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Gli Ursidi (Ursidae) sono una famiglia di mammiferi carnivori (pur essendo la maggior parte delle specie onnivore) appartenenti al sottordine dei caniformi. Sebbene oggi siano rappresentati solo da otto specie, essi sono molto diffusi e sono presenti in un'ampia varietà di habitat di tutto l'emisfero boreale e, in parte, di quello australe. Si trovano infatti in Nordamerica, Sudamerica, Europa e Asia. Caratteristiche comuni proprie degli orsi moderni sono il grande corpo sorretto da zampe tozze, il lungo muso, le piccole orecchie rotonde, la pelliccia ispida, le zampe plantigrade dotate di cinque artigli non retrattili e la coda corta. Anche se l'orso polare è per lo più carnivoro e il panda gigante si nutre quasi interamente di bambù, le restanti sei specie sono onnivore e hanno una dieta molto varia. Fatta eccezione per le coppie durante il periodo del corteggiamento e delle madri con i propri piccoli, gli orsi sono in genere animali solitari. Possono avere abitudini diurne o notturne e possiedono un eccellente olfatto. Nonostante la loro corporatura pesante e l'andatura goffa, sono abili corridori, scalatori e nuotatori. Utilizzano come tane rifugi naturali quali caverne e alberi cavi; la maggior parte delle specie trascorre l'inverno all'interno della tana in un lungo periodo di ibernazione, che può raggiungere anche i 100 giorni. Gli orsi sono stati cacciati fin dai tempi preistorici per la carne e la pelliccia; sono stati utilizzati anche nei combattimenti e in altre forme di intrattenimento, basti pensare agli esemplari che venivano fatti ballare per strada. A causa della loro possente presenza fisica hanno sempre svolto un ruolo di primo piano nelle arti, nella mitologia e in altri aspetti culturali di varie società umane. In epoca moderna gli orsi si sono ritrovati sempre più minacciati dall'invasione dell'uomo nei loro habitat e dal commercio illegale di parti del loro corpo, in particolare della loro bile, molto richiesta sul mercato asiatico. La IUCN classifica sei specie come vulnerabili, e perfino quelle a rischio minimo, come l'orso bruno, rischiano di scomparire da alcuni paesi. Sebbene siano vietati, il bracconaggio e il commercio internazionale di queste popolazioni più minacciate continuano tuttora.
La soia è un legume (scientificamente Glycine max) che viene largamente usato per l'alimentazione dell'uomo e degli animali da allevamento. Ad oggi è uno dei prodotti alimentari più coltivati nel mondo. La produzione mondiale si attesta attualmente a circa 353 milioni di tonnellate (dati 2017, fonte: FAO ). Una parte importante della produzione mondiale della soia è destinata all'alimentazione degli animali d'allevamento sotto forma di farine o panelli. Una parte è usata anche come fertilizzante, nonché per usi industriali (cosmetici ecc.) Questa voce tratta esclusivamente dell'uso della soia nell'alimentazione umana.
La tigre siberiana o dell'Amur (Panthera tigris altaica Temminck, 1844) è una sottospecie di tigre, un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia Felidae. È caratterizzata da un mantello più chiaro rispetto alle altre sottospecie di tigre e da dimensioni simili a quelle della tigre del Bengala, il che ne fa uno dei felini più grandi esistenti. La tigre siberiana è endemica di una ristretta area geografica situata nell'estrema parte sudorientale della Siberia, in gran parte corrispondente al massiccio montuoso costiero del Sichotė-Alin, ed il suo habitat è costituito dalla foresta boreale e temperata mista. A partire dalla metà del XIX secolo, la sottospecie ha subito una drastica diminuzione dell'areale e del numero di esemplari causata da un insieme di fattori concorrenti, come la distruzione dell'habitat, la caccia di frodo e la diminuzione delle prede tipiche. Il suo stato di conservazione - monitorato dagli anni 1950 e determinato dallo IUCN nel 1996 e successivamente nel 2008 - la classifica come in pericolo di estinzione.Nel 2008 la popolazione contava alcune centinaia di esemplari, diffusi prevalentemente nell'Estremo Oriente russo e, in misura minore, nell'area di confine con la Manciuria e la Corea del Nord.
Gli gnummareddi sono una specialità alimentare tipica, con numerose varianti nel nome e nella ricetta, della tradizione pugliese, lucana, irpina, molisana, abruzzese, ciociara e calabrese; sono involtini a base di interiora di agnello o capretto in budello. Sono anche noti, secondo il luogo d'origine, come turcinelli, mugliatielli, mazzarelle, abbuoti, abbticchie, mboti, marretti, mugnatielli, mazzacorde o mbujacati.
Il foie gras (termine francese, pron. [fwɑ gʁɑ]; letteralmente "fegato grasso") è definito dalla legge francese come "fegato di anatra o di oca fatta ingrassare tramite alimentazione forzata (gavage (fr))". Il foie gras è uno dei prodotti più famosi della cucina francese. Dato il suo altissimo contenuto di grassi (80 %), è molto calorico e gelatinoso, e ha un sapore meno intenso dei normali fegati di anatra e di oca. L'alimentazione forzata induce una crescita abnorme del fegato e un aumento di grassi nelle cellule epatiche noto come steatosi. Questo fenomeno è stato interpretato come un adattamento naturale da alcuni esperti, e come una reale patologia, la steatosi epatica, da altri.Per questo motivo, le organizzazioni per i diritti degli animali e i movimenti animalisti classificano la produzione del foie gras come crudeltà nei confronti degli animali. I produttori di foie gras sostengono invece che l'alimentazione forzata non causi dolore né danni alla salute, e che le prove scientifiche a oggi disponibili sull'argomento non siano sufficienti né perentorie. La produzione di foie gras è illegale in molti paesi (in quasi tutti quelli dell'UE), in particolare in Italia è illegale dal marzo 2007.
