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Del principe e delle lettere è un trattato scritto da Vittorio Alfieri. Fu iniziato a Firenze nel 1778, e concluso a Martinsbourg in Alsazia nel 1786. L'opera è suddivisa in tre libri: Il “Libro primo” è rivolto ai principi che non proteggono le lettere. Si rivolge alle autorità del periodo, i principi, che non devono rendere conto a nessuno del loro operato, ragionando sull'influenza e sulla necessità di dare o meno protezione a letterati e scrittori... ...precisando che, a parer suo, il principe si avvale sempre di uomini mediocri, che non possano offendere il suo ideale di superiorità, ottenendone gloria. Il “Libro secondo” è rivolto ai letterati che non si lasciano proteggere In questa parte dell'opera fa riferimento a numerosi scrittori, antichi e moderni, Omero, Sofocle, Rousseau, Machiavelli, e collocandoli nel loro tempo, analizza se siano stati protetti dai regnanti e quale influenza ne abbiano avuto. E ben precisa che un'opera meditata ed accurata non può che crescere fra i posteri, mentre un'opera profluvio di parole e armonica, muore con lo scrittore Seppur lesse molto di Virgilio, lo colloca tra i protetti e asserisce che scrisse al di sotto delle sue capacità Con il “Libro terzo” si rivolge alle ombre degli antichi liberi scrittori Alfieri, dopo aver trattato delle varie forme di oppressione che può avere il principe nel confronti degli scritti, vuole analizzare e capire se le lettere possano perfezionarsi senza protezione, quale ruolo abbia avuto lo sviluppo della scienza e quale ruolo abbiano giocato gli scritti nelle poche “libere”. E conclude nel capitolo duodecimo che il principe riporrà sempre in silenzio le vere lettere, poiché da esse nasce l'idea della fine del principato.
Il conte Vittorio Amedeo Alfieri (Asti, 16 gennaio 1749 – Firenze, 8 ottobre 1803) è stato un drammaturgo, poeta, scrittore e autore teatrale italiano. «Nella città di Asti, in Piemonte, il 17 gennaio dell'anno 1749, io nacqui di nobili, agiati ed onesti parenti». Così Alfieri presenta sé stesso nella Vita scritta da esso, autobiografia stesa, per la maggior parte, intorno al 1790, ma completata solo nel 1803. Alfieri ebbe un'attività letteraria breve ma prolifica e intensa; il suo carattere tormentato, oltre a delineare la sua vita in senso avventuroso, fece di lui un precursore delle inquietudini romantiche.Come la gran parte dei piemontesi dell'epoca, Vittorio Alfieri ebbe come madrelingua il piemontese. Giacché di nobili origini, apprese dignitosamente il francese e l'italiano, cioè il toscano classico. Quest'ultimo, tuttavia, risentiva inizialmente degli influssi delle altre due lingue che conosceva, cosa di cui lui stesso si rendeva conto e che lo portò, al fine di spiemontesizzarsi e sfrancesizzarsi, o disfrancesarsi, a immergersi nella lettura dei classici in lingua italiana, a compilare piccoli vocabolari d'uso in cui alle parole e alle espressioni francesi o piemontesi corrispondevano "voci e modi toscani" e a compiere una serie di viaggi letterari a Firenze. Dopo una giovinezza inquieta ed errabonda, si dedicò con impegno alla lettura e allo studio di Plutarco, Dante, Petrarca, Machiavelli e degli illuministi come Voltaire e Montesquieu: da questi autori ricavò una visione personale razionalista e classicista, convintamente anti-tirannica e in favore di una libertà ideale, al quale unì l'esaltazione del genio individuale tipicamente romantica. Si entusiasmò per la Rivoluzione francese, durante il suo soggiorno parigino, nel 1789, ma ben presto, a causa del degenerare della rivoluzione dopo il 1792, il suo atteggiamento favorevole si trasformò in una forte avversione per la Francia. Tornò in Italia, dove continuò a scrivere, opponendosi idealmente al regime di Napoleone, e dove morì, a Firenze, nel 1803, venendo sepolto tra i grandi italiani nella Basilica di Santa Croce. Già dagli ultimi anni della sua vita Alfieri divenne un simbolo per gli intellettuali del Risorgimento, a partire da Ugo Foscolo.
La Prussia (in tedesco Preußen /'pʀɔʏ̯sən/; in latino Borussia, Prussia oppure Prutenia; in polacco Prusy; in russo Пруссия) è stata una regione storica, uno stato europeo e, a partire dal 1871, parte della Germania fino alla caduta del Terzo Reich, dopo il secondo conflitto mondiale. Il nome si riferiva in origine al territorio occupato dall'antica tribù baltica dei Prussi o Prussiani corrispondente all'attuale Lituania meridionale, all'exclave russa dell'Oblast' di Kaliningrad, e alla Polonia nord orientale; in seguito il nome Prussia identificò una delle regioni dell'Ordine teutonico e dal XVI secolo un ducato degli Hohenzollern, il feudo polacco lituano chiamato anche Prussia Ducale, che fu poi unito dal 1618 alla marca di Brandeburgo. In seguito al Trattato di Oliva (1660), preceduto dal trattato di Wehlau, alcune aree della Prussia ottennero la sovranità e nel 1701 si costituì il Regno di Prussia, comprendente tutti i territori degli Hohenzollern, che dal 1815 al 1866 fecero parte (tranne le province di Posnania, Prussia Orientale e Prussia Occidentale) della Confederazione germanica; dal 1867 fino al 1871 l'intero territorio entrò a far parte della Confederazione Tedesca del Nord. Dal 1871 al 1918 fu uno stato dell'Impero tedesco, in seguito cambiò denominazione in Stato libero di Prussia sotto la Repubblica di Weimar e la Germania nazista, fino all'abolizione geografica e politica ufficiale nel 1947. Dal 1947 il termine Prussia non ha più un significato geografico o politico ma solo storico e culturale.
