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Le notizie sull'origine del popolo tibetano sono poche ed incerte, ma sembra comunque discendere dalle tribù nomadi guerriere. Tuttavia, prima del VII secolo, non vi sono evidenze di presenza di un popolo politicamente compatto. Molti miti bön, poi ripresi dal buddhismo tibetano, parlano dell'origine del Tibet. Uno di questi fa risalire l'origine del popolo tibetano all'unione tra una scimmia ed un'orchessa che ebbero sei figli, considerati gli antenati delle principali sei tribù tibetane. La scimmia è considerata dal buddhismo tibetano una manifestazione di Chenrezig (Avalokiteśvar), il Bodhisattva della Compassione.
Nel corso del tempo vi sono state, e continuano ancor oggi ad essercene, molte opposizioni ai diritti LGBT, provenienti da vari gruppi della società civile, sia politici che religiosi. Le organizzazioni più influenti che si oppongono alla concessione di diritti egualitari per lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT), contestano in particolar modo la promulgazione di leggi favorevoli riguardanti il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la possibilità di adozione da parte di coppie dello stesso sesso, ma anche tutti quei provvedimenti legislativi volti a limitare all'interno del tessuto sociale la discriminazione anti-LGBT (cfr. Omofobia) e le disposizioni anti discriminatorie relative in materia di occupazione, di alloggio e di bullismo omofobico nelle istituzioni scolastiche. La vasta rete di opposizione può comprendere anche l'omogenitorialità, le unioni civili, e l'accesso alle tecniche di riproduzione assistita. Questi gruppi anti-LGBT fanno spesso parte dell'ortodossia religiosa od appartengono alla galassia del conservatorismo sociale. Tale opposizione può essere motivata da convinzioni di natura prettamente morale, dalla propria fede religiosa ma anche dall'omofobia, dal bigottismo moralista e/o da ideologia politica estremista, soprattutto di destra; in certi casi ciò può anche condurre alla vera e propria violenza contro le persone LGBT e a crimini d'odio.
"Offende i sentimenti del popolo cinese" (伤害中国人民的感情S) è uno slogan politico spesso utilizzato dal Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese, oltre che dalle organizzazioni mediatiche statali cinesi quali il Quotidiano del Popolo, il China Daily, Agenzia Nuova Cina e il Global Times, per esprimere dissenso o condanna verso parole, azioni o politiche portate avanti da persone, organizzazioni, o governi che siano percepiti come avversi nei riguardi della Cina, facendo appunto leva su quello che sarebbe identificabile come il tipico argumentum ad judicium per far valere le proprie accuse nei confronti del bersaglio prescelto. Tale slogan politico è spesso alternativamente formulata come "offensivo verso il sentire comune di 1 miliardo e 300 milioni di persone" (伤害13亿人民感情S) e "offensivo per il sentimento della Zhonghua minzu" (伤害中华民族的感情S), dove Zhonghua minzu si può tradurre come "razza cinese" o "nazione cinese" (sebbene, letteralmente, significa "etnia cinese") e include tutti i cinesi nel mondo, a prescindere dall'etnia (quella maggioritaria è l'etnia Han).