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Secolarismo

Con secolarismo (dal latino saeculum, che indicava tutto ciò che non appartiene alla religione) si intende una serie di trasformazioni sociali, che portano un Paese ad adottare una cultura più laica, tale che lo Stato abbia scarsa o nessuna ingerenza nella sfera religiosa e viceversa, garantendo la libertà da leggi e insegnamenti religiosi. Il secolarismo è tipico dei Paesi occidentali: anche se l'alleanza tra feudalesimo e clero cattolico non raggiunse mai il livello del cesaropapismo di tradizione orientale, il passaggio da una società feudale - dai poteri incentrati su un'unica persona e fortemente influenzata dalla religione - a una società moderna fu frutto di una lenta evoluzione: ciò è avvenuto tra il 1500 ed il 1700 (che indicano rispettivamente l'umanesimo e l'illuminismo). Il processo di secolarizzazione poté dirsi effettivamente compiuto in Europa alla conclusione delle guerre religiose, fra il 1618 ed il 1648. L'ultima guerra di religione europea è solitamente considerata la Guerra dei Trent'anni e, significativamente, la pace di Vestfalia sancì l'abbandono delle connotazioni religiose dei principati tedeschi: essi seguivano il principio Cuius regio eius religio, ma da allora svilupparono una tendenza ad evitare l'ostentazione della religione di Stato per salvaguardare la pace religiosa tra i sudditi. Ne derivò lo sviluppo della laicità dello Stato, abbracciata poi anche dalla Francia della Rivoluzione e progressivamente estesasi a tutto il continente. Il secolarismo è tipico anche per gli Stati socialisti che sovente dichiarano l'ateismo di stato oppure una "forte laicità". Ad esempio l'Unione Sovietica, la Corea del Nord, la Cina, il Vietnam, etc.

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