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Terra dei fuochi

Terra dei fuochi è un'espressione degli anni 2000 per indicare una vasta area situata nell'Italia meridionale, che si estende in Campania, a cavallo tra la provincia di Napoli e quella di Caserta, in relazione all'interramento di rifiuti tossici e rifiuti speciali, e all'innesco di numerosi roghi di rifiuti, tutte circostanze con un potenziale impatto sulla salute della popolazione locale. Essa apparve per la prima volta nel 2003, quando fu usata nel Rapporto Ecomafie di quell'anno curato da Legambiente. In seguito è stata utilizzata da Roberto Saviano nel libro Gomorra, come titolo dell'undicesimo e ultimo capitolo. Le immagini di rifiuti incendiati, disseminati, o abbandonati in discariche abusive nella Terra dei Fuochi, anche in prossimità di zone abitate, sono state associate alla percezione di un maggior rischio per la salute per le persone che abitano nell'area, con particolare riferimento ai tumori. Le indagini scientifiche successivamente svolte non hanno tuttavia apportato alcuna certezza sulla correlazione tra questo tipo di fenomeni e i tumori, soprattutto per quanto riguarda quelli infantili, anche se spicca un aumento del numero di casi di neoplasie tiroidee statisticamente significativo. In generale, una correlazione significativa tra esposizioni ambientali e tumori è di difficile (se non impossibile) applicazione, in quanto intervengono in gioco molti altri fattori, come la cattiva alimentazione, il fumo, l'ereditarietà, i controlli ospedalieri, i ricoveri e la diagnosi precoce. In particolare, gli studi compiuti sulle piante che crescono nell'area, effettuati da fonti disparate (incluso il ministero della Salute e organismi internazionali indipendenti), non hanno fatto emergere alcun profilo di rischio riguardo ai livelli di tossine e contaminanti, che sono risultati essere conformi agli standard dettati dalle normative in materia di sicurezza alimentare emanate dall'Unione europea. Nel 2007 la Regione Campania emanò un "Divieto di pascolamento" (che sostanzialmente equivale a divieto di coltivazione), per la presenza di diossina su ortaggi ed erbe varie oltre i limiti consentiti. Il divieto colpiva diversi territori dell'hinterland napoletano e casertano. Poi il livello di diossina fu ufficialmente aumentato e successivamente la legge sparì. La diossina non era certamente dovuta agli incendi (o quanto meno questi ne producevano una minima parte), ma alla presenza di fabbriche pericolose che 24 ore su 24 spargevano fumi fuori controllo. Questo dato fu trascurato dalle autorità che si concentrarono (e si concentrano) soprattutto sui roghi.Il termine "Terra dei fuochi", preso in prestito da un blog del napoletano, è ingannevole poiché lascia intendere, diversamente dalla realtà, che il problema dell'inquinamento in alcune terre della Campania sono gli sporadici roghi tossici. Nonostante questo, la rappresentazione offerta dai mezzi di comunicazione di massa ha causato un notevole danno di immagine per l'agricoltura della Campania, comprese le aree non ricomprese, con conseguente crollo dei ricavi dell'intero comparto agricolo campano. C'è anche da dire però che l'ISS (Istituto superiore di sanità) ha reso pubblico come l'inquinamento delle falde, seppur assolutamente non a livello diffuso, sia un problema concreto e misurabile, così come lo stato di salute della popolazione locale rispetto a quella italiana. Infine, l'abbandono e l'incenerimento illegale di rifiuti risulta sia dall'opera di privati cittadini che dalle organizzazioni mafiose radicate e non sul territorio, come la Camorra.

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