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Il positivismo è un movimento filosofico e culturale, nato in Francia nella prima metà dell'Ottocento e ispirato ad alcune idee guida fondamentali riferite in genere all'esaltazione del progresso scientifico. Questa corrente di pensiero, trainata dalle rivoluzioni industriali e dalla letteratura a esso collegata, si diffonde nella seconda metà del secolo a livello europeo e mondiale influenzando anche la nascita di movimenti letterari come il verismo in Italia e il naturalismo in Francia. Il positivismo non si configura dunque come un pensiero filosofico organizzato in un sistema definito come quello che aveva caratterizzato la filosofia idealistica, ma piuttosto come un movimento per certi aspetti simile all'illuminismo, di cui condivide la fiducia nella scienza e nel progresso scientifico-tecnologico, e per altri affine alla concezione romantica della storia che vede nella progressiva affermazione della ragione la base del progresso o evoluzione sociale.
Per antipositivismo s'intende non una corrente univoca, ma un orientamento di pensiero di autori che fanno capo a concezioni filosofiche diverse tra loro, ma accomunate da una forte opposizione al positivismo. Come osserva Nicola Abbagnano: «Nonostante questa profonda incidenza culturale, il Positivismo...ha finito per sembrare un nuovo dogmatismo, avente la pretesa di racchiudere l'uomo negli schemi riduttivi della scienza. Anzi, il Positivismo... è apparso come una nuova metafisica della scienza...Tutto ciò spiega la massiccia "reazione antipositivistica" che ha caratterizzato la filosofia degli ultimi decenni dell'Ottocento e degli inizi del Novecento.» A questa reazione ha contribuito lo sviluppo stesso delle scienze avvenuto proprio in contrasto con «il quadro gnoseologico ed epistemologico del Positivismo» Nascono così, tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, filosofie che hanno in comune una intensa opposizione al positivismo rivendicando, soprattutto in Francia con Émile Boutroux, Maurice Blondel, Henri Bergson il carattere spiritualista del pensiero indirizzato a «...riconoscere il primato della coscienza nell'interpretazione della realtà e a concepire la filosofia come auscultazione interiore e ripiegamento dell'anima su se stessa...» e altre correnti di pensiero come il neoidealismo di Samuel Alexander, di Alfred North Whitehead e, in Italia, di Benedetto Croce e di Giovanni Gentile che vogliono riaffermare la storia, «come sfera della libertà e dello spirito, e quindi di ogni valore morale, rispetto a quello della scienza sperimentale, come sfera della necessità e della natura, irresponsabile e perciò scevra di valori.» Diverse correnti idealistiche hanno apprezzato l'intento antimetafisico e antiastrattistico, del positivismo e hanno voluto presentarsi esse stesse come dotate di una maggiore "positività" nella loro stessa interpretazione del reale: «così, per es., tanto il pragmatismo del James e dello Schiller quanto l'intuizionismo del Bergson e la fenomenologia del Husserl si sono talora definiti come migliore o assoluto positivismo, e lo stesso termine è stato qualche volta usato anche a proposito dell'idealismo italiano contemporaneo (pur così antipositivistico nel suo iniziale atteggiamento polemico) per alludere al suo carattere di piena giustificazione della concreta esperienza.» Con il termine "antipositivismo" s'intende anche un diverso metodo d'indagine nello studio dei fenomeni sociali che si sostiene non possano essere indagati allo stesso modo dei fenomeni naturali utilizzando statistiche e esperimenti. Gli aderenti a questa corrente sociologica, chiamata anche "interpretativismo" o "sociologia interpretativa", si basano nei loro studi sulla ricerca etnografica, sulle conversazioni e analisi o su interviste aperte.
Marie-François-Pierre Gonthier de Biran, più conosciuto come Maine de Biran (Bergerac, 29 novembre 1766 – Parigi, 20 luglio 1824), è stato un filosofo e psicologo francese.
La filosofia del XIX secolo prende avvio dalla precedente stagione dell'Illuminismo, a cui contrappone i nuovi ideali del Romanticismo, sostituendo a una concezione della ragione astratta e livellatrice, che in nome dei suoi principi generici era giunta a produrre le stragi della Rivoluzione Francese, una «ragione storica» che tenesse conto anche delle peculiarità e dello spirito dei diversi popoli, a volte assimilati a degli organismi viventi, con una loro anima e una loro storia. I forti e radicali cambiamenti in campo filosofico furono accompagnati da sviluppi nella politica, nella letteratura, nell'arte, nell'economia, nella scienza, dando luogo nella seconda metà del XIX secolo alla corrente del positivismo.
Descartes è un comune francese di 3.883 abitanti situato nel dipartimento dell'Indre e Loira, nella regione Centro-Valle della Loira: il villaggio un tempo era chiamato La Haye-en-Touraine, e qui nacque il celebre filosofo Cartesio (René Descartes), in onore del quale la cittadina ne prese il nome nel 1967.
Renato Cartesio, in francese René Descartes ([ʀəne dekaʀt]) e in latino Renatus Cartesius (La Haye en Touraine [oggi Descartes], 31 marzo 1596 – Stoccolma, 11 febbraio 1650), è stato un filosofo e matematico francese, ritenuto fondatore della matematica e della filosofia moderna. Cartesio estese la concezione razionalistica di una conoscenza ispirata alla precisione e certezza delle scienze matematiche a ogni aspetto del sapere, dando vita a quello che oggi è conosciuto con il nome di razionalismo continentale, una posizione filosofica dominante in Europa tra il XVII e il XVIII secolo.
L'attualismo è una forma di idealismo sviluppata da Giovanni Gentile ed evolutasi dalla dialettica di contrastanti correnti (che pur fioriscono da una comune visione del mondo): l'idealismo trascendentale di Immanuel Kant e l'idealismo assoluto di Georg Hegel.