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Teseida

Teseida è un poema scritto in lingua volgare da Giovanni Boccaccio. Il poema venne con ogni probabilità iniziato negli ultimi anni del soggiorno a Napoli dell'autore e terminato nei primi anni del rientro a Firenze ed è quindi databile tra il 1339 e il 1341. Si tratta di un poema eroico scritto in ottave di endecasillabo che, come scrive Roberto Mercuri, "costituisce l'antecedente dell'ottava romanzesca ed epica del Quattrocento e del Cinquecento" ed è strutturato in dodici libri come l'Eneide di Virgilio preceduti ognuno da un sonetto che serve da introduzione e sommario, dove il primo contiene l'argomento generale dell'intera opera. Vi è poi una lettera in prosa dal titolo "A Fiammetta" che ha funzione di proemio dove l'autore dice di voler vincere il "turbato aspetto" della "crudel donna" raccontando una storia d'amore molto antica e simile alla sua e di essersi celato dietro uno dei personaggi. Come conclusione del poema il Boccaccio inserisce due sonetti caudati, O sacre muse, le quali io adoro, dove invoca le dee della mitologia greca protettrici delle arti e Portati abbiam tuoi versi e bel lavoro con il titolo intero dell'opera, Teseida delle nozze d'Emilia.

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