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La storia della scrittura è, in primo luogo, lo sviluppo del linguaggio tramite tecnologie espresso con le lettere o altri segni, lo studio e la descrizione di questi sistemi. Nella storia di come si sono evoluti i sistemi di rappresentazione del linguaggio attraverso mezzi grafici nelle diverse civiltà umane, appare che i sistemi di scrittura più completi sono stati preceduti da proto-scrittura, sistemi ideografici e/o all'inizio rappresentazione di simboli mnemonici. La vera scrittura, in cui l'intero contenuto di un'espressione linguistica è codificato in modo che un altro lettore possa ricostruire, con un buon grado di precisione, l'esatta espressione scritta, è uno sviluppo successivo, e si distingue dalla proto-scrittura che evita in genere la codifica grammaticale delle parole, rendendo difficile o impossibile ricostruire con sicurezza l'esatto significato inteso dallo scrittore, a meno che una grande parte del contesto sia già nota in anticipo. Una delle prime forme di espressione scritta è quella cuneiforme.
La scrittura cuneiforme è un sistema di scrittura che si eseguiva con uno stilo, imprimendo sull'argilla particolari segni composti da brevi incisioni a forma piramidale e appuntita, che possono ricordare dei chiodini o dei cunei, da cui appunto deriva la definizione di scrittura cuneiforme. Si tratta di una delle prime forme di scrittura documentate nel Vicino Oriente. Attraverso i secoli la rappresentazione pittografica dei segni assunse sempre più un aspetto stilizzato, e le stesse linee, originariamente disegnate e continue, segmentate in una serie di tratti, o cunei, divenendo sempre più indipendenti dalle forme originarie, e quindi sempre meno riconoscibili. All'origine della forma tipica di questa scrittura c'è una motivazione di carattere tecnico: si tratta infatti delle impressioni lasciate sull'argilla da stili di canna a sezione triangolare allungata, a forma cioè di cuneo. I segni della scrittura cuneiforme erano originariamente numerosissimi, circa un migliaio; nel corso del tempo il loro numero diminuì e solo alcune centinaia erano normalmente utilizzati. La loro forma, inoltre, in origine molto complessa, subì un processo di semplificazione e di regolarizzazione dei cunei. La stessa direzione dei singoli cunei fu standardizzata, e ristretta a quattro tipi: cunei orizzontali, obliqui, verticali, e ad angolo. Su questa base i moderni assiriologi hanno realizzato dei compendi di segni, ordinati appunto sulla base dei suddetti quattro elementi, e quindi facilmente consultabili. Quanto alla direzione della scrittura, essa era in origine verticale, con segni allineati dall'alto al basso, e, in caso di più linee, queste erano allineate da destra a sinistra. Solo intorno al XV secolo a.C. si ebbe una rotazione in senso antiorario del sistema di scrittura, come avvenne del resto anche in altri tipi di scrittura in oriente, ed essa assunse andamento orizzontale, del tutto simile alla nostra. Le ragioni di questa modificazione sono ignote. Con l'avvento delle popolazioni semitiche (agli inizi del II millennio a.C.) e il tramonto della civiltà sumerica la scrittura cuneiforme divenne appannaggio della nuova cultura babilonese e assira (detta globalmente accadica), e data la propria struttura fortemente sillabica poté essere usata per esprimere altre lingue come l'elamita, l'ittita, l'urarteo, e il luvio cuneiforme. Essa rappresentò anche la base e l'ispirazione da cui vennero create le scritture di Ugarit e quella achemenide dell'Antico Persiano. La scrittura cuneiforme si trova prevalentemente su tavolette di argilla che venivano incise quando il materiale scrittorio (l'argilla) era umida e quindi molto malleabile; i segni erano poi fissati indelebilmente cuocendo al forno le tavolette come si fa con i mattoni. Tuttavia abbiamo anche numerosi esempi di iscrizioni statuarie e monumentali, realizzate direttamente su materiali duri, come ad esempio la pietra. Di particolare diffusione erano anche le iscrizioni incise sui sigilli personali, generalmente piccoli cilindri di vario materiale, spesso pietre dure, che riportavano in negativo il nome del proprietario e una dedica alla divinità tutelare prescelta. Facendo ruotare questi cilindri sulla tavoletta di argilla fresca, il testo contenuto nel sigillo veniva riportato sull'argilla.
