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La storia della scienza riguarda le vicende, i personaggi e le scoperte che hanno contribuito al progresso scientifico. Essa ha prodotto quella che oggi è considerata la scienza moderna, ossia un corpo di conoscenze empiricamente controllabile, una comunità di studiosi e una serie di tecniche per investigare l'universo note come metodo scientifico, che si è evoluto a partire dai loro precursori, risalendo fino alla preistoria. La rivoluzione scientifica vide l'introduzione del moderno metodo scientifico a guidare il processo di valutazione della conoscenza. Questo cambiamento è considerato così fondamentale che le indagini ad esso precedenti sono per lo più considerate prescientifiche. Molti, tuttavia, ritengono che la filosofia naturale antica possa rientrare all'interno del campo di competenza della storia della scienza.
Le scienze sociali o scienze umane sono quelle discipline che studiano l'essere umano e la società, in particolare l'origine e lo sviluppo delle società umane, le istituzioni, le relazioni sociali e i fondamenti della vita sociale.
Per scienza si intende un sistema di conoscenze ottenute attraverso un'attività di ricerca prevalentemente organizzata con procedimenti metodici e rigorosi, coniugando la sperimentazione con ragionamenti logici condotti a partire da un insieme di assiomi, tipici delle scienze formali. Uno dei primi esempi del loro utilizzo lo si può trovare negli Elementi di Euclide, mentre il metodo sperimentale, tipico della scienza moderna, venne introdotto da Galileo Galilei, e prevede di controllare continuamente che le osservazioni sperimentali siano coerenti con le ipotesi e i ragionamenti svolti. Il suo obiettivo è di pervenire a una descrizione verosimile, con carattere predittivo, della realtà e delle leggi che regolano l'apparenza dei fenomeni. Le discipline scientifiche possono essere suddivise in tre categorie: le scienze formali, le scienze empiriche e le scienze applicate. Le prime, di cui fa parte anche la matematica, costruiscono teorie astratte. Le seconde, a loro volta suddivise in scienze naturali (fisica, chimica, biologia, scienze della terra) e scienze sociali, studiano la natura a partire da osservazioni empiriche. Le terze (es. ingegneria, medicina), servendosi dei risultati delle prime due, fanno progredire la tecnologia e l'industria sviluppando nuovi prodotti e servizi. Si tratta comunque di categorie strettamente interconnesse.L'insegnamento della scienza e la ricerca scientifica vengono praticati prevalentemente nelle università, negli istituti di ricerca e nelle imprese. Vengono detti scienziati tutti coloro che si dedicano alla ricerca di nuove conoscenze utilizzando metodi scientifici. La scienza moderna si sviluppa in modo particolare a partire dalla rivoluzione scientifica del XVI secolo con l'accumulo di conoscenze nei più svariati ambiti del sapere. La storia della scienza ne descrive lo sviluppo nel tempo.
L'archeologia (dal greco ἀρχαιολογία, composto dalle parole ἀρχαῖος, "antico", e λόγος, "discorso" o "studio") è la scienza che studia le civiltà e le culture umane del passato e le loro relazioni con l'ambiente circostante, mediante la raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce materiali che hanno lasciato (architetture, manufatti, resti biologici e umani).Venne definita in passato come scienza ausiliaria della storia, adatta a fornire documenti materiali per quei periodi non sufficientemente illuminati dalle fonti scritte. In alcuni paesi, e specialmente negli Stati Uniti d'America è stata sempre considerata come una delle quattro branche dell'antropologia (le altre tre essendo l'etnologia, la linguistica e l'antropologia fisica), avente come obiettivo l'acquisizione di conoscenza delle culture umane attraverso lo studio delle loro manifestazioni materiali. L'archeologia è tradizionalmente suddivisa in discipline a seconda del periodo o della cultura oggetto di studio (ad esempio archeologia classica o archeologia industriale o paletnologia), oppure a seconda di particolari tecniche di indagine (archeologia subacquea o archeologia sperimentale), o di specifiche problematiche (archeologia urbana, archeologia teorica), o ancora sulla base del tipo di materiale esaminato (numismatica o epigrafia). La nozione di scoperta archeologica si è evoluta con il progredire dei metodi di indagine: alla ricerca dell'oggetto raro, ma le sue scoperte sono divenute sempre meno dipendenti dal caso o dall'intuizione.
