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La World History (detta anche Global History), da non confondere con la storia mondiale o la storia universale, è un metodo d'insegnamento e di indagine storiografica emerso nel 1980, che vuole esaminare la storia da una prospettiva globale superando le visioni nazionali e regionali. Non deve essere confusa con la storia comparata che, come la World History, si occupa della storia di molteplici culture e nazioni, ma senza la visione globale che caratterizza quest'ultima. La World History rileva e analizza schemi e modelli applicabili a tutte le culture umane nell'evoluzione storica. Questa disciplina basa il suo studio su due categorie storiografiche principali: il sincretismo (come i processi storici abbiano avvicinato le culture più disparate) e la discrepanza (la varietà e le differenze tra i modelli sociali).
Il totalitarismo è un idealtipo usato da alcuni studiosi politici e storici per spiegare le caratteristiche di alcuni regimi nati nel XX secolo, che mobilitarono intere popolazioni nel nome di un'ideologia o di una nazione, accentrando il potere in un unico partito o in un gruppo ristretto. È il termine più usato dagli storici per definire un tipo di regime politico, affermatosi nel XX secolo al quale possono essere ricondotti il nazismo, il fascismo e lo stalinismo. Uno Stato totalitario è caratterizzato soprattutto dal tentativo di controllare capillarmente la società in tutti gli ambiti di vita, imponendo l'assimilazione di un'ideologia: il partito unico che controlla lo Stato non si limita cioè a imporre delle direttive, ma vuole mutare radicalmente il modo di pensare e di vivere della società stessa. Il termine totalitarismo, inoltre, è usato nel linguaggio politico, storico e filosofico per indicare "la dottrina o la prassi dello stato totalitario", cioè di qualsiasi Stato intenda ingerirsi nell'intera vita, anche privata, dei suoi cittadini, al punto da identificarsi in essi o da far identificare essi nello Stato.
Con il termine impero si intende un'organizzazione politico-territoriale di consistente ampiezza, comprendente popolazioni, territori e Paesi anche diversi, ma sottoposti a un'autorità centrale, retta da un'assemblea oppure un capo o un monarca, che spesso ha il titolo di imperatore. Attualmente l'unico capo di stato a portare questo titolo, pur governando solo la propria nazione, è l'imperatore del Giappone.Questa pagina è un ampliamento della sezione "imperi per superficie e popolazione". Essa elenca, in ordine di superficie e (quando possibile) popolazione, quasi tutti gli imperi riconosciuti che si sono avvicendati nel corso dei millenni. Si deve tenere presente che i dati inseriti sono sempre il risultato di uno studio storico-scientifico e, di conseguenza, si basano su determinate ipotesi e presentano un margine di errore più o meno ampio. Laddove sia possibile, dunque, si è cercato di indicare l'incertezza delle stime, in modo da rendere tali dati il più possibile veritieri.
Houston Stewart Chamberlain (Southsea, 9 settembre 1855 – Bayreuth, 9 gennaio 1927) è stato uno scrittore e filosofo britannico naturalizzato tedesco, vissuto principalmente in Austria e in Germania, noto per gli scritti che, sulla scia del pensiero di Joseph-Arthur de Gobineau, ribadivano, sviluppavano ed esaltavano il concetto di "razza ariana". Secondo Chamberlain questa razza trovava i suoi più autentici rappresentanti nei popoli di etnia germanica, predestinati a governare l'Europa. Scrisse opere sulla filosofia politica e le scienze naturali. Viene descritto dallo storico Michael D. Biddiss, contributore del Dictionary of National Biography dell'università di Oxford, come "scrittore razzista". Fu anche genero del musicista tedesco Richard Wagner in quanto, nel dicembre del 1908 (venticinque anni dopo la morte di Wagner), sposò la figlia del compositore Eva von Bülow (Cosima Wagner era ancora sposata con Hans von Bülow quando Eva nacque, ma il suo vero padre era Wagner). Il libro più noto di Chamberlain è Die Grundlagen des Neunzehnten Jahrhunderts (I fondamenti del diciannovesimo secolo pubblicato del 1899 in due volumi), che venne ampiamente letto negli ambienti del pangermanesimo del Movimento völkisch del primo Novecento e che, più tardi, ebbe anche un'influenza decisiva sull'antisemitismo razziale e sulla politica razziale nella Germania nazista.