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Storia della Bulgaria

La storia della Bulgaria include il periodo che inizia dai primi insediamenti nei territori della moderna Bulgaria, alla sua formazione come stato-nazione e comprende la storia del popolo bulgaro e della sua origine. I primi resti umani scoperti in quella che oggi è la Bulgaria risalgono al 44.000 a.C. All'incirca nel 5000 a.C. esisteva già una sofisticata civiltà che produsse alcune delle prime ceramiche e delle prime opere di gioielleria al mondo. Dopo il 3000 a.C. fecero la loro comparsa nella penisola balcanica i traci. Nel 500 a.C. circa formarono il potente regno degli Odrisi, il quale successivamente entrò in declino e cadde sotto il dominio persiano, macedone, celtico ed in seguito fu assorbito dall'impero romano. Questo insieme di popoli antichi fu quindi assimilato dagli slavi, che si stabilirono in modo permanente nella penisola balcanica dopo il 500 d.C. Nel 632 d.C. i proto-bulgari, provenienti dall'Asia centrale, diedero vita ad uno Stato indipendente a nord del Mar Nero, che divenne noto come Grande Bulgaria sotto il dominio del khan Kubrat. La spinta espansionistica dei cazari portò all'assoggettamento della Grande Bulgaria nella seconda metà del VII secolo d.C.. Uno dei successori di Kubrat, Asparuh, migrò con alcune delle tribù bulgare nell'area intorno al delta del Danubio ed in seguito conquistò la Scizia minore e la Mesia inferiore strappandole all'impero bizantino, espandendo il suo nuovo regno nella penisola balcanica.Un trattato di pace con Bisanzio nel 681 e la fondazione di una capitale bulgara permanente a Pliska, a sud del Danubio, segnano l'inizio del primo impero bulgaro. Il nuovo Stato raccoglieva i residui delle popolazioni trace e le nuove popolazioni slave sotto il dominio di un ristretto numero di proto-bulgari, dando inizio ad un lento processo di mutua assimilazione. Nei secoli successivi la Bulgaria si affermò come un impero potente, che estese il proprio dominio sui Balcani attraverso una tradizione militare aggressiva, che portò allo sviluppo di un'identità etnica distinta. La sua popolazione differenziata culturalmente ed etnicamente si unì sotto un'unica religione, un'unica lingua ed un unico alfabeto che preservò la coscienza nazionale bulgara, a discapito delle invasioni e delle influenze straniere. Nell'XI secolo il primo impero bulgaro crollò sotto gli attacchi della Rus' di Kiev e dei bizantini, e divenne parte dell'impero bizantino fino al 1185, quando una rivolta guidata da due fratell, Asen e Petăr della dinastia Asen, ristabilì lo Stato bulgaro nella forma del secondo impero bulgaro. Dopo aver raggiunto il proprio apogeo negli anni trenta del XIII secolo, la Bulgaria entrò in declino a causa di numerosi fattori, soprattutto per la posizione geografica che la rendeva vulnerabile ad attacchi simultanei e ad invasioni su più lati. Una ribellione contadina, una delle poche di questo genere ad aver avuto successo nella storia, mise sul trono come zar il porcaro Ivailo. Il suo breve regno fu essenziale nel recupero, almeno parziale, dell'integrità dello Stato bulgaro. Ne seguì un periodo relativamente fiorente dopo il 1300, che ebbe termine nel 1371, quando la Bulgaria si divise in tre piccoli regni. Nel 1396, questi regni erano stati soggiogati dall'impero ottomano. In seguito all'eliminazione della nobiltà e del clero bulgaro da parte dei turchi ottomani, la Bulgaria entrò in una età di oppressione, di ristagno intellettuale e di malgoverno, che avrebbe lasciato la sua cultura distrutta ed isolata dal resto d'Europa per i successivi 500 anni. Una parte dell'eredità culturale bulgara fu assorbita dalla nascente cultura della Russia. Con il declino dell'impero ottomano a partire dall'inizio del XVIII secolo cominciarono ad emergere dei segni di ripresa della coscienza nazionale. Nel XIX secolo il Risorgimento bulgaro divenne una componente chiave della lotta per l'indipendenza, che sarebbe culminata nella fallita rivolta d'aprile nel 1876, che fu il motivo scatenante della Guerra russo-turca del 1877 e della successiva liberazione della Bulgaria. L'iniziale trattato di Santo Stefano fu rifiutato dalle grandi potenze occidentali, ed il successivo trattato di Berlino, restrinse i territori sotto la giurisdizione bulgara alla Mesia ed alla regione di Sofia. In questo modo molti bulgari rimasero al di fuori dei confini del nuovo Stato, e ciò fu la motivazione che definì l'approccio militaristico della Bulgaria negli affari regionali e la sua alleanza con la Germania in entrambe le guerre mondiali. Dopo la seconda guerra mondiale la Bulgaria divenne uno Stato comunista, dominato da Todor Živkov per un periodo di 35 anni. Lo sviluppo economico della Bulgaria durante questa era si interruppe negli anni ottanta e il collasso del sistema comunista in Europa orientale segnò un punto di svolta nello sviluppo del paese. Una serie di crisi economiche negli anni novanta lasciò la maggior parte dell'industria e dell'agricoltura bulgara nel caos, anche se con l'elezione di Simeon Sakskoburggotski a primo ministro nel 2001 ebbe inizio un periodo di relativa stabilità. La Bulgaria entrò a far parte della NATO nel 2004 e dell'Unione europea nel 2007.

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