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Le relazioni bilaterali tra Stati Uniti d'America e Israele rappresentano un fattore decisamente importante nella politica generale assunta dal governo federale statunitense in tutto il Medio Oriente e lo stesso Congresso USA ha posto una notevole importanza sul mantenimento di una relazione stretta e solidale. L'espressione principale del supporto congressuale ad Israele è stato fin dall'inizio l'aiuto esterno. A partire dal 1985 esso ha fornito difatti quasi 3 miliardi di dollari statunitensi annuali da devolvere in borse di studio, facendo così di Israele il maggior beneficiario annuale degli aiuti americani dal 1976 al 2004 e il più grande beneficiario di aiuti cumulativi (121 miliardi, non aggiustati ai livelli d'inflazione) dal 1945 in poi. Il 74% di questi fondi dev'essere speso per acquistare beni e servizi statunitensi. Più recentemente, nell'anno fiscale del 2014, gli USA hanno fornito 3,1 miliardi di aiuti militari stranieri; Israele beneficia anche di 8 miliardi di garanzie sui prestiti concessi. L'Assemblea congressuale ha monitorato la continuità degli aiuti da vicino, assieme ad altre questioni inerenti alle relazioni bilaterali, tanto che le sue preoccupazioni hanno influenzato le politiche prese dalle diverse Amministrazioni presidenziali, i Dipartimenti esecutivi e il Gabinetti federali che si sono susseguite nel tempo. Quasi tutti gli aiuti americani sono - all'avvio del XXI secolo - sotto forma di assistenza e finanziamento militare, quando invece in precedenza Israele ricevette anche una significativa assistenza in campo economico. Il forte e costante sostegno parlamentare ha portato Israele a ricevere benefici non disponibili per altri paesi. Oltre agli aiuti finanziari e militari gli Stati Uniti forniscono anche un cospicuo sostegno politico, avendo ripetutamente utilizzato il proprio diritto di veto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per 42 volte nei confronti di risoluzioni concernenti Israele; questo su un totale di 83 volte in cui il veto è stato espresso a partire dal 1946. Tra il 1991 e il 2011 sono stati usati 15 veti (su 24 totale) a protezione di Israele. L'accordo bilaterale ha subito un'evoluzione, da un'iniziale politica americana di solidarietà e sostegno alla creazione di una patria ebraica nel 1948 ad un quantomai insolito partenariato il quale collega uno Stato relativamente piccolo ma militarmente potente - dipendente in larga parte dagli USA per il mantenimento della sua forza economico-militare - con la superpotenza Americana che cerca di bilanciare altri interessi in competizione nella regione, comprese le intenzioni e i propositi della Russia. Per lo più viene sostenuto che Israele sia un alleato strategico e che le relative relazioni bilaterali rafforzino la presenza effettiva degli USA nello scacchiere Mediorientale. Israele è inoltre dal 1989 uno dei due alleati maggiori non-NATO originari di quella regione geopolitica (l'altro essendo l'Egitto). A tutto il 2015 vi sono sette principali alleati non-NATO nel Grande Medio Oriente: oltre a Israele ed Egitto anche Bahrein, Giordania, Kuwait, Marocco e Tunisia. Il membro anziano del Senato per il Partito Repubblicano Jesse Helms definiva con estrema chiarezza Israele come la "portaerei dell'America in Medio Oriente", spiegando così il perché gli USA continuavano a considerarlo un alleato strategico di questo tipo, asserendo che il punto d'appoggio militare nella regione offerto dallo Stato ebraico giustificava da solo la totalità degli aiuti concessi annualmente.
La diplomazia parallela (o diplomazia della seconda via ) è una diplomazia non governativa che può essere svolta da diversi attori, come accademici, sindacati, ONG, gruppi di riflessione, individui, associazioni, parlamentari, centri di ricerca, ecc. A volte viene definita anche "diplomazia privata",. Non dovrebbe essere confuso con la paradiplomazia, che riguarda entità del sub-stato come gli stati di una federazione che sono coinvolti direttamente nelle relazioni internazionali e talvolta autonomamente nei confronti del governo centrale. Questo può essere il caso della provincia del Quebec o di un cantone svizzero.