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La conquista del Messico fu compiuta da un piccolo esercito comandato da Hernán Cortés in nome del re Carlo I di Spagna, nel periodo dal 1519 al 1521; questi territori furono annessi all'Impero spagnolo. Il 15 dicembre del 1521 la capitale dell'impero azteco, México-Tenochtitlan, fu presa dagli spagnoli al termine di una campagna militare favorita dalla ribellione di popolazioni che, fino ad allora sottomesse al dominio azteco, vedevano nei conquistadores la possibilità di affrancarsi dalla schiavitù. La conquista, proseguita negli anni 1521–1525 estendendosi ai territori dell'attuale Messico e a parte degli Stati Uniti d'America meridionali, al di là degli aspetti militari ebbe risvolti di carattere sociale, culturale e religioso, dando così vita a una nuova identità culturale che esiste tuttora nei paesi centroamericani. Le colonie spagnole dell'America centrale, riunite amministrativamente nel vicereame della Nuova Spagna, venivano sfruttate dagli spagnoli come fonte di risorse minerarie e agricole, provocando una notevole insofferenza nella popolazione abbiente locale, i cosiddetti "creoli". La situazione maturò gradatamente in un movimento d'indipendenza del Messico che, iniziato nel 1810, raggiunse l'obiettivo nel 1821. Oltre ai diari dello stesso Cortés, per la ricostruzione del periodo storico in oggetto la storiografia si è appoggiata alla Historia verdadera de la conquista de la Nueva España di Bernal Díaz del Castillo e all'opera di Francisco López de Gómara Historia general de las Indias, basata non sulla diretta partecipazione alla conquista, ma sui resoconti che Cortés e altri conquistadores fecero di persona all'autore.
Lo stadio Azteca (in spagnolo Estadio Azteca) è un impianto calcistico di Città del Messico. Ospita le partite interne del Club América e, solitamente, della Nazionale di calcio messicana. Lo stadio è noto anche Santa Úrsula (in quanto sorge nell'omonimo quartiere), da cui Coloso de Santa Úrsula, e come stadio Guillermo Cañedo, ma il suo nome ufficiale è Azteca come tributo alla storica civiltà degli Aztechi. L'impianto è l'unico ad aver ospitato due finali del campionato mondiale di calcio, nel 1970 e nel 1986 (la partita Brasile-Uruguay dell'edizione del 1950 giocata al Maracanã non può essere considerata una finale in quanto fu semplicemente l'ultima gara del girone). Risulta essere lo stadio ad aver ospitato complessivamente più partite della fase finale di un mondiale, 19, ripartite nelle edizioni del 1970 (10) e 1986 (9). Tale record è destinato ad aumentare in seguito all'assegnazione dell'edizione del 2026 alla candidatura congiunta Messico-Stati Uniti-Canada, che include lo stadio fra quelli previsti ad ospitare partite nella fase finale. Fu anche sede della finale del torneo olimpico di calcio del 1968 oltre che della CONCACAF Gold Cup, ma la sua fama è legata all'incontro di semifinale del campionato mondiale del 1970 tra le Nazionali di calcio di Italia e Germania Ovest, conclusasi 4-3 a favore dei primi e passata alla storia come Partita del secolo; sedici anni più tardi fu anche teatro al contempo sia del goal segnato con una mano da Diego Maradona alla formazione dell'Inghilterra e, pochi minuti più tardi, di quello, realizzato dallo stesso giocatore, giudicato in seguito come gol del secolo.