Il fiele di bue è un agente storicamente ricavato dalla bile di bue, utilizzato in pittura per migliorare il fissaggio degli acquerelli sul piano di disegno sfruttandone le proprietà tensioattive.
La cucina toscana è costituita, principalmente, di piatti e dolci tradizionali che mantengono inalterata la loro preparazione da molti anni. Il pane senza sale è un'usanza che poche altre regioni hanno adottato (come l'Umbria). Pare che l'usanza risalga al XII secolo quando, al culmine della rivalità fra Pisa e Firenze, i pisani misero in pratica prezzi elevatissimi al prezioso cloruro di sodio. Esiste poi anche un'ipotesi che dice fossero gli stessi signori di Firenze ad imporre tasse particolarmente esose per l'uso del sale.In Toscana, la sacralità del pane, ovvero l'importanza di non buttarlo via ma di utilizzarlo anche quando è raffermo, è testimoniata da una lunga serie di antiche ricette ancora molto diffuse: la panzanella, la panata, la ribollita, l'acquacotta, la pappa al pomodoro, la fettunta, la zuppa di verdura, la farinata la minestra di cavolo nero o il Pan co' santi. Altra caratteristica della cucina toscana per eccellenza è l'uso di carni bianche e di selvaggina. I prodotti dell'aia del podere, dove pascolano liberamente polli, tacchini, oche, faraone e piccioni insieme coi conigli e la selvaggina come la lepre e il cinghiale, il fagiano e l'istrice costituiscono da sempre il menu delle grandi feste. Il maiale anch'esso è molto usato, basti pensare al famoso salame toscano, alla finocchiona, al prosciutto conservato sotto sale, al lardo di Colonnata alle salsicce e ai prodotti particolari come il buristo anch'esso frutto dell'ingegnosità della povera gente. Tra i formaggi la tradizione si concentra sul pecorino toscano, come prodotto da conservare: i più famosi quello di Pienza e quello maremmano; mentre troviamo la ricotta e il raveggiolo tra i formaggi molli. Infine grande spazio ai dolci, dove spiccano il panforte, i ricciarelli, i cavallucci, la zuppa del duca, la torta di cecco, i migliacci, i cantuccini di Prato. Nell'ottobre 2008, per promuovere la tradizione toscana, la Regione ha pubblicato la piramide alimentare toscana.
Con alimentazione medievale ci si riferisce ai cibi, alle abitudini alimentari, ai metodi di cottura e in generale alla cucina di varie culture europee nel corso del Medioevo, un'epoca che si estende, per convenzione, dal 476 al 1492. Durante tale periodo, le diete e la cucina, nelle varie zone dell'Europa, sperimentarono meno cambiamenti rispetto a quanto sarebbe successo nella più breve epoca moderna che sarebbe seguita, durante la quale tali mutamenti avrebbero posto le basi della moderna cucina europea. I cereali erano consumati sotto forma di pane, farinate d'avena, polenta e pasta praticamente da tutti i componenti della società. Le verdure rappresentavano un'importante integrazione alla dieta basata sui cereali. La carne era più costosa e quindi considerata un alimento più prestigioso ed era per lo più presente sulle tavole dei ricchi e dei nobili. I tipi di carne più diffusi erano quelle di maiale e pollo, mentre il manzo, che richiedeva la disponibilità di una maggiore quantità di terra per l'allevamento, era meno comune. Il merluzzo e le aringhe erano molto comuni nella dieta delle popolazioni nordiche, ma veniva comunque consumata un'ampia varietà di pesci d'acqua dolce e salata. La lentezza dei trasporti e le inefficienti tecniche di trasformazione agroalimentare rendevano estremamente costoso il commercio di cibi sulle lunghe distanze. Per questa ragione il cibo dei nobili era più esposto alle influenze straniere rispetto a quello consumato dai poveri e dalla gente comune. Dal momento che ciascuna classe sociale cercava di imitare quella a lei immediatamente superiore, le innovazioni dovute al commercio internazionale e alle guerre con paesi stranieri si diffusero gradualmente tra le classi medio-alte delle città medievali. Oltre all'indisponibilità di certi cibi per ragioni economiche, furono emessi decreti che vietavano il consumo di alcuni alimenti per alcune classi sociali, e alcune leggi limitarono le possibilità di consumarne in grosse quantità ai "nuovi ricchi". Alcune norme sociali inoltre prescrivevano che il cibo della classe lavoratrice fosse meno raffinato, perché si credeva che esistesse un'affinità naturale tra il lavoro di una persona e il suo cibo; si riteneva quindi che il lavoro manuale richiedesse cibi più scadenti ed economici. Nel corso del tardo Medioevo iniziò a svilupparsi una forma di Haute cuisine che andò a costituire uno standard tra la nobiltà di tutta Europa. I metodi di conservazione più comuni vedevano l'impiego di agresto. Questi trattamenti, uniti al diffuso impiego di zucchero e miele, donavano a molti piatti un sapore tendente all'agrodolce. Anche le mandorle erano molto popolari e usate come addensante in minestra, stufati e salse, in particolare usate sotto forma di latte di mandorla.