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Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate

Il trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate è il trattato di pace, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947 tra lo Stato italiano e le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale, che mise formalmente fine alle ostilità e i cui contenuti erano stati definiti a seguito dei lavori della Conferenza di pace, svoltasi parimenti a Parigi, tra il 29 luglio e il 15 ottobre 1946. Le potenze definite come "alleate ed associate", firmatarie del trattato furono: l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, l'Impero Britannico (Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord, India, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Unione del Sud Africa) gli Stati Uniti d'America, la Repubblica di Cina, la Francia, il Belgio, la Repubblica Socialista Sovietica di Bielorussia, il Brasile, la Cecoslovacchia, l'Etiopia, la Grecia, i Paesi Bassi, la Polonia, la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Con l'Etiopia, anch'essa controparte nella sottoscrizione del trattato di pace, l'Italia concludeva un ininterrotto stato di guerra iniziatosi nel 1935 e, implicitamente, ammetteva l'illegalità dell'annessione effettuata nel 1936. Il trattato sanciva anche la rinuncia dell'Italia all'Albania, pur non essendo quest'ultima citata tra "le potenze alleate ed associate". I rapporti tra l'Italia e il Regno d'Egitto, il cui stato di ostilità non era stato mai formalizzato da alcuna reciproca dichiarazione di guerra, erano già stati regolati con separato accordo, sottoscritto il 10 settembre 1946.

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