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Il telescopio riflettore è un tipo di telescopio che raccoglie la luce per mezzo di uno specchio concavo, più frequentemente ma non esclusivamente parabolico, concentrandola nel fuoco, dal quale può essere osservata, fotografata o analizzata mediante strumenti. Più semplici da costruire e più efficaci rispetto ai telescopi rifrattori, sono oggi i telescopi più utilizzati per l'osservazione ottica. Lo specchio, ottenuto per asportazione da un unico blocco di vetro cilindrico, successivamente argentato o alluminato, può raggiungere dimensioni massime di 6 metri di diametro (come nel caso del russo BTA-6 a Zelenciukskaja nel Caucaso), oltre le quali problemi tecnici insormontabili tendono a far peggiorare la qualità dell'immagine anziché aumentarla.
Il telescopio ottico è uno strumento ottico per l'osservazione astronomica nel dominio delle radiazioni elettromagnetiche visibili. Il telescopio ottico è costituito essenzialmente da uno o più elementi ottici che raccolgono e focalizzano la luce e da un secondo gruppo di elementi che possono essere un oculare, se l'osservazione avviene direttamente con l'occhio, o un elemento sensibile che può essere una lastra fotografica o un sensore elettronico. Il telescopio ottico può essere realizzato mediante l'uso di lenti, e in questo caso si parla di telescopio rifrattore oppure mediante l'uso di specchi, e in questo caso di parla di telescopio riflettore; oppure con schema misto. Il cannocchiale si differenzia dal telescopio perché fornisce immagini non ribaltate ed è pensato per osservazioni terrestri, spesso a mano libera.
Il telescopio è uno strumento che raccoglie la luce o altre radiazioni elettromagnetiche provenienti da un oggetto lontano, la concentra in un punto (detto fuoco) e ne produce un'immagine ingrandita. Sebbene con il termine "telescopio" si indica solitamente il telescopio ottico, operante nelle frequenze della luce visibile, esistono telescopi sensibili anche alle altre frequenze dello spettro elettromagnetico. Il nome, derivato dal greco τηλε (tēle) che significa «lontano» e σκοπεῖν (skopein) ovvero «guardare, vedere»), è una parola d'autore coniata dal matematico greco Giovanni Demisiani (Ἰωάννης Δημησιάνος), il 14 aprile 1611, nel banchetto offerto a Roma, dal principe Federico Cesi, in onore della cooptazione di Galileo Galilei nell'Accademia dei Lincei.