La scrittura è la fissazione di uno o più segni linguistici in una forma esterna più o meno durevole. Nelle scritture alfabetiche diventa rappresentazione grafica della lingua parlata, per mezzo di un insieme di segni detti grafemi che compongono qualsiasi sistema di scrittura inscindibilmente legato al rispettivo sistema di lettura. I grafemi denotano sovente suoni o gruppi di suoni. A differenza del linguaggio parlato che è presente naturalmente con strutture biologiche specifiche, la scrittura è un processo tecnologico non necessariamente presente in tutte le culture, resta comunque un modo fondamentale di comunicazione umana, ed è il mezzo finora più efficace per la conservazione e la trasmissione della memoria storica. In un senso più ampio, si definisce dunque scrittura ogni mezzo che permette la trasmissione durevole di informazioni, che sia o no rappresentazione grafica del parlato, come accade nelle scritture della musica, dell'algebra, della chimica, della cartografia e altri.
Un sistema di scrittura è un codice usato per la comunicazione scritta legata alla capacità del linguaggio ed è composto da segni grafici che rappresentano delle unità linguistiche e da regole che permettono di combinarli.
Viene chiamata col nome di "ieratica" la forma di scrittura dell'antico Egitto correntemente utilizzata nel quotidiano. Sviluppatasi insieme o in seguito alla forma detta geroglifica (di cui può essere considerata una corsivizzazione), spesso per semplificazione, era più adatta a essere tracciata con un calamo, cioè una canna tagliata allo scopo e intinta nell'inchiostro, soprattutto su papiro ma anche su ostraka o pietra. Ogni glifo della scrittura monumentale (geroglifica) corrisponde a un segno ieratico (salvo le legature, che devono essere sciolte, e alcuni segni propri esistenti solo in ieratico); per questo motivo, nella moderna prassi dell'egittologia i testi in ieratico vengono solitamente trascritti in geroglifici per agevolarne la lettura. Il rapporto fra i geroglifici e lo ieratico è infatti confrontabile con quello attuale fra lo stampatello e il corsivo. Il nome "ieratico", che significa [scrittura] sacra, deriva dalla lingua greca antica e ha trasmesso per secoli la concezione sbagliata che si trattasse di una forma utilizzata solamente dai sacerdoti: questo fraintendimento deriva dal fatto che nell'epoca in cui i Greci arrivarono in Egitto essi notarono che i documenti conservati negli archivi dei templi erano scritti in ieratico e credettero così che questa scrittura fosse tipica dei testi religiosi. In realtà gli archivi dei templi non contenevano solo testi religiosi, ma anche opere letterarie, scientifiche e militari, dal momento che nei templi avveniva anche l'istruzione dei futuri professionisti dello Stato. Secondo un'altra spiegazione, dato che la scrittura corrente nel periodo in cui i Greci arrivarono in Egitto era quella demotica e lo ieratico rimase in uso effettivamente solo per la redazione di testi religiosi, per natura conservativi, la denominazione che i Greci ci hanno tramandato sarebbe sostanzialmente corretta, ma solo dalla comparsa del demotico (VII secolo a.C.) in avanti. Il demotico, una forma semplificata della scrittura che entrò in uso solo nel I millennio a.C., fu derivato dallo ieratico.
La scrittura gotica è un particolare tipo di scrittura consistente in una grafia minuscola derivata dall'alfabeto latino. Sviluppatasi nell'Europa settentrionale a partire dall'XI secolo, si diffuse poi in tutto il continente. Il nome gotica è una invenzione degli umanisti, i quali vollero indicarla in senso dispregiativo in quanto legata al mondo medievale dei barbari Goti: i contemporanei della gotica, invece, la definirono come littera textualis o textus fractus.