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Il trattato di Benevento fu un importante trattato tra il Papato di Adriano IV ed i Normanni del Regno di Sicilia. Dopo anni di relazioni turbolente, il papa si rassegnò finalmente a concludere la pace con i sovrani d'Altavilla. Nel 1156 il papa era rimasto il solo ad opporsi ai Normanni: l'esercito di Michele Paleologo era stato annientato, l'esercito di Federico Barbarossa era tornato in Germania e i ribelli all'autorità reale in Puglia, uomini come Roberto II di Capua o Riccardo II dell'Aquila, avevano deposto le armi o erano stati imprigionati. In breve, il papa non aveva alleati per continuare le ostilità. Inoltre la popolazione lo aveva scacciato da Roma ed egli si era trasferito a Benevento, che era territorio papale da oltre un secolo. L'esercito siciliano si avvicinò a Benevento ed il papa fu costretto a scendere a patti. Il cancelliere pontificio Rolando Bandinelli (futuro papa Alessandro III) ed il nobiluomo romano Oddo Frangipane furono inviati per negoziare. Guglielmo di Tiro suggerisce che la città fosse assediata, ma testimoni oculari lo contraddicono. Re Guglielmo I di Sicilia inviò il suo ammiratus ammiratorum, Maione di Bari e due suoi primati Ugo Arcivescovo di Palermo, Romualdo II Guarna Arcivescovo di Salerno nonché il vescovo Guglielmo Calano e Marino Abate della Badia di Cava. Partendo da una posizione di vantaggio, la delegazione siciliana ottenne un notevole successo con la firma del trattato il 18 giugno 1156. La sovranità di re Guglielmo fu riconosciuto su Sicilia, Puglia, Calabria, e Campania, così come su Capua, le città costiere di Amalfi, Napoli e Gaeta, e sui territori recentemente conquistati in Italia centrale: Marche ed Abruzzi, che erano già stati reclamati da Ruggero ed Alfonso, fratelli maggiori di Guglielmo. Il tributo al papa di 600 scifati, concordato con Ruggero II in base trattato di Mignano del 1139 fu confermato ed un altro di 400 scifati fu aggiunto per le nuove terre conquistate. Il papa ebbe il diritto di inviare legati nel reame peninsulare, ma analogo diritto ebbe il re in Sicilia, quindi il papa dovette rinunciare a molta della sua autorità sull'isola. Nella chiesa di San Marciano il papa incoronò Guglielmo re di Sicilia, Puglia e Capua. Egli ricevette il Bacio della Pace e offrì al papa doni d'oro e argento. Uno dei principali autori del trattato fu il giovane notaio Matteo d'Aiello, che successivamente acquisirà grande fama in Sicilia. Il manoscritto originale è conservano nell'Archivio Segreto Vaticano.
La Sicilia (AFI: /siˈʧilja/; Sicilia in siciliano, Səcəlia in galloitalico di Sicilia, Siçillja in arbëresh, Σικελία in neogreco), ufficialmente denominata Regione siciliana (e non Regione Sicilia come viene talvolta impropriamente menzionata), è una regione autonoma a statuto speciale di 4 851 833 abitanti, con capoluogo Palermo. Il territorio della regione è costituito quasi interamente dall'isola omonima, la più grande isola dell'Italia e del Mediterraneo, nonché la 45ª isola più estesa nel mondo, bagnata a nord dal Mar Tirreno, a ovest dal Canale di Sicilia, a sud-ovest dal Mar di Sicilia, a sud-est dal canale di Malta, a est dal Mar Ionio e a nord-est dallo stretto di Messina che la separa dalla Calabria, con la parte rimanente che è costituita dagli arcipelaghi delle Eolie, delle Egadi e delle Pelagie e dalle isole di Ustica e Pantelleria. È la regione più estesa d'Italia, la quarta per popolazione (dopo Lombardia, Lazio e Campania), e il suo territorio è ripartito in 390 comuni a loro volta costituiti in tre città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) e sei liberi Consorzi comunali. Le più antiche tracce umane nell'isola risalgono al 20.000 a.C. circa. In era preistorica fiorirono le culture dette di Stentinello, di Castelluccio, di Thapsos, e da qualche decennio è stata indiziata anche una "cultura" dei dolmen. Popoli provenienti dal Medioriente e da ogni parte d'Europa vi s'insediarono nei vari millenni, stratificandosi e fondendosi coi popoli autoctoni. Si ricordino i Sicani che in parte possono essere definiti come i discendenti dei primi abitatori dell'isola, i Siculi e gli Elimi. L'VIII secolo a.C. vide la Sicilia colonizzata dai Fenici e soprattutto dai Greci, nei successivi 600 anni si verificò l'ascesa della grande potenza di Siracusa che con i Tiranni Gerone I e Dionisio I unificò sotto il proprio controllo, in una sorta di monarchia, tutta la Sicilia posta ad est del fiume Salso, inclusi pure molti centri abitati dai Siculi. Il successivo regno siceliota agatocleo, nel periodo della sua massima espansione, aveva come confine occidentale il Fiume Platani, estendendosi sulla parte orientale della Sicilia; su Gela, su Akragas e sul suo circondario; su Selinunte; sui territori dei Siculi