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Originario del Tibet, il Tibetan Spaniel è un piccolo e allegro cane da compagnia.
Il Tibetan Terrier è una razza canina originaria del Tibet, dove nel corso di molti secoli venne allevata e tenuta in grande considerazione sia dal popolo che dalla nobiltà, che le attribuivano caratteri di cane sacro e portafortuna. Il suo ruolo era quello di sentinella sia nei villaggi che nei palazzi e nei monasteri; i suoi sensi acuti gli permettevano di percepire e segnalare ogni rumore sospetto, allertando sia gli uomini che i possenti mastini. Come tutti i cani in quella terra, il Terrier del Tibet non veniva mai venduto, ma offerto a visitatori o amici, in pegno di felicità e di prosperità. Nel 1920, la dottoressa Agnès Greig introdusse in occidente i primi soggetti di questa razza, che una principessa tibetana le aveva offerto in segno di ringraziamento per le cure mediche ricevute.
Il Mastino tibetano o Do-khyi è una razza canina molossoide del tipo "cani da montagna" originaria del Tibet, dove viene da secoli impiegata come cane da guardia (anche contro predatori di grossa taglia come leopardi e tigri), riconosciuta dalla FCI (Standard N. 230, Gruppo 2, Sezione 2) e dai principali standard internazionali. La razza è oggi considerata quella maggiormente rassomigliante la forma archetipica dell'antico cane da montagna da cui ebbero origine le varie razze molossoidi.
Con l'espressione buddhismo tibetano si indica, negli studi di buddhologia e nella storia delle religioni, quella peculiare forma di buddhismo Mahāyāna/Vajrayāna presente nell'area tibetana. Il termine con cui i buddhisti tibetani si riferiscono al proprio credo religioso e alla propria pratica cultuale è Chos (ཆོས, pronuncia: ciö) che poi è la resa in lingua tibetana del termine sanscrito Dharma., oppure, più completamente, con l'espressione Sangs rgyas kyi bstan pa (སངས་རྒྱས་ཀྱི་བསྟན་པ) che poi è la resa in tibetano del sanscrito buddha-śāsana ("Insegnamento del Buddha").་ Per indicare sé stessi in qualità di seguaci della propria religione buddhista, i tibetani utilizzano il termine nang pa (ནང་པ, lett. "interni"), indicando i seguaci delle altre religioni con il termine collettivo di phyi pa (ཕྱི་པ, pronuncia: cipa; lett. "esterni").