Segue una lista delle forme di governo: Autocrazia (il potere nelle mani di un singolo individuo) Dittatura Dittatura militare Statocrazia Dispotismo Cleptocrazia Critarchia Monarchia Assolutismo monarchico Monarchia costituzionale Ducato Granducato Diarchia Dispotismo illuminato Monarchia elettiva Monarchia ereditaria Monarchia senza sovranità Monarchia popolare Principato Nuovi monarchi Monarchia auto-proclamata Reggenza Plutocrazia Timocrazia Stato di polizia Oligarchia Saeculum obscurum Teocrazia Stato islamico Monarchia islamica Repubblica islamica Tirannia Anarchia (Assenza di governo organizzato) Oclocrazia Tribalismo Anarchismo (Governo di consenso, senza coercizione) Anarco-comunismo Socialismo libertario Municipalismo libertario Anarchismo verde Isocrazia Socialismo Stato socialista Stato comunista Leadership collettiva Socialismo di stato Repubblica sovietica Democrazia (Il volere del popolo) Consociativismo Democrazia deliberativa Socialismo democratico Democrazia totalitaria Dittatura del proletariato Democrazia diretta Egualitarismo Futarchia Open source governance Democrazia partecipativa Democrazia rappresentativa Monarchia parlamentare Repubblica parlamentare Consensus government Sistema Westminster Poliarchia Repubblica presidenziale Repubblica semipresidenziale Repubblica Repubblica costituzionale Repubblica parlamentare Repubblica federale Repubblica democratica
L'Italia (/iˈtalja/, ), ufficialmente Repubblica Italiana, è uno Stato situato nell'Europa meridionale, il cui territorio coincide in gran parte con l'omonima regione geografica. L'Italia è una repubblica parlamentare e conta una popolazione di circa 60 milioni di abitanti. La capitale è Roma. La parte continentale, delimitata dall'arco alpino, confina a nord, da ovest a est, con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; il resto del territorio, circondato dai mari Ligure, Tirreno, Ionio e Adriatico, si protende nel mar Mediterraneo, occupando la penisola italiana e numerose isole (le maggiori sono Sicilia e Sardegna), per un totale di 302072,84 km². Gli Stati della Città del Vaticano e di San Marino sono enclavi della Repubblica mentre Campione d'Italia è l'unica exclave italiana. Con l'ascesa di Roma, che fu capitale della Repubblica romana e poi dell'Impero romano, si ebbe il primo processo di unificazione della penisola, destinata a rimanere per secoli il centro politico e culturale della civiltà occidentale. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, l'Italia medievale fu soggetta a invasioni e dominazioni di popolazioni germaniche, come gli Ostrogoti, i Longobardi e i Normanni, perdendo la propria unità politica. Nel XV secolo, con la diffusione del Rinascimento, ridivenne il centro culturale del mondo occidentale, ma dopo le guerre d'Italia del XVI secolo ricadde sotto l'egemonia delle potenze straniere, quali Francia, Spagna e Austria. Durante il Risorgimento gli italiani combatterono per l'indipendenza nazionale e per l'Unità d'Italia, finché nel 1861 fu proclamato il Regno d'Italia, che completò la riunificazione con la presa di Roma del 20 settembre 1870 e la vittoria nella prima guerra mondiale. Dal 1882 al 1960 l'Italia ha posseduto un impero coloniale. Nel 1946, dopo il ventennio fascista, la sconfitta nella seconda guerra mondiale e la guerra civile, a seguito di un referendum istituzionale lo Stato italiano divenne una repubblica. Nel 2020 l'Italia, ottava potenza economica mondiale e terza nell'Unione europea, è un paese con un alto standard di vita: l'indice di sviluppo umano è molto alto, 0.883, e la speranza di vita è di 83,4 anni. È membro fondatore dell'Unione europea, della NATO, del Consiglio d'Europa e dell'OCSE; aderisce all'ONU e al trattato di Schengen. È inoltre membro del G7 e del G20, partecipa al progetto di condivisione nucleare della NATO, è una grande potenza regionale europea, in grado di esercitare influenza politica anche su scelte e decisioni di ordine extra-europeo e globale, e si colloca in nona posizione nel mondo per spesa militare. In virtù della sua storia ultramillenaria, l'Italia vanta insieme alla Cina il maggior numero di siti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
La fisiocrazia è una dottrina economica che si affermò in Francia verso la metà del XVIII secolo, principalmente nel triennio 1756 - 1758, in chiara opposizione al mercantilismo e con lo scopo di risollevare le sorti delle scarse finanze francesi.
Il dispotismo o assolutismo illuminato è il governo assolutista di un monarca o despota illuminato, in riferimento agli ideali dell'Illuminismo, periodo storico e culturale dell'Occidente del XVIII e inizio del XIX secolo.