italiana: quella maggiore composta da quattro volumi e l'estratto in volume unico "La preghiera del mattino e della sera". La liturgia delle Ore è regolamentata dai Principi e Norme per la Liturgia delle Ore (PNLO).
La dolce vita è un film del 1960 diretto da Federico Fellini. Considerato uno dei capolavori di Fellini e tra i più celebri film della storia del cinema a livello mondiale, fu vincitore della Palma d'oro al 13º Festival di Cannes e dell'Oscar ai migliori costumi.
Ĕlōhīm (in ebraico: אֱלוֹהִים ,אלהים?) è il nome in ebraico biblico della divinità e il titolo del dio di Israele nell'Antico Testamento. Il termine è oggetto di controversie sulla sua interpretazione e anche sulla sua consistenza grammaticale: è da molti autori considerato un termine plurale. Il significato base del nome è "dio", "divinità", e se riferito a YHWH è inteso come il Dio unico di Israele. L'uso alternativo di questo nome e del nome Yahweh nel Pentateuco ha consentito alla "teoria delle quattro fonti" di isolare due relati, detti "fonte elohista" e "fonte yahwista", dei quali è dedotta la combinazione nella composizione dei cinque libri.Con il significato di "dio, divinità", il nome è attribuito anche ad altre divinità individuali, ad esempio Astarte, Moloch, Chemosh e Kos, dèi nazionali rispettivamente dei Sidoni, degli Ammoniti, dei Moabiti e degli Edomiti o i non meglio definiti elohim riuniti nell'assemblea descritta in Salmi 82:1, dove sono anche definiti mortali. Al termine sono poi attribuiti vari altri significati nei seguenti passi: Salmi 8:6; 97:7; 138:1, 1 Samuele 28:13, Esodo 4:16; 7:1 e nel frammento 11Q13 dei Rotoli di Qumran.
La Bibbia (dal greco antico βιβλίον, plurale βιβλία biblìa, che significa "libri") è il testo sacro della religione ebraica e di quella cristiana. È formata da libri differenti per origine, genere, composizione, lingua, datazione e stile letterario, scritti in un ampio lasso di tempo, preceduti da una tradizione orale più o meno lunga e comunque difficile da identificare, racchiusi in un canone stabilito a partire dai primi secoli della nostra era. Diversamente dal Tanakh (Bibbia ebraica), il cristianesimo ha riconosciuto nel suo canone ulteriori libri scritti in seguito al "ministero" di Gesù. La Bibbia cristiana, quindi, risulta suddivisa in: Antico Testamento (o Antica Alleanza), corrispondente alla Bibbia ebraica, e Nuovo Testamento (o Nuova Alleanza), che descrive l'avvento del Messia e le prime fasi della predicazione cristiana. La parola "Testamento" presa singolarmente significa "patto", un'espressione utilizzata dai cristiani per indicare i patti stabiliti da Dio con gli uomini per mezzo di Mosè (antico testamento) e poi per mezzo di Gesù (nuovo testamento).
Il termine apocrifo, dal greco ἀπόκρυϕος, derivato di ἀποκρύπτω «nascondere», indica «ciò che è tenuto nascosto», «ciò che è tenuto lontano (dall'uso)». In origine, il termine "apocrifo" è stato coniato dalle comunità che si servivano di tali testi, poiché erano libri che, in opposizione a quelli comuni, pubblici e manifesti, venivano esclusi dalla pubblica lettura liturgica, in quanto ritenuti portatori di tradizioni errate o contrastanti con quelle condivise e accettate. Nell'uso corrente, la parola è riferita comunemente alla tradizione giudaico-cristiana, all'interno della quale è stata coniata; in essa il termine "apocrifo" assume il significato di testo non incluso nell'elenco dei libri sacri della Bibbia ritenuti ispirati e pertanto non usato a livello dottrinale e liturgico. Visto che le differenti confessioni religiose hanno adottato diversi canoni dei libri della Bibbia, la qualifica di apocrifo varia a seconda della confessione di riferimento. In ambito protestante, "apocrifi" indica anche i libri presenti nel canone dell'Antico Testamento cristiano ma non in quello ebraico, che nella tradizione cattolica sono indicati come deuterocanonici. Al di fuori dell'ambito religioso, il termine "apocrifo" assume il significato di documento "non autentico", "non genuino", che non è dell'autore o dell'epoca che gli sono attribuiti.