e dei Sicani (stanziati nell'interno), su Reghion, Locri e sull'estremità meridionale della Calabria. Solo l'estremità occidentale della Sicilia rimaneva in mano ai Cartaginesi che controllavano le città di Lilibeo, Drepanon e Panormo, e agli Elimi, loro alleati. Durante questa lunga fase storica la Sicilia fu campo di battaglia delle guerre greco-puniche e poi delle romano-puniche. L'isola fu poi assoggettata dai Romani e divenne parte dell'impero fino alla sua caduta nel V secolo d.C.. Fu quindi terra di conquista e, durante l'Alto Medioevo, conquistata da Vandali, dagli Ostrogoti, dai Bizantini, dagli Arabi, che ne ripristinarono dopo secoli l'indipendenza, istituendo l'Emirato di Sicilia, e dai Normanni con questi ultimi che fondarono il Regno di Sicilia, che durò dal 1130 al 1816; dopo la breve parentesi degli Angioini, con la rivolta del vespro, nel 1282, tornò indipendente sotto la denominazione di Regno di Trinacria. L'isola poi divenne un vicereame di Spagna, passò brevemente ai Savoia e all'Austria e, infine, nel XVIII secolo, ai Borbone, sotto i quali, unito il regno di Sicilia al regno di Napoli, sorse nel 1816 il Regno delle Due Sicilie. La Sicilia fu unita allo Stato italiano nel 1860 con un plebiscito, in seguito alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi durante il Risorgimento. A partire dal 1946 la Sicilia è divenuta regione autonoma e dal 1947 ha nuovamente un proprio parlamento, l'Assemblea regionale siciliana o ARS, istituita ancor prima della nascita della Repubblica italiana.
Il Regno di Sicilia fu uno Stato sovrano esistito dal 1130 al 1816, ovvero fino all'istituzione del Regno delle Due Sicilie. Costituito nel 1130, con Ruggero II d'Altavilla (fusione della Contea di Sicilia e del Ducato di Puglia e Calabria) e durato fino all'inizio del XIX secolo, la sua sovranità fu assicurata dall'assai longevo Parlamento con sede a Palermo. Per questo è considerato da diversi studiosi come il prototipo del moderno Stato europeo. Il nuovo Stato insisteva, oltre che sulla Sicilia, su tutti i territori del Mezzogiorno, attestandosi come il più ampio e importante degli antichi Stati della penisola italiana. A seguito di contrasti con Manfredi di Svevia, appartenente alla famiglia imperiale degli Hohenstaufen che era succeduta agli Altavilla, papa Clemente IV nominò il giorno dell'Epifania del 1266 Carlo I d'Angiò nuovo Rex Siciliae. Ma il pesante fiscalismo imposto dai sovrani della dinastia di origine angioina e il malcontento diffuso a tutti gli strati della popolazione isolana determinarono la rivolta del Vespro; seguì la guerra dei novant'anni tra Pietro III d'Aragona, imparentato con gli Hohenstaufen, e gli Angiò. Sconfitto, il 26 settembre 1282 Carlo d'Angiò lasciò definitivamente la sola Sicilia nelle mani degli Aragonesi che con Federico III di Sicilia diedero vita alla autonoma Casa regnante degli Aragona di Sicilia. Alla stipula della Pace di Caltabellotta (1302) seguì la formale divisione del regno in due: Regnum Siciliae citra Pharum (noto nella storiografia moderna come Regno di Napoli dal 1805) e Regnum Siciliae ultra Pharum (Regno di Sicilia, che, per un certo periodo, dal 1282 al 1416, fu noto anche come Regno di Trinacria). Dal 1412 i sovrani della dinastia Aragonese governarono il "Regno di Sicilia ultra" come vicereame. Dal 1516 il regno di Sicilia con Carlo V passò agli Asburgo di Spagna, governato da un vicerè, fino al 1713 (de facto fino al 1707). Il regno con Carlo di Borbone tra il 1734 e il 1735, fu retto in unione personale con il regno di Napoli, e così dai suoi successori, fino all'unificazione giuridica nel dicembre 1816, con la istituzione del Regno delle Due Sicilie.
La prigione (anche carcere, penitenziario, dispregiativo gattabuia o galera), è un luogo, generalmente sotto l'amministrazione diretta di uno Stato, in cui sono reclusi individui resi privi di libertà personale in quanto riconosciuti colpevoli di reati per i quali sia prevista una pena detentiva. Negli Stati di diritto la detenzione ha luogo normalmente solo per irrogazione di tale pena a seguito di un processo; alcune categorie di soggetti possono essere rinchiusi nel luogo di detenzione anche per motivi e cause diverse.
Il castello normanno-svevo di Gioia del Colle è un castello di origine normanna situato nel centro storico di Gioia del Colle. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo lo gestisce tramite il Polo museale della Puglia, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.
Il castello normanno-svevo di Bari (conosciuto anche come u Castídde in barese), edificio simbolo della città di Bari, è un imponente fortezza che si erge ai margini della città vecchia. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale della Puglia, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.