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La chiesa dei Santi Clemente e Colombano è un edificio sacro che si trova in località Terrinca a Stazzema. Edificata nel IX secolo, da parte dei monaci colombaniani di Bobbio, dediti al santo missionario irlandese San Colombano, dipendeva nel Feudo monastico di Bobbio dall'Abbazia di San Colombano. Fu trasformata a tre navate nel 1599 e poi di nuovo ristrutturata e consacrata nel 1897. Da ammirare le sei colonne monolitiche di marmo versiliese, la cantoria in breccia policroma, la pala d'altare seicentesca con Sant'Antonio abate. Al Settecento si riferiscono i diversi arredi marmorei tra i quali particolarmente elegante è l'altare alla sinistra del maggiore, con paliotto in tarsia e pala marmorea del 1714 che incornicia una veneratissima immagine dipinta della Madonna. Motore di tanti interventi fu Ginese Antonio Vanni, rettore dal 1786 al 1843, il quale soprattutto si distinse per aver dotato la chiesa di una cospicua serie di argenterie tutte siglate con il monogramma G.A.V. e uscite dalla bottega del farnocchino Luigi Razzuoli. Nel campanile sono installate due campane, bilanciate più una squillina a slancio, la maggiore in Mi3 e la piccola in Solb3. Sulla cantoria, in controfacciata, si trova l'organo a canne, un Agati-Tronci del 1896, restaurato nel 2017 da Nicola Puccini. Lo strumento, a trasmissione meccanica, ha un'unica tastiera di 54 note ed una pedaliera di 17 note la quale è costantemente unita al manuale.
Stazzéma (IPA: /staʦˈʦema/) è un comune italiano sparso (la sede comunale è sita nella frazione di Pontestazzemese) di 2 923 abitanti della provincia di Lucca. Il comune di Stazzema fa parte dell'Alta Versilia, di cui è l'unico ad essere completamente montano. Il comune di Stazzema è composto da diciassette frazioni montane, la più popolosa delle quali, Retignano, conta circa 380 abitanti.
Retignano è una frazione del comune italiano di Stazzema, nella provincia di Lucca, in Toscana. Nato come insediamento dei Liguri Apuani, cadde poi sotto il dominio dei Romani, che lo fondarono nel 177 a.C. e lo aiutarono a svilupparsi, rendendolo uno dei principali centri dell'Alta Versilia, sulle Alpi Apuane, nota roccaforte di avvistamento dei nemici provenienti dal mare e punto strategico di rifornimento di legname, vari materiali estrattivi e marmo. Dopo un periodo di indipendenza in veste di comunello, durato diversi secoli, nel 1776 il Granduca Pietro Leopoldo sottrasse al paese questo titolo, assoggettandolo al dominio di Lucca, della cui provincia oggi fa parte. Retignano tornò a prosperare nella seconda metà dell'Ottocento grazie all'apertura delle cave di marmo, siti estrattivi del pregiato "bardiglio fiorito", apprezzato soprattutto dagli inglesi, gli stessi finanziatori del progetto. Nel periodo tra le due guerre mondiali, il paese conobbe un rapido spopolamento, causato dall'emigrazione verso le grandi città o verso l'estero, particolarmente il Nord America o l'Argentina. Assediato dai tedeschi e sfruttato per la sua posizione invidiabile, venne poi "riconquistato" dai soldati americani che vi posero una delle loro basi principali durante la fase di avanzamento presso la Linea Gotica.
La provincia di Lucca è una provincia italiana della Toscana di 387.876 abitanti. È la terza provincia toscana per numero di abitanti (preceduta solo dalle province di Firenze e Pisa) ed è la sesta provincia toscana per superficie.
L'epidemia di peste del 1656 colpì parte della penisola italiana, in particolare il viceregno di Napoli. A Napoli la peste arrivò dalla Sardegna, dove era giunta nel 1652 dalla Spagna, provocando circa 200 000 morti su un totale di 450 000 abitanti; anche nel resto del regno il tasso di mortalità oscillava fra il 50 e il 60% della popolazione.
Monte Sant'Angelo (Mónde in dialetto locale) è un comune italiano di 11 741 abitanti della provincia di Foggia in Puglia, celebre per il santuario di San Michele Arcangelo (patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO), meta di pellegrinaggi dei fedeli cristiani sin dal VI secolo. È sede dell'ente parco nazionale del Gargano.
Levigliani è una frazione del comune di Stazzema, in provincia di Lucca, situata nella valle di Cansoli, alle pendici del Monte Corchia. L'abitato vanta antiche origini e di ciò ne sono testimonianza i numerosi reperti archeologici di origine etrusca, nonché la necropoli dei liguri apuani, rinvenuti recentemente sul posto. Anticamente unita alla frazione limitrofa di Terrinca, venne a dividersi nel primo decennio del 1500.
L'eccidio di Sant'Anna di Stazzema fu un crimine commesso dai soldati nazisti della 16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer-SS", comandata dal generale (Gruppenführer) Max Simon, e dagli austriaci, iniziato all'alba del 12 agosto 1944 a Mulina e concluso nel tardo pomeriggio a Valdicastello Carducci e Capezzano Monte. Come accertò la magistratura militare italiana non si trattò di rappresaglia (ovvero di un crimine compiuto in risposta a una determinata azione del nemico): come è emerso dalle indagini infatti, si trattò di un atto terroristico premeditato e curato in ogni dettaglio per annientare la volontà della popolazione, soggiogandola grazie al terrore. L'obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra i civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.