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Lo scandalo della Banca Romana è stato un caso politico-finanziario di rilevanza nazionale che fu al centro delle cronache italiane dal 1892 al 1894 e che ebbe come elemento centrale la scoperta delle attività illecite del governatore della Banca Romana nel decennio precedente. Furono coinvolti presidenti del Consiglio, ministri, parlamentari e giornalisti. La banca venne liquidata dalla Banca d'Italia, istituita a seguito dello scandalo per riformare il sistema bancario.Quello in questione fu il primo grave scandalo della storia dell'Italia unita ed emerse a seguito dello scoppio della bolla immobiliare seguita all'istituzione di Roma come nuova capitale del regno, evidenziando la grave crisi di solvibilità della Banca Romana causata dall'aver finanziato l'espansione edilizia e le richieste della classe politica. Venne istituita una commissione parlamentare e un'inchiesta penale che misero sotto giudizio il governo, a partire da Francesco Crispi e Giovanni Giolitti. Il processo si concluse con l'assoluzione di tutti gli imputati e l'erario statale dovette far fronte al buco causato dalla cattiva gestione dei crediti. La vicenda mise in luce la necessità di istituire un'unica banca centrale per l'emissione della moneta e col potere di decidere la politica monetaria. Le conseguenze politiche furono minime e già nel dicembre 1893 Crispi tornò ad essere presidente del Consiglio dei ministri per la terza volta.
Lo Scandalo Forteto è relativo a casi di molestie sessuali e pedofilia accaduti all'interno del Forteto, una comunità fondata da Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi nel 1977. Secondo quanto emerso dalle vicende giudiziarie e da tre commissioni di inchiesta regionale e nazionale, all'interno della struttura si commisero abusi psicologici e sessuali nei confronti di minori e disabili che erano stati dati in affidamento dal Tribunale dei minori alla comunità. La comunità è operante nel comune di Vicchio, nella provincia di Firenze, e nel 2018 la cooperativa che ne gestiva le attività produttive è stata commissariata dal governo italiano.
Anania e Saffira sono due personaggi del Nuovo Testamento. L'episodio che li riguarda è narrato negli Atti degli Apostoli 5,1-11: essi erano due anziani, marito e moglie, che, per mettersi in mostra davanti alla primitiva comunità cristiana, decisero di vendere un campo che possedevano e di offrire una parte del ricavato agli Apostoli, dicendo però che si trattava dell'intera somma. Anania andò dunque a deporre il denaro ai piedi degli apostoli, ma alle domande di Pietro, che era a conoscenza dell'inganno, cadde a terra e morì all'istante, ucciso da Pietro. Più tardi, mentre lo portavano a seppellire, arrivò Saffira, ignara dell'accaduto: Pietro la interrogò ed ella mentì sul ricavato dalla vendita; subito anche lei morì allo stesso modo. Nella primitiva comunità cristiana vigeva un regime di proprietà collettiva, nel quale era sentito l'obbligo di offrire i propri beni agli apostoli, perché li distribuissero a tutti (vedi Atti 2,44-48); il peccato di Anania non sta tanto nel fatto che si era appropriato di una somma destinata alla comunità e che aveva mentito davanti agli apostoli, quanto, piuttosto, che aveva mentito allo Spirito Santo: Nella voce Pietro del suo Dizionario Filosofico Voltaire, citando anche altri studiosi, esprime un'opinione decisamente critica nei confronti di questo episodio: Un commento su tale episodio è stato pure effettuato da papa Francesco, che martedì 16/10/2018, in un'Udienza ai Seminaristi della Lombardia, risponde ad una domanda sugli scandali della chiesa: “È necessario che ci siano degli scandali” – dice Gesù. Lo scandalo è dall’inizio della Chiesa: pensate ad Anania e Saffira, quei due che volevano truffare la comunità: uno scandalo. Pietro ha risolto in modo chiaro lo scandalo, in quel caso: ha “tagliato la testa” a tutt’e due. Gesù dice che sì, è necessario che ci siano gli scandali per vedere dove sta il tuo cuore, ma anche ammonisce: “Guai, guai a voi se scandalizzate uno di questi”. (http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/10/16/0758.pdf)