Il còlophon (più desueto colofone) è un breve testo che riporta informazioni relative alla produzione di una pubblicazione, tra cui particolarmente rilevanti, nel caso dei libri, sono le note tipografiche. Nel caso di pubblicazioni periodiche a stampa o web il colophon si chiama anche tamburino di gerenza. Il termine deriva dal prestito linguistico latino colǒphon del termine greco κολοφών che significa sommità, cima o finitura. Nei libri il colophon è impresso nell'ultima pagina del volume, di solito aperto dalla frase Finito di stampare. I colophon più dettagliati, tipici delle edizioni a tiratura limitata o delle opere stampate da piccole case editrici, forniscono anche una descrizione della pubblicazione dal punto di vista materiale (elencando i caratteri utilizzati, l'inchiostro, la qualità della carta e la cartiera di fabbricazione, nonché menzionando il proto e/o l'officina tipografica) e dichiarano la tiratura. Non vanno invece confuse col colophon altre informazioni, quali il copyright o il diritto d'autore, che si trovano solitamente sul retro del frontespizio.
La bibliologia (dal greco βιβλίον biblìon, "libro", e λόγος lògos, "discorso, studio", ossia "studio del libro") è una disciplina che studia il libro nelle sue evidenze fisiche, così com'è uscito dalla tipografia, e soprattutto tratta del libro in generale, ne fa la storia, detta le norme per la sua conservazione e per il suo utilizzo. Il libro, nella sua duplice natura di supporto fisico di un contenuto testuale, pur in presenza di strumenti della comunicazione sempre più ampi ed efficaci, non ha perso d'importanza, né tanto meno è scomparso, come spesso previsto. I libri, pur sotto forme diversissime e nuove, hanno tenuto aperto il dialogo tra gli uomini: la bibliologia non fa altro che seguire, passo dopo passo, queste metamorfosi, gettando un po' di luce sui manufatti librari, sulle diverse configurazioni fisiche assunte, ma anche sulle infinite relazioni intrecciate con gli occhi e, soprattutto, con la mente di quanti hanno contribuito alla loro nascita e alla loro esistenza, dall'autore all'editore fino all'ultimo dei lettori. Al centro della Bibliologia resta il libro nella sua configurazione fisica che, di metamorfosi in metamorfosi, si estende dal papiro dei rotoli e dalla pergamena dei codici ai bit dei libri elettronici. L'attenzione dei bibliologi si è finora rivolta con più insistenza al libro a stampa antico, prodotto artigianalmente con il torchio a mano nei primi tre secoli dopo l'invenzione, lasciando in ombra il libro industriale, per quanto ancora pienamente tipografico, prodotto negli ultimi due secoli. Oggi, l'introduzione delle nuove procedure digitali nei processi di composizione e di stampa, sembra destinata a collocare in un tempo ormai compiuto e definito l'intera parabola del libro tipografico, da Johannes Gutenberg alla fine del Novecento, consentendo così una più visibile continuità, entro questi confini, delle indagini bibliologiche, da estendere, in seconda battuta, alle antiche radici ma non scritte e al libro dell'era digitale.
La bibliografia (dal greco βιβλίον biblìon, "libro", e γράφω gràpho, "scrivere", ovvero "libro sui libri", benché i greci non abbiano mai combinato questi termini nel senso odierno) enumerativa (o sistematica) si può intendere: l'elenco di libri, saggi, riviste, articoli su un particolare argomento o su uno specifico autore; l'elenco di pubblicazioni usate e citate nella stesura specialmente di un saggio, di un articolo, di un libro; la scienza che studia la catalogazione sistematica dei libri.Invece la bibliografia definita analitica o critica, altrimenti detta bibliologia, si occupa degli aspetti fisici dei singoli libri come caratteri, impaginazione, carta, ecc..
L'archeologo è un professionista qualificato in una delle branche dell'archeologia, ossia quella vasta disciplina che studia le civiltà e le culture umane del passato e le loro relazioni con l'ambiente circostante, mediante la raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce materiali che hanno lasciato: architetture, manufatti, resti biologici e umani.
L’archeologia biblica, o archeologia siro-palestinese, è una branca dell'archeologia tradizionale, che si occupa dello studio dei reperti provenienti dalle scoperte archeologiche legate, direttamente o indirettamente alla Bibbia. Questa scienza dell'antichità mira alla ricostruzione delle civiltà, dei luoghi, dell'ambiente storico e dei costumi del Medio Oriente, riconducibili alla storia d'Israele, l'antico popolo dell'alleanza con Dio. Una branca della archeologia biblica è la Palestinologia.