I sacrifici umani erano un aspetto importante della cultura e della religione azteca, nonostante le proporzioni di questa pratica siano tuttora in discussione tra gli studiosi. Gli spagnoli che per primi ebbero contatti con gli Aztechi dicono chiaramente nei propri scritti che il sacrificio umano era largamente praticato in tutta la Mesoamerica. Ad esempio, l'opera di Bernal Díaz del Castillo intitolata Historia verdadera de la conquista de la Nueva España comprende testimonianze oculari dei resti di vittime sacrificali. Inoltre esistono numerose fonti secondarie scritte dai frati che narrano di sacrifici umani, storie raccontate loro dagli stessi nativi americani. Attualmente, quasi tutti gli studiosi accettano il fatto che i sacrifici fossero praticati all'interno dell'impero azteco, così come in tutta la Mesoamerica precolombiana. A partire dalla fine degli anni settanta, gli scavi delle offerte rinvenute presso il Templo Mayor di Tenochtitlán, la Piramide della Luna di Teotihuacan e altri siti archeologici, hanno fornito prove fisiche di sacrifici avvenuti tra i popoli mesoamericani.Sono state proposte dai moderni studiosi varie interpretazioni della pratica azteca del sacrificio umano, sia riguardanti il significato religioso sia quello sociale. Ad esempio, una teoria che è stata ampiamente screditata è quella secondo la quale la dieta mesoamericana era carente di proteine, e che il cannibalismo di vittime sacrificali era una componente necessaria della dieta del tempo. Altre teorie collegano la pratica a speciali fattori socio-psicologici oppure la considerano uno strumento politico. Buona parte degli studiosi mesoamericani, comunque, considera i sacrifici aztechi come parte della millenaria tradizione culturale dei sacrifici della Mesoamerica. I sacrifici umani tra le popolazioni indigene precolombiane rappresentano un argomento controverso. La discussione in merito viaggia di pari passo con quella tendente a decidere se i popoli nativi americani fossero buoni selvaggi o barbari primitivi, con alcuni studiosi che tendono a romanticizzare la descrizione dei sacrifici umani, mentre altri tendono a estremizzarli.
I mexica (pron. mescìca; nahuatl: Mēxihcah [meːˈʃiʔkaʔ], singolare Mēxihcatl) o mexicas — meglio noti come aztechi nella storiografia occidentale - furono una delle grandi civiltà precolombiane, la più florida e viva al momento del contatto con gli Spagnoli. Provenienti dalla California settentrionale, si svilupparono nella regione mesoamericana dell'attuale Messico dal secolo XIV al XVI. Il nome con cui essi stessi si indicavano è "Mexica" o "Tenochca", e non Aztechi, non a caso Mexica è tuttora il termine usato per definire i loro discendenti; il termine azteco è invece stato coniato solo molti secoli dopo dal geografo tedesco Alexander von Humboldt per distinguere queste popolazioni precolombiane dall'insieme dei Messicani moderni. Spesso con il termine "azteco" ci si riferisce esclusivamente al popolo residente a Tenochtitlán (dove oggi si trova Città del Messico), situata su un'isola del lago Texcoco, che faceva riferimento a se stessa come Mēxihcah Tenochcah [meːˈʃiʔkaʔ teˈnot͡ʃkaʔ] o Cōlhuah Mēxihcah [ˈkoːlwaʔ meːˈʃiʔkaʔ]. Talvolta il termine comprende anche gli abitanti delle due principali città-stato alleate di Tenochtitlan, gli Acolhua di Texcoco e i Tepanechi di Tlacopan, che insieme con i Mexica formavano la Triplice alleanza azteca spesso conosciuta come "impero azteco". In altri contesti, "azteco" può riferirsi a tutti i vari stati della città e dei loro popoli che hanno condiviso gran parte della loro storia etnica e tratti culturali con i Mexica, con gli Acolhua e con i Tepanechi e che spesso utilizzavano la lingua nahuatl come lingua franca. In questo senso si può parlare di una civiltà azteca comprensiva di tutti i modelli culturali comuni per la maggior parte dei popoli che abitarono il Messico centrale nel periodo tardo post-Classico. A partire dal XIII secolo, la Valle del Messico è stata il cuore della civiltà azteca; qui la capitale della Triplice alleanza azteca, la città di Tenochtitlan, fu costruita su isole nel lago Texcoco. La Triplice Alleanza formò un impero tributario che espanse la propria egemonia politica ben oltre la Valle del Messico, conquistando altre città di tutto il Mesoamerica. Al suo apice, la cultura azteca vantava ricche e complesse tradizioni mitologiche e religiose, oltre ad aver raggiunto la capacità di realizzare notevoli manufatti architettonici e artistici. Nel 1521 Hernán Cortés, conquistò Tenochtitlan e sconfisse la Triplice alleanza azteca che al momento si trovava sotto la guida di Montezuma II (vedi Conquista dell'impero azteco). Successivamente, gli spagnoli fondarono il nuovo insediamento di Città del Messico sul sito della capitale azteca in rovina; da qui poi procedettero con il processo di colonizzazione dell'America Centrale. La cultura e la storia azteca sono conosciute principalmente attraverso le testimonianze archeologiche rinvenute negli scavi, come quello del famoso Templo Mayor a Città del Messico; da codici scritti su corteccia; da testimonianze oculari dei conquistadores spagnoli come Hernán Cortés e Bernal Díaz del Castillo; e soprattutto dalle descrizioni del XVI e XVII secolo della cultura e della storia scritti da ecclesiastici spagnoli e da letterati Aztechi, come il famoso Codice Fiorentino compilato dal frate francescano Bernardino de Sahagún con l'aiuto di informatori originari aztechi.
