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Storia di Mandello del Lario

Il territorio sul quale sorge la cittadina di Mandello del Lario è stato formato, nel corso dei millenni, dal torrente Meria (Neria per il geologo lecchese Antonio Stoppani) le acque del quale, scendendo dal gruppo delle Grigne, hanno portato a valle ingenti quantità di detriti, che, sempre più protendendosi verso il lago, hanno formato il cono di deiezione sul quale è sorto l'abitato. Le frazioni collinose poggiano invece su strati morenici qui formati dal Ghiacciaio Abduano, la cui altezza, sull'attuale livello del lago (199 m) era di 1200 m. Di ciò fanno testo i massi erratici o "trovanti" sparsi lungo le propaggini della Grigna e in particolare sul versante nord dello Zucco di Sileggio, sopra Somana. Dell'età Eneolitica è il ritrovamento di scheletri, ceramiche e oggetti litici nella "grotta del Maiale" siglata Lo- Co- 2373 nel territorio del Comune. Nell'età del Ferro (VII secolo a.C.) il territorio mandellese viene occupato dalla prima invasione celtica. Mandello del Lario era, dunque, un insediamento di Galli, i cui resti sono stati ritrovati (soprattutto tombe, coppe e fibule, conservate ed esposte al museo nazionale di Zurigo) nel periodo 1840-45, in prossimità dell'ex setificio Keller, dall'omonimo paleontologo svizzero Ferdinando Keller. Altri sepolcri, realizzati con le pietre locali, sono venuti alla luce nella frazione di Gorlo (verso Somana) e in altre zone del paese. Si pensa che sullo sperone roccioso attualmente occupato dal santuario di Santa Maria esistesse un castelliere, villaggio preistorico fortificato costruito in luogo elevato, dal quale era possibile controllare tutte le vie di accesso: dal lago ai passi prealpini della Grigna.

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