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La provincia di Lecce (provincia te Lècce in dialetto salentino) è una provincia italiana della Puglia di 778 603 abitanti con capoluogo Lecce, la seconda più popolosa della regione dopo la città metropolitana di Bari e la ventunesima più popolosa d'Italia. È inclusa totalmente nella regione geografica del Salento ed è la più orientale d'Italia. Bagnata a nord-est dal mare Adriatico (canale d'Otranto) e a sud-ovest dal mar Ionio (golfo di Taranto), unica delle sei province pugliesi ad affacciarsi su entrambi i mari, la provincia di Lecce occupa l'estremità meridionale della Puglia e confina a nord-ovest con la provincia di Brindisi e la provincia di Taranto. La provincia di Lecce ha ereditato il suo stemma dall'antica provincia di Terra d'Otranto, il cui territorio coincideva, grosso modo, con quello delle odierne province di Lecce, Taranto e Brindisi.
Monteroni di Lecce (Muntrùni in dialetto salentino) è un comune italiano di 13 627 abitanti della provincia di Lecce in Puglia. Situato nel Salento centrale, dista 7 km dal centro del capoluogo provinciale e fa parte del Parco del Negroamaro. Nel suo territorio ricade parte della struttura Ecotekne, sede di alcune facoltà dell'Università del Salento. Dal 2003 si fregia del titolo di città.
Lecce (AFI: /ˈleʧʧe/; Lécce in salentino; Λουππίου, Luppìu in griko) è un comune italiano di 93 551 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia della Puglia. Situata in posizione pressoché centrale della penisola salentina, tra la costa adriatica e quella ionica, è il capoluogo di provincia più orientale d'Italia. Le antiche origini messapiche e i resti archeologici della dominazione romana la inseriscono tra le città d'arte d'Italia. Lecce si distingue per la ricchezza e l'esuberanza del barocco tipicamente seicentesco delle chiese e dei palazzi del centro, costruiti nella locale pietra leccese, calcare molto adatto alla lavorazione con lo scalpello. Lo sviluppo architettonico e l'arricchimento decorativo delle facciate è stato particolarmente curato durante il Regno di Napoli e ha caratterizzato la città in modo talmente originale da dar luogo alla definizione di barocco leccese. È sede dell'Università del Salento, ed è stata capitale italiana della cultura nel 2015.
Il dialetto leccese o salentino centrale è una variante del salentino e si differenzia dal salentino settentrionale per la presenza di cambiamenti metafonetici solo parziali. In particolare, si nota il dittongamento in /jɛ/ e /wɛ/ per i soli continuatori di Ĕ, Ŏ seguiti da -/i/, -/u/ (dente-denti vengono resi con tente-tienti; buona-buono vengono resi con bona-buenu), ma anche qualche esito metafonetico condizionato per i soli continuatori di Ē (mese-mesi vengono resi con mese-misi). Pur con alcune differenze tra un comune e l'altro, il salentino centrale copre la parte meridionale della provincia di Brindisi e quella centro-settentrionale della provincia di Lecce. A sud della linea Gallipoli - Maglie - Otranto si è soliti parlare di variante meridionale del salentino, caratterizzato dall'assenza quasi totale di cambiamenti metafonetici.
Cesario, o Cesareo (Nordafrica, I secolo – Terracina, II secolo), è stato un diacono e martire della Chiesa, venerato come santo da tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi. Secondo la tradizione sarebbe stato figlio di cittadini romani discendenti dalla rinomata Gens Iulia, stanziata a Cartagine durante la riorganizzazione dei territori africani da parte di Gaio Giulio Cesare. Convertito al cristianesimo e divenuto diacono, si è dedicato all'evangelizzazione. Nel corso di un viaggio verso Roma, Cesario è approdato a Terracina, dove - al tempo dell'imperatore Marco Ulpio Nerva Traiano - ha subito il martirio, chiuso in un sacco e gettato nel mare, per aver protestato contro una macabra usanza pagana. A partire dal IV secolo, a seguito della traslazione delle sue spoglie da Terracina alla Domus Augustana sul colle Palatino, San Cesario è stato uno dei martiri più celebri e venerati a Roma (una celebrità confermata dal fatto che gli vennero dedicati molti santuari, oratori e monasteri); il suo nome è servito per soppiantare il culto pagano di Giulio Cesare, dell'imperatore Cesare Ottaviano Augusto e dei Divi Cesari (gli imperatori romani). In tal modo, San Cesario ha annunciato il nuovo carattere cristiano della potenza dei Cesari e il suo oratorio sul Palatino, nel cuore della Roma antica, è servito come punto di riferimento per la cristianizzazione dell'Impero. Il culto del santo è molto diffuso nel mondo, intensificato attraverso le varie traslazioni delle sue reliquie, donate dai papi, imperatori, re, santi, Padri della Chiesa, vescovi, duchi e cavalieri.