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La transverberazione o trasverberazione (dal latino transverberare, cioè trafiggere) o assalto del Serafino o, quando si manifesta esteriormente, ferita d’amore, indica, nella mistica cattolica, la trafittura del cuore con un oggetto affilato (freccia o lancia), da parte di una creatura angelica o di Cristo stesso. Non va confusa con le stigmate o piaghe d'amore, sia per la diversa localizzazione nel corpo, sia perché sarebbe accompagnata dalla visione dell'autore della ferita e da dolore morale oltre che fisico. Secondo san Giovanni della Croce, si tratta di cauterizzazione mistica fra la Trinità e la persona, paragonandola a una purificazione amorosa.
Rifāʿiyya (in arabo: ﺭﻓﺎﻋﻴـة) è una confraternita islamica, il cui nome deriva dal suo santo eponimo (pir), Shaykh Abu l-'Abbas Ahmad al-Rifa'i, discendente di Maometto attraverso i due figli di Fāṭima. Molti elementi dell'agiografia del fondatore e della storia della confraternita stessa si collegano ad un'altra ṭarīqa, la Qadiriyya, fondata da Abd al-Qadir al-Gilani: le due confraternite condividono inoltre alcune linee di silsila, ovvero di discendenza dai maestri fondatori.
Maometto (AFI: /maoˈmetto/; in arabo أبو ﺍﻟﻘﺎﺳﻢ محمد بن عبد الله بن عبد ﺍﻟﻤﻄﻠﺐ ﺍﻟﻬﺎﺷﻤﻲ, Abū l-Qāsim Muḥammad ibn ʿAbd Allāh ibn ʿAbd al-Muṭṭalib al-Hāshimī; La Mecca, 570 circa – Medina, 8 giugno 632) è stato il fondatore e il profeta dell'Islam, «l'uomo che tutti i musulmani riconoscono loro profeta». È indicato in volgare italico arcaico anche come Macometto.Considerato l'ultimo esponente di una lunga tradizione profetica, entro la quale egli occupa per i musulmani una posizione di assoluto rilievo, venendo indicato come «Messaggero di Dio» (Allah), «Sigillo dei profeti» e «Misericordia dei mondi» (per citare solo tre degli epiteti onorifici attribuitegli per tradizione), Maometto sarebbe stato incaricato da Dio stesso, tramite l'angelo Gabriele, di predicare l'ultima Rivelazione all'umanità.
Muhammad ibn ʿAlī ibn Muhammad ibn al-ʿArabī ((in arabo: أبو عبد الله محمد بن علي بن محمد بن العربي الحاتمي الطائي, Abū ʿAbd Allāh Muḥammad ibn ʿAlī ibn Muḥammad ibn al-ʿArabī al-Ḥātimī al-Ṭāʾī), più noto come Ibn ʿArabī; Murcia, 28 luglio 1165 – Damasco, 16 novembre 1240) è stato un filosofo, mistico e poeta arabo. La sua opera ha influenzato molti intellettuali e mistici sia orientali sia occidentali. Alcuni studiosi ritengono che egli abbia in qualche misura influenzato, seppure in modo indiretto, anche Dante e San Giovanni della Croce. È conosciuto in Occidente come Doctor Maximus e in alcuni paesi islamici con i titoli di Muḥyī al-Dīn ("Colui che rivivifica la religione") e di al-Shaykh al-Akbar ("Il sommo Maestro"). Il grande studioso orientalista francese Henry Corbin non esita a definirlo "Uno dei più grandi teosofi visionari di tutti i tempi."
Il neologismo antislamismo denota l'opposizione e critica all'islamismo, cioè all'Islam politico, un insieme di ideologie che ritengono che l'Islam debba guidare la vita sociale e politica così come la vita personale. L'antislamismo non va confuso con l'islamofobia, che indica pregiudizio e discriminazione verso l'Islam come religione e verso i musulmani come credenti.
7 (sette, indoeuropeo *septṃ; cf. latino septem, greco ἑπτά, sanscrito saptà, gotico sibun, armeno ewt'n) è il numero naturale dopo il 6 e prima dell'8.