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Statuti cadorini

Gli Statuti cadorini, ai quali vanno associati quegli statuti speciali conosciuti sotto il nome di Laudi, sono una raccolta di leggi e di norme di diritto consuetudinario che costituiscono un importantissimo ed abbondante corpus di documenti giuridici di età tardo-medievale e che collocano quell'area geografica denominata Cadore in una posizione particolare rispetto al panorama storico-giuridico del resto del territorio italiano. La gestione autonoma del territorio era fondata sulle Regole rappresentando uno degli esempi più caratteristici della gestione di proprietà collettiva dell'arco alpino. Questi testi redatti in latino notarile od in volgare hanno da sempre suscitato l'interesse di storici e giuristi. Tuttavia, sorprendentemente, solo di recente è stato messo in evidenza un ulteriore aspetto non meno importante, l'aspetto filologico e linguistico. Infatti, i Laudi presentano una evidente dialettalità ladino-cadorina riscontrabile nella micro-toponomastica locale e nel lessico, in particolare per quanto riguarda l'esercizio dell'attività agricola e silvo-pastorale, degli strumenti di lavoro e quant'altro. Il manoscritto originale dello Statuto del 1338 fu sottratto come bottino di guerra nel 1511 dalle truppe imperiali di Massimiliano I a Pieve di Cadore durante la guerra cambraica. Fu portato dapprima a Dobbiaco e successivamente a Trento. Oggidì viene conservato al Tiroler Landesarchiv, l'archivio della Luogotenenza di Innsbruck. Tentarono i cadorini, a più riprese, di riottenerlo ma invano. Una copia anastatica dell'originale è presente presso la Magnifica Comunità di Cadore quale «dono» ricevuto dal Tirolo nel 2004.

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