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Gaio Sempronio Gracco (in latino: Gaius Sempronius Gracchus; Roma, 154 a.C. – Roma, 121 a.C.) è stato un politico romano. Fratello del tribuno della plebe Tiberio, nel 123 a.C., dieci anni dopo la morte del fratello maggiore, volle riprendere la sua opera di riforma sociale.
La storia romana, o storia di Roma antica, espone le vicende storiche che videro protagonista la città di Roma, dalle origini dell'Urbe (nel 753 a.C.) fino alla costruzione ed alla caduta dell'Impero romano d'Occidente (nel 476), anno in cui si colloca convenzionalmente l'inizio dell'epoca medievale.
La Repubblica romana (Res publica Populi Romani) fu il sistema di governo della città di Roma nel periodo compreso tra il 509 a.C. e il 27 a.C., quando l'Urbe fu governata da un'oligarchia repubblicana. Essa nacque a seguito di contrasti interni che portarono alla fine della supremazia della componente etrusca sulla città e al parallelo decadere delle istituzioni monarchiche. La sua fine viene invece convenzionalmente fatta coincidere, circa mezzo millennio dopo, con la fine di un lungo periodo di guerre civili che segnò de facto (benché formalmente non avvenne in forma istituzionale) la fine della forma di governo repubblicana, a favore di quella del Principato. Qui di seguito il passo fondamentale di Tito Livio, che descrive le ragioni che portarono alla caduta della monarchia dei Tarquini, considerando che i tempi erano ormai maturi: Quella della Repubblica rappresentò una fase lunga, complessa e decisiva della storia romana: costituì un periodo di enormi trasformazioni per Roma, che da piccola città stato quale era alla fine del VI secolo a.C. divenne, alla vigilia della fondazione dell'Impero, la capitale di un vasto e complesso Stato, formato da una miriade di popoli e civiltà differenti, avviato a segnare in modo decisivo la storia dell'Occidente e del Mediterraneo. In questo periodo si inquadrano la maggior parte delle grandi conquiste romane nel Mediterraneo e in Europa, soprattutto tra il III e il II secolo a.C.; il I secolo a.C. fu invece, come detto, devastato dai conflitti intestini dovuti ai mutamenti sociali, ma fu anche il secolo di maggiore fioritura letteraria e culturale, frutto dell'incontro con la cultura ellenistica e riferimento "classico" per i secoli successivi.
Prati è il ventiduesimo e più recente rione di Roma, indicato con R. XXII. Il toponimo indica anche la zona urbanistica 17A del Municipio Roma I (ex Municipio Roma XVII). A seguito della riorganizzazione dei municipi capitolini avvenuta nel 2013, i rioni Prati e Borgo sono stati inclusi nel I Municipio.
I Populares furono una delle factiones ("partiti" in senso lato) che nella vita politica della Repubblica romana sosteneva le istanze del popolo, costituendo per così dire la "base" dell'autorità dei Tribuni della Plebe, la magistratura che rappresentava gli interessi dei ceti popolari di Roma. I Populares, pur essendo anch'essi espressione della nobilitas (classe dirigente di Roma) furono quindi spesso in conflitto con gli Optimates ("i migliori") che salvaguardavano invece le tradizioni ed i privilegi della classe dominante. La fazione dei populares acquistò grande importanza tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C., quando le enormi conquiste di Roma nel Mediterraneo portarono conseguenze economico-sociali disgreganti per il vecchio ordine e venivano risolte sempre più a fatica da istituzioni politiche nate per una città-stato. Non costituendo un 'partito' nel senso moderno del termine si possono definire "populares" quegli esponenti della classe dirigente che furono promotori di provvedimenti per la redistribuzione delle terre demaniali e/o in difesa degli organi di governo del popolo romano, le assemblee e il tribunato della plebe. Anche se in moltissimi contesti ci fu un allineamento di interessi fra le masse urbane e l'ordine dei cavalieri e anche se i populares si trovarono a difendere gli interessi di questi ultimi (per esempio sulla composizione della giuria dei tribunali) risultano anacronistiche le ipotesi di 'lotta di classe' fra cavalieri e senatori, che comunque appartenevano allo stesso gruppo dirigente. Tra i principali rappresentanti della Pars Popularis troviamo: Tiberio Sempronio Gracco, Gaio Sempronio Gracco, Gaio Mario, Lucio Apuleio Saturnino, Quinto Sertorio, Marco Emilio Lepido, Marco Licinio Crasso, Lucio Sergio Catilina, Gaio Giulio Cesare, Publio Clodio Pulcro, Marco Antonio, Gaio Aquilio Floro.