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Questo glossario delle frasi fatte contiene i modi di dire più frequenti nella lingua italiana.
La commedia dell'arte è nata in Italia nel XVI secolo ed è rimasta popolare fino alla metà del XVIII secolo, anni della riforma goldoniana della commedia. Non si trattava di un genere di rappresentazione teatrale, bensì di una diversa modalità di produzione degli spettacoli. Le rappresentazioni non erano basate su testi scritti ma su dei canovacci, detti anche scenari; in origine, le rappresentazioni erano tenute all'aperto con una scenografia fatta di pochi oggetti. Le compagnie erano composte da dieci persone: otto uomini e due donne. All'estero era conosciuta come "Commedia italiana". Nella loro formula spettacolare, i comici della Commedia dell'Arte introdussero un elemento nuovo di portata dirompente e rivoluzionaria: la presenza delle donne sul palcoscenico. In un contratto stipulato con un notaio di Roma il 10 ottobre 1564, si ha la prima apparizione documentata di una donna: la "signora Lucrezia Di Siena" ingaggiata da una compagnia che si proponeva di far commedie nel periodo di carnevale, probabilmente un personaggio di elevata cultura in grado di comporre versi e di suonare strumenti. Solo alla fine del secolo le donne avrebbero preso posto a pieno titolo nelle compagnie teatrali. La denominazione veniva sostituita con altre: commedia all'improvviso (o improvvisa), commedia a braccio o commedia degli Zanni. Il nome "arte", nel Medioevo, significava "mestiere", "professione": quello del teatrante, infatti, era un vero e proprio mestiere. Bisogna però specificare che era considerato come tale, non per le compagnie amatoriali, ma solo per quelle compagnie associate che venivano riconosciute dai ducati e avevano un vero e proprio statuto di leggi e regole. Grazie a queste ultime, le compagnie associate sottomettevano le altre che venivano definite "ruba piazze".
La Collezione di teatro è una collana editoriale, fondata e diretta da Paolo Grassi (1919-1981) e Gerardo Guerrieri (1920-1986), e più tardi diretta da Guido Davico Bonino, stampata presso la Giulio Einaudi Editore a cominciare dal 1962. Tra proposte di novità e riproposte di classici, qualche volta i numeri sono usciti in contemporanea con la rappresentazione nel circuito della stagione teatrale. Oltre a opere italiane (per lo più classici) vi sono traduzioni che, quando non commissionate direttamente, sono comunque scelte perché siano leggibili ad alta voce e recitabili, quasi si volesse mettere in primo piano l'utilità di strumento pratico della collana, che comunque non perde rigore e attenzione filologici. Per lo stesso motivo non vi sono note critiche e le introduzioni sono molto brevi (e a volte anonime). Quasi tutti i libri contengono una singola opera che, d'altra parte, spesso appare anche in raccolte dello stesso autore presso altre collane della stessa casa editrice.