La religione azteca è una religione mesoamericana che combina elementi di politeismo, sciamanesimo ed animismo, oltre ad aspetti legati all'astronomia ed al calendario. Come altre religioni mesoamericane, unisce i sacrifici umani a numerose feste religiose la cui ricorrenza seguiva il calendario azteco. Vantava un pantheon molto ampio; gli Aztechi adottavano spesso come proprie divinità quelle di altre regioni geografiche, o di altri popoli. La cosmologia azteca divideva il mondo in livelli alti e bassi, ognuno associato ad un particolare insieme di divinità e di oggetti celesti. Nella religione azteca un importante ruolo era giocato da sole, luna e Venere, ad ognuno dei quali erano associati diversi significati simbolici e religiosi, ed erano legati a dei ed a luoghi geografici. Buona parte del pantheon azteco era un retaggio delle precedenti civiltà mesoamericane e di altri popoli, quali Tlaloc, Quetzalcoatl e Tezcatlipoca, e si trattava di dei venerati con nomi diversi in molte culture durante tutta la storia della Mesoamerica. Le divinità più importanti erano Tlaloc, dio della pioggia, Huitzilopochtli, dio padre della tribù Mexica, Quetzalcoatl, eroe culturale e dio della civiltà e dell'ordine e Tezcatlipoca, dio del destino e della fortuna, legato alla guerra ed alla magia. Ognuna di queste divinità possedeva un proprio tempio nella capitale azteca di Tenochtitlán. Tlaloc e Huitzilopochtli venivano venerati nel Templo Mayor. Una pratica religiosa comune tra gli Aztechi era la ricreazione del divino: gli eventi mitologici venivano ricreati ritualmente e le persone viventi impersonavano particolari dei, venendo riveriti come dei, e spesso sacrificati.
