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L'epilessia del lobo temporale, o TLE (dall'inglese Temporal Lobe Epilepsy) è una condizione neurologica cronica, una forma di epilessia focale (o parziale) caratterizzata da crisi epilettiche diurne e/o notturne che possono essere silenti o tramutarsi in crisi generalizzate spesso accompagnate da convulsioni (crisi tonico-clonica). Sono conosciuti più di 40 tipi di epilessia, classificate in parziali e generalizzate: le epilessie ad insorgenza parziale sono circa il 60% di tutti i casi di epilessia dell'adulto, e l'epilessia del lobo temporale è la forma più comune di epilessia refrattaria.La TLE viene solitamente diagnosticata durante l'infanzia o l' adolescenza, attraverso l'anamnesi del paziente, esami del sangue e imaging cerebrale. Può avere diverse cause tra le quali trauma cranico, ictus, infezioni cerebrali, lesioni del cervello o tumori cerebrali, ma può anche essere di origine sconosciuta. Viene trattata con anticonvulsivanti o attraverso la chirurgia. Un'altra opzione è la stimolazione elettrica del cervello attraverso l'impianto di un dispositivo chiamato stimolatore del nervo vago.
L'epilessia del lobo frontale, è un disturbo neurologico caratterizzato da brevi e ricorrenti crisi che si verificano nel lobo frontale del cervello, spesso mentre il paziente sta dormendo. È il secondo tipo di epilessia più comune dopo l'epilessia del lobo temporale. Entrambe le forme sono caratterizzate da crisi parziali (focali) che verificarsi in due diverse forme: crisi semplici (che non influiscono sullo stato di coscienza o sulla memoria) o crisi complesse (che influenzano lo stato di coscienza o la memoria prima, durante o dopo una crisi). I sintomi e le manifestazioni cliniche dell'epilessia del lobo frontale possono variare a seconda dell'area specifica interessata.L'inizio di una crisi può essere difficile da rilevare poiché i lobi frontali contengono e regolano molte strutture e funzioni di cui si sa relativamente poco. Vista la scarsa conoscenza delle funzioni associate ai lobi frontali, le convulsioni che si verificano in queste regioni del cervello possono produrre sintomi insoliti che possono essere confusi erroneamente con disturbi psichiatrici, convulsioni non epilettiche o disturbi del sonno.Durante l'insorgenza di un attacco, il paziente può presentare una postura anomala del corpo, tic sensomotori, o altre anomalie nelle abilità motorie. In alcuni casi, durante un attacco possono verificarsi risate o pianti incontrollabili. Le persone afflitte da questa patologia non sempre sono consapevoli dei loro comportamenti anomali. All'epilessia del lobo frontale può seguire un breve periodo di confusione post-crisi, spesso non rilevabile, che non dura quanto i periodi di confusione a seguito di epilessia del lobo temporale. Le cause scatenanti l'epilessia del lobo frontale sono diverse, e vanno dalla genetica al trauma cranico. Sebbene l'epilessia del lobo frontale sia spesso erroneamente diagnosticata, possono essere effettuati test come l'EEG o l'MRI per rivelare la presenza di un tumore o di una malformazione vascolare. A differenza della maggior parte degli EEG epilettici, le anormalità negli EEG del lobo frontale ne precedono l'insorgenza fisica e aiutano nella localizzazione dell'origine della crisi. I farmaci anticonvulsivanti possono controllare l'insorgenza delle crisi, ma se risultano inefficaci il paziente può subire un intervento chirurgico al fine di rimuovere le aree focali del lobo frontale.
L'epilessia (dal greco ἐπιληψία, "essere preso, colto di sorpresa ") è una condizione neurologica caratterizzata da ricorrenti manifestazioni dette "crisi epilettiche". Questi eventi possono avere una durata abbastanza breve, tanto da passare quasi inosservati (solamente in rari casi) fino a prolungarsi per lunghi periodi. Nell'epilessia, le crisi tendono a ripetersi e spesso non vi è una causa rilevabile nell'immediato, mentre un attacco che si verifica a seguito di una specifica motivazione non è considerato epilessia.Nella maggiore parte dei casi, l'eziologia non è nota, anche se alcuni individui possono sviluppare l'epilessia come risultato di alcune lesioni cerebrali, a seguito di un ictus, per un tumore al cervello o per l'uso di droghe e alcol. Anche alcune rare mutazioni genetiche possono essere correlate all'instaurarsi della condizione. Gli attacchi epilettici sono il risultato dell'attività eccessiva e anormale dei neuroni (le cellule del cervello) della corteccia cerebrale. In genere la diagnosi consiste nell'escludere altre possibili condizioni che possano causare sintomi simili, ricorrendo a tecniche di imaging biomedico del cervello e esami del sangue. La diagnosi di epilessia spesso può essere confermata mediante l'elettroencefalogramma (EEG), tuttavia un risultato normale in questo test non può escludere la condizione.Gli attacchi epilettici vengono generalmente controllati tramite farmaci in circa il 70% dei casi. In coloro che non rispondono alla terapia farmacologia si può fare ricorso alla chirurgia, alla neurostimolazione o a cambiamenti nell'alimentazione. Non tutti i casi di epilessia sono permanenti e molte persone possono andare incontro a miglioramenti tali da non rendere più necessari i farmaci. Circa l'1% della popolazione mondiale soffre di epilessia e quasi l'80% dei casi si riscontra nei paesi in via di sviluppo. Nel 2013, l'epilessia ha causato 116.000 decessi, in aumento rispetto ai 111.000 del 1990. L'epilessia diventa più comune nelle persone anziane.