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Il colonialismo italiano ebbe inizio alla fine del XIX secolo, con l'acquisizione pacifica dei porti africani di Assab e Massaua, sul mar Rosso. A seguito della spartizione dell'Africa da parte delle potenze europee (1881-1914), il Regno d'Italia deteneva il controllo dell'Eritrea e della Somalia, oltre che di Cirenaica, Tripolitania e Isole egee, sottratte all'Impero ottomano nel corso della guerra italo-turca (1911-1912). Sussisteva anche una concessione italiana a Tientsin, in Cina, sin dal 1901. Nel corso della prima guerra mondiale, un corpo di spedizione italiano occupò preventivamente l'Albania meridionale per impedirne la conquista da parte dell'Impero austro-ungarico, instaurandovi un protettorato (1917-1920). Il regime fascista di Benito Mussolini, salito al potere dopo il conflitto mondiale, manifestò l'intenzione di espandere i possedimenti del regno e soddisfare le pretese degli irredentisti. Nel 1934 Cirenaica e Tripolitania furono unite nella Libia italiana; con la guerra del 1935-36 l'Italia conquistò l'Etiopia, che fu unita ad Eritrea e Somalia per dare vita all'Africa Orientale Italiana, nel 1938 Vittorio Emanuele III d'Italia assunse il titolo di Primo maresciallo dell'Impero e fu proclamata ufficialmente la nascita dell'impero italiano che durò sino alla caduta del fascismo. Nel 1939 fu nuovamente conquistata l'Albania, regno che fu quindi posto in unione personale con quello d'Italia (1939-1943). Dopo l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale nel 1940, il territorio metropolitano del regno, assieme a quello delle colonie e delle zone di occupazione militare, raggiunse la sua massima espansione. I territori italiani - oltre a quelli fin qui citati - si estendevano allora da parte della Francia meridionale ai protettorati e alle occupazioni nei Balcani (Slovenia, Dalmazia, Croazia, Montenegro, Grecia), alla Somalia britannica. Sia le colonie storiche sia le acquisizioni più recenti andarono tuttavia perdute a causa delle successive vicende belliche e dell'armistizio tra l'Italia e gli Alleati (8 settembre 1943). Allo Stato italiano, seppur schieratosi a fianco degli Alleati dopo il 1943, furono imposte dure condizioni dal trattato di Parigi del 1947: tra di esse, la perdita di tutte le colonie ad eccezione della Somalia, amministrazione fiduciaria italiana dal 1950. Il 1º luglio 1960 la Somalia ottenne l'indipendenza, sancendo così la fine dell'ottantennio coloniale italiano.
La storia degli ebrei in Francia - corrispondente al territorio attualmente occupato - sembra risalire al I secolo dell'era volgare, per poi proseguire fino ai giorni nostri, facendo in tal modo della presenza comunitaria ebraica francese una delle più antiche nell'intera Europa occidentale. Giunti nel territorio della Gallia, poco dopo la Conquista della Gallia (58-51) ad opera degli eserciti di Giulio Cesare, gli ebrei vi rimasero sotto la dinastia dei Merovingi prima e dei Carolingi poi, conoscendo un periodo di relativa prosperità. Nel corso dell'XI secolo la Francia medievale divenne un centro fiorente di apprendimento della cultura ebraica: era abitata a settentrione dalle comunità degli Aschenaziti - ove fiorì nella Champagne la scuola di Rashi e dei suoi continuatori Tosafisti - mentre in meridione trovò un notevole sviluppo la storia degli ebrei in Provenza e Linguadoca. La situazione cominciò a deteriorarsi fortemente con l'avvio della Prima crociata (1095-99), per poi proseguire con i processi pubblici intentati contro il Talmud (1240-42) e le espulsioni, inizialmente temporanee ed in seguito definitive. Un millennio dopo la loro istituzione non esistettero praticamente più ebrei nel regno di Francia. Le uniche comunità di un certo peso e rilievo, poste comunque al di fuori dei confini del regno, rimangono gli "Ebrei del papa" ad Avignone (vedi