L'Impero azteco (nahuatl: Mēxihcatlahtohcāyōtl) o Triplice Alleanza Azteca non è molto dissimile rispetto agli imperi della storia europea. Come molti imperi europei, infatti, era composto da molte etnie ma era un sistema di tribù più che un vero e proprio sistema di amministrazione. Arnold Toynbee, nell'opera "Guerra e civilizzazione", lo paragona all'impero assiro anche per la violenza di alcune pratiche, in particolare religiose durante le quali si praticavano i sacrifici umani. Il membro più importante del governo azteco è l'Imperatore. Il titolo Nahuatl per una posizione del genere, hueyi tlatoani, si traduce con "grande grande", ma letteralmente "grande oratore"; i Tlatoque erano la classe regnante. Questo ufficio prese gradualmente più potere con la crescita di Tenochtitlán, e col tempo "imperatore" divenne un'analogia giusta; come nell'Impero romano, il titolo non era ereditario. L'huey tlatoani spesso sceglieva il successore insieme ai propri consiglieri. La maggior parte dell'impero azteco fu formata da un uomo, Tlacaelel (in Nahuatl "cuore virile"). Anche se gli fu offerta l'opportunità di essere un tlatoani, preferì stare dietro il trono. Tlacaelel era nipote del tlatoani Itzcóatl, e fratello di Chimalpopoca e Motecuhzoma I, il suo titolo era Cihuacoatl (in onore della dea, traducibile con "consigliere"), ma come riportato nel Codice Ramírez, "quello che ordinava Tlacaelel, veniva fatto al più presto". Diede al governo azteco una nuova struttura, ordinò la distruzione della maggior parte dei libri Aztechi (la sua spiegazione fu che erano pieni di inesattezze) così poté riscrivere la loro storia. Inoltre Tlacaelel riformò la religione Azteca, ponendo il dio tribale Huitzilopochtli sullo stesso piano degli antichi dei nahuas, Tlaloc, Tezcatlipoca, e Quetzalcoatl. In questo modo Tlacalel creò una coscienza storica per gli Aztechi. Creò anche l'istituzione della guerra rituale (le guerre dei fiori) come un modo per avere combattenti addestrati, e la necessità di sacrifici umani costanti "per tenere il Sole in movimento". Alcuni scrittori credono che le classi più alte erano consapevoli di questa falsificazione, il che può spiegare le azioni che fece Montezuma quando incontrò Hernán Cortés. Ma, infine, le istituzioni contribuirono alla caduta dell'impero Azteco. Il popolo di Tlaxcala fu conquistato risparmiando delle vittime, a costo di partecipare alla guerra dei fiori. Quando Cortés venne a sapere ciò, li avvicinò ed essi diventarono suoi alleati. I Tlaxcaltechi fornirono migliaia di uomini a supportare le poche centinaia di spagnoli. La strategia di guerra Azteca era basata sulla cattura di prigionieri che poi venivano sacrificati. Politicamente l'impero, costituito da una confederazione di città-stato, principati e regni tributari, si fondava sulla confederazione delle tre città-stato che lo avevano fondato: Tenochtitlán, Texcoco e Tlacopan. Le tre città, dominavano l'area corrispondente all'incirca all'odierno Messico dal 1428 fino alla sconfitta contro i conquistadores spagnoli di Hernán Cortés nel 1521, componevano la confederazione del Cem Anahuàc (l'Unico Mondo) e ognuna era governata da propri re ed istituzioni. La predominanza di Tenochtitlán, capitale degli Aztechi Tenocha, si accentuò rispetto alle altre due città-stato solo nell'ultimo secolo della civiltà azteca. Il resto dell'impero confederato era formato da varie province che raggruppavano più città-stato e principati e distinte anche per gruppi etnici. Prima di questa vi fu un'altra triplice alleanza meno nota, formata dalle città di Azcapotzalco, Culhuacan e Coatlinchan. L'alleanza fu formata da Itzcóatl di Tenochtitlan, Acolmiztli Nezahualcóyotl di Texcoco, e dalla piccola città stato di Tlacopán nel 1428. Nonostante il nome parli di Triplice Alleanza, Tenochtitlan occupava una posizione dominante e Tlacopán aveva una molto debole. Tenochtitlán e Texcoco ricevevano ciascuno 2/5 dei tributi mentre a Tlacopán ne spettava 1/5. Quando nel 1520 gli Spagnoli arrivarono a contatto con gli Aztechi la città di Tlacopán era quasi scomparsa e le terre dell'alleanza erano dominate da Tenochtitlan. Al suo massimo splendore l'Alleanza controllava gran parte del Messico Centrale da costa a costa, con l'eccezione di una piccola area al sud-est di Tenochtitlan: Il regno Tlaxcalteca, corrispondente al moderno stato Messicano di Tlaxcala. Furono i Tlaxcaltechi, che si allearono con Cortés nel 1521 per far crollare l'Impero Azteco.
La cioccolata calda è una bevanda dolce composta da latte, zucchero e cacao o cioccolato, da cui il nome. Divenne molto popolare in Europa dopo che nel vecchio continente arrivò la pianta di cacao, proveniente dalle Americhe.