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Villa Borghese è un grande parco cittadino nella città di Roma che comprende sistemazioni a verde di diverso tipo, dal giardino all'italiana alle ampie aree di stile inglese, edifici, piccoli fabbricati, fontane e laghetti. È il quarto più grande parco pubblico a Roma (circa 80 ettari), dopo la parte pubblica del Parco regionale dell'Appia antica, villa Doria Pamphilj e villa Ada e si estende in gran parte sul quartiere Pinciano e in piccola parte sul rione Campo Marzio, divisi dalle Mura aureliane.
La sistemazione a prode o a rivale o alla toscana è una tradizionale sistemazione idraulico-agraria del terreno in uso nell'Italia Centrale e in Emilia-Romagna nel Seicento e nel Settecento, adatta alla regimazione idraulica di terreni di medio impasto tendenti all'argilloso o al limoso. Lo schema ricorda quello della sistemazione a larghe, da cui differisce per la presenza di filari di piante arboree e per la minore superficie degli appezzamenti. I campi sono di forma rettangolare, larghi 15-30 metri e lunghi circa 80-120 metri. La baulatura è longitudinale, con linea di colmo disposta lungo la mezzeria dell'appezzamento e linee di pendenza orientate simmetricamente verso i lati maggiori. L'affossatura comprende fossi di raccolta sia longitudinali sia trasversali: le scoline, dette prode, affiancano l'appezzamento in corrispondenza dei lati maggiori e confluiscono in capofossi, disposti lungo le testate di più appezzamenti allineati. Ogni appezzamento è servito da una capezzagna, in corrispondenza di una delle testate, e affiancato da un capofosso, che scorre lungo la testata opposta. L'incidenza delle tare è dell'ordine del 6-8%. Ogni proda è affiancata da un filare di piante arboree su uno o su entrambi i lati. Fra le specie arboree impiegate ricorrevano spesso l'olmo, l'acero, il gelso. Olmi e aceri erano generalmente sfruttati come tutori vivi per la vite maritata, mentre il gelso era sfruttato per la bachicoltura. Il consistente volume dell'affossatura rende questa sistemazione adatta alla regimazione idraulica di terreni poco permeabili, tuttavia la presenza delle piante arboree e le dimensioni contenute dei campi si prestano poco alla meccanizzazione delle colture erbacee, perciò la sistemazione a prode è caduta in disuso nella moderna agricoltura.
La sistemazione a larghe o alla ferrarese o larga ferrarese è una tradizionale sistemazione idraulico-agraria del terreno in uso nella Pianura Padana, adatta alla regimazione idraulica di terreni di medio impasto. La sistemazione è costituita da appezzamenti di forma rettangolare, larghi 30-50 metri e lunghi circa 200 metri. Nel tempo si è portata la lunghezza anche fino a 800 metri per migliorare le condizioni per la meccanizzazione. La baulatura è longitudinale, con linea di colmo disposta lungo la mezzeria dell'appezzamento e linee di pendenza orientate simmetricamente verso i lati maggiori. Nella tipologia tradizionale non era contemplata la presenza di filari di piante arboree, prevista, invece, nella sistemazione a prode. L'affossatura comprende fossi di raccolta sia longitudinali sia trasversali: le scoline affiancano l'appezzamento in corrispondenza dei lati maggiori e confluiscono in capofossi, disposti lungo le testate di più appezzamenti allineati. Ogni appezzamento è servito da una capezzagna, in corrispondenza di una delle testate, e affiancato da un capofosso, che scorre lungo la testata opposta. Le capezzagne confluiscono in strade di servizio aziendali o vicinali (stradoni). L'incidenza delle tare è dell'ordine del 6-8%, in funzione della tessitura del terreno e, soprattutto, della lunghezza degli appezzamenti. Questa sistemazione è meno efficace, dal punto di vista idraulico, rispetto ad altre diffuse nella Pianura Padana, perciò meno adatta per terreni di difficile regimazione come, ad esempio, quelli ad alto tenore in limo o in argilla. D'altra parte è più adatta alla meccanizzazione dei seminativi, per la forma regolare degli appezzamenti, l'assenza di piante arboree, la lunghezza relativa delle larghe. L'unico elemento che ostacola la meccanizzazione è la presenza dei capofossi trasversali, che possono rappresentare un intralcio alla manovra nelle testate. Per tale motivo, gli adattamenti alla meccanizzazione richiedono il distanziamento dei capofossi o, eventualmente, la copertura, investimento non trascurabile dal punto di vista economico. Nel complesso gli adattamenti e le modifiche strutturali hanno consentito alla sistemazione a larghe la sopravvivenza, sia pure con varianti più semplificate, rispetto ad altri sistemi caduti in disuso con la meccanizzazione.
Il Giardino di Boboli è un parco storico della città di Firenze. Nato come giardino granducale di Palazzo Pitti, è connesso anche al Forte di Belvedere, avamposto militare per la sicurezza del sovrano e la sua famiglia. Il giardino, che accoglie ogni anno oltre 800.000 visitatori, è uno dei più importanti esempi di giardino all'italiana al mondo ed è un vero e proprio museo all'aperto, per l'impostazione architettonico-paesaggistica e per la collezione di sculture, che vanno dalle antichità romane al XX secolo. Il giardino di Boboli è uno dei più famosi giardini della penisola. I giardini furono costruiti tra il XVI e il XIX secolo, dai Medici, poi dagli Asburgo-Lorena e dai Savoia, e occupano un'area di circa 45.000 m². Alla prima impostazione di stile tardo-rinascimentale, visibile nel nucleo più vicino al palazzo, si aggiunsero negli anni nuove porzioni con differenti impostazioni: lungo l'asse parallelo al palazzo nacquero l'asse prospettico del viottolone, dal quale si dipanano vialetti ricoperti di ghiaia che portano a laghetti, fontane, ninfei, tempietti e grotte. Notevole è l'importanza che nel giardino assumono le statue e gli edifici, come la settecentesca Kaffeehaus (raro esempio di gusto rococò in Toscana), che permette di godere del panorama sulla città, o la Limonaia, ancora nell'originario color verde Lorena. Il giardino ha quattro ingressi fruibili dal pubblico: dal cortile dell'Ammannati di Palazzo Pitti, dal Forte di Belvedere, da via Romana (l'ingresso di Annalena) e dal piazzale di Porta Romana, oltre a un'uscita "extra" su piazza Pitti.