Contado Venassino) e quelli dell'Alsazia. Circa un secolo dopo l'espulsione degli ebrei dalla penisola iberica (1492), alcuni cripto-ebrei originari del regno del Portogallo iniziarono ad insediarsi a Bordeaux e a Bayonne. Nel corso del XVII secolo anche gli ebrei alsaziani e della Lorena si vennero a ritrovare sotto la giurisdizione francese, a seguito della pace di Westfalia (1648). Gli ebrei francesi furono i primi europei a godere dell'emancipazione ebraica, che venne loro concessa all'inizio della Rivoluzione francese, sia nel territorio metropolitano che nelle colonie. Tuttavia il "franco-giudaismo", nell'ambito della laicità in Francia, viene a corrispondere con un accresciuto antisemitismo in Francia il quale - persistendo nonostante l'uguaglianza giuridica - si esaspera in particolar modo nel contesto dell'affare Dreyfus (1895) prima e sotto il governo di Vichy (1940-44) poi, il quale attuò una politica di attivo collaborazionismo con il nazionalsocialismo. Brutalmente isolata dal resto della popolazione e perseguitata con un particolare zelo dalla "Milice française", 75.000 ebrei furono deportati e morirono durante l'occupazione tedesca della Francia nord-occidentale nei campi di concentramento nazisti, soprattutto rifugiati provenienti dall'Europa orientale e dalla Germania nazista; ma anche 24.000 ebrei francesi (corrispondenti al 10% dell'intera popolazione ebraica metropolitana) persero la vita. Il 75% della popolazione ebraica francese riuscì tuttavia a sopravvivere al conflitto. La Quarta Repubblica francese rimase nonostante tutto la scelta naturale per molti ebrei costretti a lasciare l'Egitto e le ex colonie francesi del Nordafrica tra gli anni cinquanta e sessanta, dopo che questi paesi raggiunsero l'indipendenza. La comunità ebraica francese, fino a questo momento in primo luogo composta da aschenaziti assimilati, tende a farsi sempre più sefardita ed attaccata alle tradizioni dell'ebraismo ortodosso. Nel XXI secolo la Quinta Repubblica francese ha la più grande popolazione ebraica europea e la terza per dimensioni nel mondo intero, dopo Israele e gli Stati Uniti d'America (vedi Storia degli ebrei negli Stati Uniti d'America). Ai giorni nostri comprende 478.000 persone, che vivono principalmente nella capitale Parigi e nella regione dell'Île-de-France oltre che a Lione, Marsiglia, Tolosa, Strasburgo e Nizza; tutte le proprie tendenze ed affiliazioni religiose interne vi si trovano rappresentate, dai Charedì ultra-ortodossi agli assimilati laici i quali generalmente contraggono matrimonio interreligioso.Altre stime danno fino a 550-600.000 persone, ma il risultato dipende in larga parte dall'auto-definizione adottata (vedi "Chi è ebreo?"). Tuttavia a partire dal 2010 la comunità si trova a dover affrontare una nuova ondata di antisemitismo, con le sue matrici nell'islamismo, che si traduce in attacchi spesso mortali ad istituzioni e individui tra cui i più gravi sono stati gli Attentati di Tolosa e Montauban del 2012 e la cattura di ostaggi all'Hyper Cacher a Porte de Vincennes nel 2015. Infine, con le Elezioni presidenziali in Francia del 2017, l'ascesa sempre più radicata degli estremisti suscita una forte inquietudine. Circa 200.000 ebrei di nazionalità francese vivono attualmente in Israele a seguito dell'Aliyah.
La Somalia italiana (in arabo: الصومال الإيطالي Al-Sumal Al-Italiy, in somalo Dhulka Talyaaniga ee Soomaaliya, in inglese Italian Somaliland) fu, dal 1889 al 1908, un protettorato e poi, dal 1908, una colonia italiana. Nel 1936 divenne Governatorato della Somalia nell'Africa Orientale Italiana. Nel corso della Seconda guerra mondiale, nel 1941, avvenne l'occupazione da parte del Regno Unito che si protrasse fino al 1949-1950. Dal 1950 fino al 1960 fu sotto l'Amministrazione fiduciaria Italiana per conto dell'ONU. La storia della Somalia come Stato sovrano inizia a partire dal 1960.
