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Saggio sul dono. Forma e motivo dello scambio nelle società arcaiche (titolo originale: Essai sur le don. Forme et raison de l'échange dans les sociétés archaïques), è un saggio dell'antropologo Marcel Mauss, considerato un classico dell'economia del dono. Uscito per la prima volta in Francia nel 1923-1924, su L'Année sociologique, il saggio è pubblicato in Italia da Einaudi editore (ISBN 88-06-16226-8 e ISBN 978-88-06-16226-9), nella traduzione di Franco Zannino, con introduzione di Marco Aime. Più tardi (2011) è uscito anche come allegato al "Corriere della Sera", con prefazione di Giancarlo Provasi.
Marcel Mauss (Épinal, 10 maggio 1872 – Parigi, 10 febbraio 1950) è stato un antropologo, sociologo e storico delle religioni francese, massimo esponente della scuola di Émile Durkheim. I suoi studi si concentrano soprattutto sulla magia, il sacrificio e sullo scambio del dono. Mauss ha influenzato profondamente il fondatore dell'antropologia strutturale Claude Lévi-Strauss. Il suo libro più famoso è il Saggio sul dono (1923).
Ivan Illich (Vienna, 4 settembre 1926 – Brema, 2 dicembre 2002) è stato uno scrittore, storico, pedagogista e filosofo austriaco. Personaggio di vasta cultura, viene citato spesso come teologo (definizione da lui stesso rigettata), poliglotta e storico. Viene però più spesso ricordato come libero pensatore, capace di uscire da qualsiasi schema preconcetto e di anticipare riflessioni affini a quelle altermondiste. Estraneo a qualsiasi inquadramento precostituito, la sua visione è strettamente affine all'anarchismo cristiano. Vice rettore dell'Università di Porto Rico e fondatore in Messico del Centro Intercultural de Documentación (CIDOC), ha focalizzato gran parte della sua attività in America Latina. Il suo essenziale interesse fu rivolto all'analisi critica delle forme istituzionali in cui si esprime la società contemporanea, nei più diversi settori (dalla scuola all'economia e alla medicina), ispirandosi a criteri di umanizzazione e convivialità, derivati anche dalla fede cristiana, così da poter essere riconosciuto come uno dei maggiori sociologi dei nostri tempi.
Ippolita è un gruppo di ricerca indipendente, spesso menzionato anche come gruppo conviviale. Tutte le opere sino ad ora pubblicate sono sotto licenza copyleft e frutto di una particolare forma di scrittura collaborativa. La definizione di gruppo conviviale trae origine dal concetto di convivialità del pedagogista e filosofo austriaco Ivan Illich. Ippolita è un esempio di eteronimia abbastanza tipico nella cultura digitale come nella letteratura, in Italia sono noti i casi di Luther Blissett e Wu Ming. La particolarità del gruppo di ricerca è l'interdisciplinarità, dalle opere emerge l'obiettivo di superare la distinzione tra sapere umanistico e sapere scientifico utilizzando diversi punti di vista in base alle molte competenze presenti nel collettivo, o anche, come ha sostenuto De Biase: "Qui si tratta proprio di una disciplina simbiotica e complementare" da afferire al campo delle Digital Humanities. Le ricerche del gruppo di lavoro sono ascrivibili all'ambito più generale della Critica della Rete e all'Informatica del Dominio quest'ultimo tema è ripreso sia dagli scritti di Donna Haraway che dalle riflessioni sulle tecnologie del sé di Michel Foucault.
La descolarizzazione è una teoria educativa nata negli anni Settanta sulla scia dei movimenti di contestazione ecologisti e studenteschi. Il termine viene proposto da Everett Reimer in un seminario di studi tenutosi al CIDOC (centro di documentazione messicano) ma diviene celebre grazie ad Ivan Illich. Diviene un concetto noto soprattutto grazie ai due testi "La scuola è morta" e "Descolarizzare la società" entrambi pubblicati nel 1971. Anche John Holt, considerato il fondatore dei movimenti Homeschooling e Unschooling ebbe modo di partecipare ai seminari e nel suo testo Freedom and Beyond si considera un descolarizzatore. Nel contesto italiano la teoría dei descolarizzatori venne associata negli anni Settanta ai movimenti anarchici e in generale venne disprezzata per la sua visione educativa che rivendicava la non obbligatorietà dell'educazione e denunciava il potere esercitato dagli stati respetto ai cittadini attraverso la scuola. Attualmente questa teoria non è molto conosciuta nell'ambito della pedagogia accademica, soprattutto perché a partire dagli anni Ottanta è quasi scomparsa dai manuali per l'educazione dei maestri. Quei pochi riferimenti che si possono ritrovare si muovono da considerazioni più negative, ovvero che vedono la riflessione del filosofo come il momento di negazione della scuola a posizioni più positive, che le giudicano posizioni che aprono strade inedite in contesti educativi, valorizzandone ora gli aspetti innovativi nella teoria pedagogia, ora gli aspetti critici della trasformazione politica. Negli anni Settanta, i saggi di Illich sulla descolarizzazione vengono diffusi in Italia soprattutto grazie alle più importanti riviste cattoliche: Testimonianze e La civiltà cattolica. Alcuni di questi sono oggi disponibili in Descolarizzare , e poi?, dove compaiono anche i contributi degli americani N. Postman, H. Gintis. Il testo di Everett Reimer viene pubblicato una sola volta nel '73, mentre i testi di John Holt che hanno larghissima diffusione in America restarono sconosciuti ai più nella penisola. Ai descolarizzatori si richiamano anche le diverse iniziative dei movimenti di base della scuola, impegnati in quegli anni nella lotta per l'istituto delle 150 ore.