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La storia dell'insediamento degli ebrei in Polonia ha avuto inizio più di un millennio fa. Per secoli, la Polonia ha ospitato la più vasta comunità di ebrei nel mondo; il Paese ha rappresentato il principale centro di cultura ebraica, grazie a un lungo periodo di tolleranza religiosa e di protezione delle autonomie. Tale condizione ha avuto fine con la spartizione della Polonia, a partire dal 1772, quando cominciarono discriminazioni e persecuzioni in quello che diventò per la prima volta territorio russo con una vasta popolazione di origine ebraica. Durante la seconda guerra mondiale, a seguito dell'occupazione tedesca in Polonia, l'Olocausto progettato dalla Germania nazista ha quasi completamente distrutto la comunità ebraica polacca. Dopo la caduta del comunismo il Paese ha visto un lento ritorno della cultura ebraica, con istituzioni come il Museo della storia degli ebrei polacchi di Varsavia, eventi come il Festival della Cultura Ebraica di Cracovia e nuovi programmi educativi nelle scuole e nelle università. Dalla fondazione del Regno di Polonia nel 1025 fino ai primi anni della Confederazione polacco-lituana, la Polonia è stata considerata il Paese fra i più tolleranti in Europa. Conosciuta anche con l'espressione "paradisus iudaeorum" ("paradiso degli ebrei" in latino), diventò il rifugio per i membri delle comunità ebraiche europee perseguitate o espulse dai paesi d'origine e, all'epoca, la casa per il maggior numero di ebrei nel mondo. Secondo alcune fonti, a metà del XVI secolo circa tre quarti degli ebrei del mondo viveva in Polonia. Con l'indebolimento della Confederazione e i crescenti conflitti religiosi (la Riforma protestante e la conseguente Controriforma), a partire dal XVII secolo la tradizionale tolleranza polacca si indebolì. Dopo la Spartizione della Polonia del 1795 e la distruzione dello stato polacco, gli ebrei polacchi furono soggetti alle leggi delle nuovi nazioni sovrane, l'Impero russo, l'Impero austro-ungarico e il Regno di Prussia (più tardi parte dell'Impero tedesco). Tuttavia, quando la Polonia tornò indipendente nel 1918 alla fine della Grande Guerra, essa tornò a rappresentare il centro del mondo ebraico europeo, con una delle più vaste comunità del mondo (circa 3 milioni di persone). Il crescente antisemitismo europeo negli anni fra le due guerre mondiali proveniva da formazioni politiche, ma riuscì a trovare ampio consenso popolare. All'inizio della seconda guerra mondiale, la Polonia fu suddivisa tra la Germania nazista e l'Unione Sovietica (patto Molotov-Ribbentrop). Circa un quinto della popolazione polacca però durante la guerra, di cui circa 3 milioni erano gli ebrei polacchi deceduti nell'Olocausto, pari al 90% degli ebrei sul territorio. Sebbene il genocidio si fosse consumato prevalentemente nella Polonia occupata, furono registrati relativamente pochi casi di collaborazionismo da parte di cittadini polacchi rispetto a quelli riscontrati in altri paesi occupati. Le statistiche della Commissione Israeliana per i Crimini di Guerra indica che meno dello 0.1% dei cittadini polacchi collaborò coi nazisti. Sono riportati vari casi di resistenza all'occupazione e alle atrocità perpetrate dai tedeschi, con polacchi attivamente coinvolti nel salvare cittadini ebrei o che si sono rifiutati di rivelare informazioni su di essi, oltre a casi di indifferenza, ricatti e, in casi più estremi, di partecipazione a pogrom come quello di Jedwabne. Tuttavia, fra le diverse nazionalità, i polacchi rappresentano il gruppo più numeroso fra i Giusti tra le Nazioni dello Yad Vashem. Nel secondo dopoguerra molti dei circa 200000 sopravvissuti all'Olocausto (di cui circa 136000 arrivati dall'Unione Sovietica) registrati al Comitato Centrale degli ebrei di Polonia (CKŻP) lasciarono la Repubblica Popolare di Polonia per il nascente Stato di Israele e per il Nord e Sudamerica. Le partenze furono accelerate dallo smantellamento dell istituzioni ebraiche, dalle violenze nell'immediato dopoguerra e dall'ostilità della dottrina comunista sia verso la religione sia verso la libertà d'impresa. Inoltre, la Polonia è stata l'unico Paese del blocco orientale a permettere liberamente l'aliyah verso Israele, senza il bisogno di permessi di espatrio o visti di ingresso. La Gran Bretagna fece pressioni alla Polonia per arrestare questo esodo, senza però ottenere risultati concreti. La maggior parte degli ebrei rimasti lasciarono la Polonia alla fine del 1968, come conseguenza della campagna antisionista portata avanti dall'Unione Sovietica. Dopo la caduta dei regimi comunisti nel 1989, agli ebrei riconosciuti cittadini polacchi prima della seconda guerra mondiale fu concesso di rinnovare la propria cittadinanza polacca. Le istituzioni polacche del Paese furono in parte rinnovate, grazie al contributo delle fondazioni ebraiche statunitensi. La comunità ebraica polacca conta oggi fra i 10000 e i 20000 membri, concentrata soprattutto nelle città di Varsavia, Cracovia, Breslavia e Łódź.