La repubblica di Lucca fu un antico Stato dell'Italia centro-settentrionale, sorto all'inizio del XII secolo e che si mantenne indipendente fino al 1799. Dopo quella data lo Stato di Lucca continuò ad esistere, ma fu de facto dipendente dalle grandi potenze del tempo, prima dal Primo Impero francese poi dall'Impero austriaco, che lo trasformarono in un principato unito a Piombino, infine in un ducato per i Borboni di Parma. Il ducato di Lucca fu annesso il 4 ottobre 1847 al Granducato di Toscana. La repubblica di Lucca si estendeva oltre la città omonima sul contado circostante nella parte nord-occidentale dell'odierna regione Toscana, ai confini con l'Emilia e la Liguria.
Le Province dell'India, ancor prima Presidenze dell'India britannica e prima ancora, Città presidenziali, erano le divisioni amministrative del governo britannico in India. Collettivamente erano chiamate British India. In una forma o nell'altra, esistettero dal 1612 al 1947, e vengono convenzionalmente suddivise in tre periodi storici: Dal 1612 al 1757 la Compagnia britannica delle Indie orientali mise in piedi numerosi fondachi in diversi luoghi, in particolare nell'India costiera, col consenso degli imperatori moghul o di regnanti locali. I principali loro rivali erano in quest'epoca gli avamposti commerciali di Portogallo, Danimarca, Paesi Bassi e Francia. Dalla metà del XVIII secolo iniziarono a comparire tre Città presidenziali: Madras, Bombay e Calcutta. Dal 1757 al 1858, cioè durante il periodo del governo diretto della compagnia britannica delle Indie orientali sull'India, la compagnia stessa iniziò gradualmente ad acquisire sovranità su gran parte del subcontinente indiano, organizzandosi in quelle che vennero chiamate "Presidenze". Ad ogni modo nella politica locale si iniziò ad inserire anche la Corona inglese, facendo quindi perdere molti dei privilegi mercantili acquisiti dalla Compagnia. A seguito dei Moti indiani del 1857 i restanti poteri della compagnia vennero trasferiti alla Corona inglese. Nel nuovo British Raj (1858–1947), la sovranità si estese in alcune nuove regioni, come l'Alto Burma. Incrementando di estensione e di numero, ad ogni modo, le presidenze vennero spezzettate in "Province".
La Francia (/ˈfranʧa/; in francese: France, /fʁɑ̃s/), ufficialmente Repubblica francese (in francese: République française), è uno Stato principalmente situato nell'Europa occidentale, ma che possiede ugualmente territori disseminati su più oceani e altri continenti. La Francia è una repubblica costituzionale unitaria avente un regime semipresidenziale. Parigi è la capitale, la lingua ufficiale è il francese, le monete ufficiali sono l'euro e il franco Pacifico nei territori dell'oceano Pacifico. Il motto della Francia è «Liberté, Égalité, Fraternité», e la sua bandiera è costituita da tre bande verticali di uguali dimensioni di colore blu, bianco e rosso. L'inno nazionale è La Marsigliese. È uno stato formatosi all'inizio dell'Alto Medioevo, che prende il suo nome dal popolo dei Franchi. Dall'inizio del XVII secolo alla prima metà del XX secolo, ha posseduto un vasto impero coloniale. Nella seconda metà del secolo è stata uno degli stati fondatori dell'Unione Europea. Inoltre è la terza potenza nucleare mondiale, uno dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ed uno stato aderente all'NATO. Ugualmente è membro del G7, del G20, della zona euro, dello Spazio Schengen ed ospita la sede del Consiglio d'Europa, del Parlamento europeo e dell'UNESCO. La Francia possiede una certa influenza in materia politica, economica, militare e culturale in Europa e nel mondo come media potenza. Esercita la sua sovranità su territori presenti su tre oceani e quattro continenti. La sua geopolitica è importante a livello mondiale, perché possiede un gran numero di ambasciate e consolati, secondo solo agli Stati Uniti d'America, e dispone di basi militari su tutti i continenti. La Francia detiene la prima zona economica esclusiva (spazio marittimo) al mondo, al quale si aggiunge un'estensione piattaforma continentale di 579 000 km² nel 2015. È, nel 2014, la terza potenza economica europea dopo la Germania e il Regno Unito, e la sesta potenza economica mondiale per prodotto interno lordo nominale (nona a parità di potere d'acquisto), e possiede un livello di vita molto elevato. Il 1º gennaio 2016 la popolazione totale della Francia è di circa 67,2 milioni d'abitanti, secondo le stime pubblicate dall'INSEE, di cui 64 513 000 nelle regioni metropolitane, 2 114 000 nelle regioni ultramarine e 604 400 nelle collettività d'oltre mare e in Nuova Caledonia. È il secondo stato più popolato dell'Unione europea dopo la Germania. Inoltre è anche lo stato più esteso dell'Unione europea e il terzo paese più vasto d'Europa. Antica potenza coloniale, la sua cultura si è diffusa attraverso il mondo ed è oggi membro dell'Organizzazione internazionale della francofonia. Il francese è la seconda lingua più studiata al mondo ed è una delle sei lingue ufficiali dell'Organizzazione delle Nazioni unite.
