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La pena di morte (detta anche pena capitale) è una sanzione penale la cui esecuzione consiste nel togliere la vita al condannato. In alcuni ordinamenti giuridici è prevista per le sole colpe più gravi come l'omicidio e l'alto tradimento; in altri si applica anche ad altri crimini violenti, come la rapina o lo stupro, o legati al traffico di droga; in alcuni paesi infine è prevista per reati d'opinione come l'apostasia o per orientamenti e comportamenti sessuali come l'omosessualità o l'incesto. La pena di morte è stata abolita o non è applicata nella maggioranza degli stati del mondo mentre è ancora in vigore in altri paesi come ad esempio la Cina, la Bielorussia, l'India, il Giappone, la Corea del Nord, l'Iran e gli Stati Uniti d'America.
L'ergastolo è una pena detentiva a carattere perpetuo inflitta a chi ha commesso un delitto particolarmente grave. Nel 2013 una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che tale pena viola i diritti umani quando la scarcerazione sia espressamente proibita o quando non sia previsto nell'ordinamento che, non oltre i 26 anni di detenzione, il condannato possa chiedere a un organismo indipendente dal governo una revisione della sentenza o un alleggerimento di pena.
Il carcere di Buoncammino è stato la casa circondariale della città di Cagliari per circa 120 anni, incluso l'intero Novecento. Situato sul Colle di Luca settembrini, nella parte nord-ovest del quartiere Castello, deve il suo nome alla chiesa allora presente dedicata alla Nostra Signora del Buoncammino, oggi Chiesa di San Lorenzo. Nel 2014 è stato chiuso e i detenuti fino a quel momento ivi reclusi sono stati trasferiti nel nuovo carcere nel comune di Uta. La struttura offrì un'altissima garanzia di sicurezza, tant'è che nessuno nel corso della storia del carcere è mai riuscito ad evadere. Proprio per questa sua durezza, a Cagliari circola ancora oggi la leggenda secondo cui uno dei progettisti, preso dal rimorso per tale opera, si sarebbe suicidato perché un parente, finito in carcere, gli avrebbe detto: "Sei stato un mostro, hai costruito un mostro".
L'articolo 41-bis è una disposizione dell'ordinamento penitenziario italiano introdotta dalla legge 10 ottobre 1986, n. 663, che prevede un particolare regime carcerario.
Con la locuzione di o ricovero (o ospedalizzazione) non volontario, o senza consenso, o procedure sanitarie obbligatorie, o altre similari, si intendono quelle procedure sanitarie normate e con specifiche tutele, in genere di legge, che in vari paesi del mondo possono essere applicate in caso di motivata necessità e urgenza clinica, a tutela della salute e sicurezza individuale e/o della salute pubblica, generalmente nei confronti di un soggetto che soffra di una grave patologia psichiatrica non altrimenti gestibile. Leggi sul ricovero forzato sono state utilizzate in tutto il mondo, anche in ambito finanziario, sessuale, politico, per profitto commerciale, eredità e per sicurezza politica.
La prigione (anche carcere, penitenziario, dispregiativo gattabuia o galera), è un luogo, generalmente sotto l'amministrazione diretta di uno Stato, in cui sono reclusi individui resi privi di libertà personale in quanto riconosciuti colpevoli di reati per i quali sia prevista una pena detentiva. Negli Stati di diritto la detenzione ha luogo normalmente solo per irrogazione di tale pena a seguito di un processo; alcune categorie di soggetti possono essere rinchiusi nel luogo di detenzione anche per motivi e cause diverse.
Il carcere, o istituto penitenziario, nell'ordinamento giuridico italiano, è la sede in cui sono detenuti i condannati a una pena detentiva (ergastolo, reclusione o arresto), nonché i destinatari di misure cautelari personali coercitive (custodia cautelare in carcere) o di misure precautelari (arresto in flagranza di reato). Gli istituti penitenziari italiani dipendono dal Ministero della giustizia. Gli istituti penitenziari per adulti sono amministrati dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, mentre gli istituti penali per i minorenni dal Dipartimento per la giustizia minorile. Un discorso a parte meritano la residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (ex ospedale psichiatrico giudiziario) e la comunità terapeutica, nonché l'assegnazione a una colonia agricola o ad una casa di lavoro e l'assegnazione a una casa di cura e di custodia, sedi di esecuzione di misure di sicurezza.