Il Senato della Repubblica (spesso abbreviato semplicemente in Senato), nel sistema politico italiano, è un'assemblea legislativa che – unitamente alla Camera dei deputati – costituisce il Parlamento italiano. I due rami del Parlamento (o Camere) si rapportano secondo un sistema bicamerale perfetto, cioè svolgono in pari grado le stesse funzioni, anche se separatamente. La Costituzione italiana, in seguito alla riforma costituzionale del 1963, stabiliva che il numero dei membri elettivi del Senato della Repubblica fosse di 315, di cui, dopo la riforma costituzionale del 2001, 6 in rappresentanza degli italiani residenti all'estero; con la riforma costituzionale del 2020, però, tale numero è stato ridotto a 200, di cui 4 eletti nella circoscrizione Estero. Il mandato elettorale dei senatori elettivi coincide con la legislatura e dura pertanto 5 anni, salvo dimissioni anticipate del senatore o scioglimento anticipato delle Camere da parte del Presidente della Repubblica, sentita l'opinione dei loro presidenti. In aggiunta ai senatori elettivi, fanno parte del Senato come senatori a vita gli ex Presidenti della Repubblica, di diritto e salvo rinunzia, ed anche fino a cinque senatori di nomina presidenziale, ossia nominati autonomamente dal Presidente della Repubblica per altissimi meriti in campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Dal 19 gennaio 2018 i senatori a vita in carica sono sei, uno di diritto e cinque di nomina presidenziale, cosicché il plenum dell'assemblea è pari attualmente a 321 membri.
Il Senato (Sénat) è un ramo del Parlamento francese. Il Senato è eletto a suffragio indiretto, e anche per questo ha minore visibilità rispetto all'altro ramo, l'Assemblea Nazionale; i dibattiti al Senato sono di solito meno intensi e sono meno seguiti da parte dei mezzi di comunicazione. Il suo peso nella storia francese non è però d'altra parte da sottovalutarsi, tanto che proprio alla bocciatura del referendum sulla riforma del Senato si legò la fine della carriera politica di Charles de Gaulle nel 1969.Il Senato è inoltre escluso dal voto di fiducia all'esecutivo.L'attuale presidente è Gérard Larcher eletto il 1º ottobre 2014. Il Senato era presente anche durante il Consolato francese, il Primo ed il Secondo Impero francese, e la Terza Repubblica.
Monaco (pronuncia italiana: /ˈmɔnako/; pronuncia francese: /mɔnaˈko/; Mùnegu in ligure comune e monegasco, pronuncia /ˈmunegu/), per esteso Principato di Monaco (Principauté de Monaco in francese; Principatu de Mu̍negu in monegasco), è una città-Stato indipendente dell'Europa occidentale, confinante con la sola Francia e bagnata dal Mar Ligure. La sua località più conosciuta e prestigiosa è Monte Carlo, ossia il quartiere più centrale della città-Stato, nelle cui strade è ricavato il celebre circuito automobilistico di Formula 1, uno dei più difficili al mondo per via della sua tortuosità e varietà di percorso. Talvolta viene utilizzato erroneamente, per sineddoche, il termine Monte Carlo (talvolta riportato anche come Montecarlo) invece di Monaco o Principato di Monaco. In realtà Monte Carlo, per quanto importante e posto in posizione centrale, rappresenta solo uno dei quattro quartieri che tradizionalmente compongono il piccolo territorio del principato.
Piotr Skarga (Grójec, 2 febbraio 1536 – Cracovia, 27 settembre 1612) è stato un teologo, scrittore e gesuita polacco. Appartenne alla Compagnia di Gesù e fu predicatore alla corte di Sigismondo III di Polonia e granduca di Lituania. Fu il principale esponente della Controriforma in Polonia.
Ladislao IV (in polacco Władysław IV Waza, in russo: Владислав IV Ваза?, traslitterato: Vladislav IV Vaza; latino: Vladislaus IV Vasa o Ladislaus IV Vasa; in lituano: Vladislovas Vaza) (Cracovia, 9 giugno 1595 – Merkinė, 20 maggio 1648) Re di Polonia, figlio di Sigismondo III Vasa e di sua moglie, Anna d'Austria (conosciuta anche come Anna d'Asburgo). Fu sovrano della Confederazione Polacco-Lituana dall'8 novembre 1632 fino alla sua morte, avvenuta nel 1648. Nel 1610 il giovane Ladislao fu eletto Zar di Russia, ma non ebbe mai un ruolo attivo nel potere russo; usò comunque il titolo di Granduca di Moscovia fino al 1634. Durante questo periodo il potere in Moscovia fu nelle mani di Michele Romanov. La sua morte significò la fine dell'età dell'oro della conferedazione degli stati polacco e lituano poiché le tensioni interne, che Ladislao non era riuscito a risolvere, sfociarono nel 1653 nella disastrosa rivolta cosacca di Bohdan Chmel'nickij e nella contemporanea invasione svedese di Carlo X Gustavo della zona nord-ovest della Rzeczpospolita (la Livonia, provincia baltica della Res Publica, oggi corrispondente a Lettonia ed Estonia), accompagnata dall'invasione moscovita di Vilnius 1655 da parte dello zar Alessio Mihajlovič: evento propriamente conosciuto anche con il nome polacco di potop o di Diluvio Svedese, risolto con la sottoscrizione della Pace di Oliva [1665], con la quale l'allora ultimo regnante Vasa, Giovanni II Casimiro, rinunciò a ogni pretesa sul trono polacco, cedendo allo stesso stato scandinavo il possesso di quella che da allora verrà chiamata Livonia svedese. Ladislao IV durante il suo regno fu un fedele alleato degli Asburgo, suoi parenti materni, e membro dell'Ordine del Toson d'Oro.