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Il Regio Esercito fu l'esercito del Regno d'Italia dal 4 maggio 1861 al 18 giugno 1946. Nato dall'Armata Sarda dopo la proclamazione del Regno d'Italia, è stato impiegato in tutte le vicende belliche del Regno, inclusa la terza guerra d'indipendenza, il colonialismo e soprattutto la prima e la seconda guerra mondiale. Dopo la nascita della Repubblica Italiana cambiò la propria denominazione in Esercito Italiano.
L'esercito macedone fu l'insieme delle forze militari, prevalentemente terrestri, che servirono il Regno di Macedonia nella serie di campagne militari che caratterizzarono la sua espansione sotto i monarchi Filippo II di Macedonia ed Alessandro Magno. L'esercito macedone comprendeva la cavalleria pesante dei nobili «compagni del re» (eteri), la cavalleria leggera (prodromoi), la fanteria pesante ordinata in compatte falangi armate con la lunga picca chiamata sarissa, la fanteria leggera (peltasti) e altri corpi tra loro organicamente integrati (come gli arcieri). Nonché macchine d'assedio. L'esercito macedone fu la più complessa macchina militare fino ad allora costituita. Il poliedrico insieme dei reparti era inquadrato da un vero e proprio corpo di ufficiali, istruiti e preparati da apposite scuole, impegnati nel contempo come guardie del corpo del sovrano, le somatofilachie.
L'esercito cartaginese era una delle più importanti forze militari dell'antichità classica. Anche se sempre fu la flotta la forza principale di Cartagine, l'esercito di terra ebbe un ruolo chiave per estendere il potere punico sopra le popolazioni native del nordafrica e del sud della penisola iberica, soprattutto nel periodo che va dal VI al III secolo a.C.. Sappiamo inoltre che, a partire dal V secolo a.C., Cartagine avviò un ambizioso programma di espansione in Sardegna, nelle Isole Baleari oltreché nel nord Africa. In seguito a questa espansione, l'esercito venne trasformato in un mosaico multietnico, poiché la carenza di risorse umane richiese la necessità di arruolare contingenti di truppe straniere, principalmente come mercenari. Questo fatto generò nell'esercito cartaginese un insieme di unità alleate e mercenarie. A differenza di altri eserciti classici, quello punico fu così formato in gran parte da mercenari, posti sotto il comando di un capitano, a sua volta subordinato ad un corpo ufficiali composto da cittadini cartaginesi, provenienti dalle classi sociali più elevate. Per quanto riguarda la sua struttura militare rappresentò da sempre un esercito che disponeva di una fanteria pesante e di una leggera, oltre a unità di artiglieria, di cavalleria leggera e pesante, oltre a elefanti da guerra e carri. Il comando supremo dell'esercito venne inizialmente detenuto dai suffetes fino al III secolo a.C. In seguito, il comandante in capo veniva nominato direttamente dal Senato cartaginese. L'esercito cartaginese si scontrò in numerose occasioni con gli eserciti greci per l'egemonia in Sicilia. Questo diede notevole impulso alle nuove tattiche e alle armi puniche, trasformando l'esercito in unità falangitiche. La guerra durò secoli in Sicilia (600 - 265 a.C. circa), tra Cartagine e Syrakousai (Siracusa), città mai conquistata dai punici. Tuttavia la macchina da guerra cartaginese ebbe il suo più importante conflitto di fronte alle legioni romane nelle tre guerre puniche (264 - 146 a.C.). E sebbene Cartagine venisse finalmente sconfitta, il suo esercito raggiunse notevoli successi grazie a comandanti eccezionali come Annibale e il padre, Amilcare Barca.
L'Esercito Italiano (EI) è la componente terrestre delle forze armate italiane, delle quali fa parte assieme alla Marina Militare, all'Aeronautica Militare e all'Arma dei Carabinieri, tutte dipendenti dal capo di stato maggiore della difesa e inserite nel ministero della difesa. Nato come Regio Esercito nel 1861 in occasione dell'Unità d'Italia dal nucleo della Armata Sarda, assunse la denominazione attuale dopo la nascita della Repubblica Italiana avvenuta nel 1946. Terminata la fase di transizione del secondo dopoguerra, periodo durante il quale alcune unità erano ancora sotto il controllo Alleato, l'ingresso dell'Italia nella NATO comportò per l'Esercito una riorganizzazione e un ammodernamento in funzione di contrasto a un'eventuale azione militare da parte delle forze del Patto di Varsavia. I mutevoli scenari a livello internazionale hanno fatto sì che l'Esercito Italiano partecipasse inoltre a varie missioni di pace sotto egida ONU o NATO, quale ad esempio la missione Ibis in Somalia cominciata nel 1992 nell'ambito della missione UNITAF o l'UNMIBH in Bosnia ed Erzegovina, durata dal 1995 al 2002. Con l'avvento del XXI secolo l'Arma dei Carabinieri che prima faceva parte dell'esercito, nel 2000 ha assunto il rango di forza armata; l'emanazione poi della legge 23 agosto 2004, n. 226 ha determinato la sospensione alle chiamate del servizio militare obbligatorio a partire dal 2005 accanto a un processo di riforma generale accompagnato da una progressiva riduzione di effettivi.