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Il taccuino d'oro (The Golden Notebook) è un romanzo di Doris Lessing del 1962. L'opera ha riscosso molto clamore alla sua pubblicazione, sia per la struttura narrativa che per gli argomenti trattati. Come in seguito affermato dalla stessa autrice, molti critici la descrissero come una femminista arrabbiata alla ricerca di un mezzo di sfogo contro gli uomini. Il libro, in realtà, riscosse un successo inaspettato soprattutto tra la platea di giovani lettrici e attiviste che si preparavano ad affrontare la rivoluzione sociale degli anni '60 del Novecento. Le vicende di Anna Wulf, scrittrice ex-comunista il cui nome simbolicamente riecheggia quello di Virginia Woolf, sono infatti lo specchio di una nuova individualità sociale femminile, che si batte per liberarsi dalla presenza ingombrante dei vecchi clichés femminile. Le donne del romanzo rappresentano, infatti, le "Donne Libere" del nuovo corso storico: orgogliosamente libere dal giudizio maschile e pronte a godere della propria sessualità come gli uomini. Il linguaggio e le idee esposte nel romanzo sono state definite da Margareth Atwood "audaci" e rivoluzionarie, poiché preannunciano quello che da lì a qualche anno sarà il nuovo Movimento Femminista. Tuttavia, Lessing utilizza in maniera apertamente ironica la definizione di "Donna Libera", e spesso le descrizioni dei comportamenti femminili all'interno del romanzo si mostrano contradditorie e ossessive, poiché la declamata libertà delle protagoniste svanisce al confronto diretto con il giudizio maschile e delle aspettative sociali. È esattamente questo punto a condurre la protagonista verso un'alienazione che diventa sempre più preponderante con il procedere della narrazione. Nonostante l'importanza che esso assume, il tema femminile non può essere considerato come unico elemento del romanzo. La storia è infatti ambientata all'indomani del discorso di Khrushchev e la frammentazione psicologica dei personaggi, così come la divisione dei taccuini, riecheggia il senso di smarrimento davanti ai nuovi eventi della Storia e alla caduta delle ideologie. Un altro grande merito di Lessing è, infatti, la capacità di lettura del suo tempo e la visione quasi premonitrice delle politiche Europee. Il mondo post-coloniale viene infatti raccontato come un teatrino di improbabili attori che recitano diverse partI: dai filosofi comunisti arroccati ad un'ideologia che non esiste più, ai nuovi democratici che svendono i valori della sinistra per abbracciare il capitalismo. Altro elemento fondamentale di grande rivoluzione, è la struttura letteraria dell'opera, in cui lo scheletro principale, scritto in terza persona, viene intervallato dai quattro taccuini, ognuno dei quali riporta un argomento specifico della vita di Anna Wulf, compreso un meta-racconto in cui Anna confronta le proprie paure nella rappresentazione letteraria del suo alter-ego Ella. In corrispondenza con l'apice dell'alienazione della protagonista, la suddivisione dei taccuini sarà sempre meno evidente, fino ad arrivare al Taccuino D'Oro, in cui il disordine che ha regnato per tutta la narrazione lascia il posto all'unità. Tuttavia, questa unità sembra raggiunta dai protagonisti al prezzo di un compromesso che li porterà a rinnegare gli ideali rivendicati durante tutta la narrazione.
Quaderni piacentini fu una rivista trimestrale fondata e diretta da Piergiorgio Bellocchio nel marzo del 1962 a Piacenza con il sottotitolo "a cura dei giovani della sinistra", come prolungamento dell'attività del circolo "Incontri di cultura" di Piacenza.
I Quaderni del carcere sono la raccolta degli appunti, dei testi e delle note che Antonio Gramsci iniziò a scrivere dall'8 febbraio 1929, durante la sua prigionia nelle carceri fasciste. Tuttavia, va detto che dei 33 quaderni pervenuti, ben 12 furono scritti fra il 1934 e il 1935, quindi fuori del carcere, essendo egli stato posto in libertà condizionale dal 25 ottobre 1934. I Quaderni - recuperati dopo la morte di Gramsci e portati a Mosca - furono pubblicati dall'Editore Giulio Einaudi, organizzati e rivisti da Felice Platone sotto la guida di Palmiro Togliatti, in una prima edizione tra il 1948 e il 1951. Presentati originariamente secondo un ordine tematico, i Quaderni ottennero un enorme impatto nel mondo della politica, della cultura, della filosofia e delle altre scienze sociali dell'Italia del Dopoguerra, permettendo al Partito Comunista di avviare un'egemonia culturale incontrastata nel mondo intellettuale. Solo nel 1975 uscì un'edizione critica con un'accurata ricostruzione cronologica e filologica, curata da Valentino Gerratana. Le condizioni in cui nacquero portarono l'autore ad approfondire riflessioni in completa solitudine, dando così vita a scritti che proprio da questo carattere di autonomia da un dibattito pubblico vedono nascere le maggiori ragioni di interesse. Da una parte Gramsci considerava quegli scritti quasi "esercizi" contro l'inaridimento causato dalla vita carceraria, dall'altra era cosciente della possibilità di teorizzare libero da questioni politiche contingenti, quindi "per l'eternità". Le condizioni precarie, anche per motivi di salute, nelle quali vengono scritti, rendono comunque parzialmente approssimativo o comunque non definitivo il loro contenuto agli occhi dello stesso autore.
Antonio Gramsci, nome completo, così come registrato nell'atto di battesimo, Antonio Sebastiano Francesco Gramsci (Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937), è stato un politico, filosofo, politologo, giornalista, linguista e critico letterario italiano. Nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia, divenendone esponente di primo piano e segretario dal 1924 al 1927, ma nel 1926 venne ristretto dal regime fascista nel carcere di Turi. Nel 1934, in seguito al grave deterioramento delle sue condizioni di salute, ottenne la libertà condizionata e fu ricoverato in clinica, dove trascorse gli ultimi anni di vita. Considerato uno dei più importanti pensatori del XX secolo e tra i massimi esponenti del marxismo occidentale, nei suoi scritti, tra i più originali della tradizione filosofica marxista, Gramsci analizzò la struttura culturale e politica della società. Elaborò in particolare il concetto di egemonia, secondo il quale le classi dominanti impongono i propri valori politici, intellettuali e morali a tutta la società, con l'obiettivo di saldare e gestire il potere intorno a un senso comune condiviso da tutte le classi sociali, comprese quelle subalterne.