La campagna del Caucaso comprende l'insieme degli eventi accaduti sul fronte del Caucaso durante la prima guerra mondiale, eventi che coinvolsero in primo luogo dapprima l'Impero ottomano e l'Impero russo, e poi, dopo la dissoluzione dell'impero russo nel 1917, anche la Repubblica Democratica di Armenia, la Dittatura Centrocaspiana e l'Impero britannico. La campagna del Caucaso può essere considerata sia come una parte del teatro di guerra del Medio Oriente sia, in alternativa, come parte del fronte del Caucaso. Lo svolgimento della campagna interessò un'area molto vasta che si estendeva dalla catena del Caucaso all'Anatolia Orientale, un'area che comprendeva anche Trebisonda, Bitlis, Muş e Van. Accanto al conflitto principale, combattuto su terra, vi furono anche attacchi della Marina Russa nella regione del Mar Nero dell'Impero Ottomano. Durante il 1915 ed il 1916 i russi avanzarono in profondità nel territorio ottomano, ma le offensive russe sul Caucaso terminarono a causa degli eventi legati alla Rivoluzione russa, cominciata il 3 febbraio 1917, visto che i reparti dell'Armata del Caucaso abbandonarono le posizioni sul fronte. Le truppe ottomane, pesantemente logorate da oltre due anni di guerra, inizialmente non furono in grado di approfittare del vuoto lasciato dai russi. La fine dell'Impero Russo portò con sé la nascita di nuove entità politiche indipendenti nei territori della ex Transcaucasia Russa, dapprima il Comitato speciale per la Transcaucasia e poi la Repubblica Federale Democratica Transcaucasica, che ebbe breve vita e si divise in tre repubbliche democratiche indipendenti (Armenia, Georgia e Azerbaigian). Il conflitto con gli ottomani non era tuttavia terminato, pertanto, al fine di contrastare la probabile controffensiva del nemico, furono create dalle unità militari appartenenti agli stati di nuova formazione, unità che comprendevano anche gli irregolari ed i volontari armeni, veterani della campagna del Caucaso. Durante il 1918 dal caos politico-militare che stava sconvolgendo la Russia sorsero anche altri stati indipendenti, fra cui la Dittatura Centrocaspiana e la Repubblica dell'Armenia montanara. Inoltre cambiarono le alleanze sul campo di battaglia e giunsero nella regione forze militari schierate dalle grandi potenze i cui interessi strategici passavano per il Caucaso, per esempio la Dunsterforce britannica. Non esiste una data unica per la fine della campagna: il conflitto fra l'Impero Ottomano e l'Impero Russo, si concluse con il trattato di Brest-Litovsk del 3 marzo 1918, mentre lo scontro fra l'Impero Ottomano e la Repubblica Democratica di Armenia terminò con il trattato di Batumi del 4 giugno 1918. Anche le altre repubbliche indipendenti firmarono dei trattati di pace con gli ottomani. Le forze turche rimasero impegnate nella guerra contro la Dittatura centrocaspiana, la Repubblica dell'Armenia montanara e la Dunsterforce britannica fino alla firma dell'armistizio di Mudros del 30 ottobre 1918.