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Le forze armate italiane (generalmente abbreviato FF.AA.) sono l'insieme delle componenti militari della Repubblica Italiana. Nate dopo l'unità d'Italia hanno visto numerosi cambiamenti durante la loro storia. Con l'avvento del XXI secolo l'Arma dei Carabinieri, che prima era Arma dell'Esercito Italiano, è divenuta dal 2000 forza armata autonoma; l'emanazione poi della legge 23 agosto 2004, n. 226 ha determinato la sospensione alle chiamate del servizio militare in Italia a partire dal 2005, accanto ad un processo di riforma generale accompagnato da una progressiva riduzione di effettivi.
Le forze speciali italiane sono le unità delle forze armate italiane appositamente designate a condurre operazioni speciali. I membri delle Forze speciali italiani sono definiti incursori.
Le forze speciali sono delle unità militari addestrate a condurre operazioni militari ad alto rischio I loro appartenenti vengono definiti incursori. Le forze speciali emergono all'inizio del XX secolo, con una crescita significativa sul campo durante la seconda guerra mondiale, quando le parti coinvolte crearono formazioni dedicate alle operazioni speciali dietro le linee nemiche.Negli Stati Uniti il termine forze speciali è generalmente impiegato per riferirsi alle United States Army Special Forces (berretti verdi), mentre il termine forze di operazioni speciali (special operations forces - SOF) è generalmente utilizzato negli altri paesi per definire questi tipi di unità. Nei paesi russofoni, le forze speciali di qualunque paese sono tipicamente chiamate in russo: спецназ?, traslitterato: spetsnaz (che letteralmente significa uso speciale).
Una forza armata, in ambito militare, indica la struttura organizzativa e il complesso di reparti in armi di un esercito di uno Stato. In alcuni stati vengono considerate parte di tali forze anche organizzazioni paramilitari. La disciplina che studia l'utilizzo delle forze armate è detta arte militare.
Una forza è una grandezza fisica vettoriale che si manifesta nell'interazione reciproca di due o più corpi, sia a livello macroscopico, sia a livello delle particelle elementari. Quantifica il fenomeno di induzione di una variazione dello stato di quiete o di moto dei corpi stessi; in presenza di più forze è la risultante della loro composizione vettoriale a determinare la variazione del moto. La forza è descritta classicamente dalla seconda legge di Newton come derivata temporale della quantità di moto di un corpo rispetto al tempo. In formule: F → = d p → d t = d ( m v → ) d t {\displaystyle {\vec {F}}={\frac {{\mbox{d}}{\vec {p}}}{{\mbox{d}}t}}={\frac {{\mbox{d}}(m{\vec {v}})}{{\mbox{d}}t}}} che, nel caso la massa del corpo sia costante, si riduce a: F → = m d v → d t = m a → {\displaystyle {\vec {F}}=m{\frac {{\mbox{d}}{\vec {v}}}{{\mbox{d}}t}}=m{\vec {a}}} La legge evidenzia immediatamente il carattere vettoriale della forza, in quanto la derivata di un vettore è ancora un vettore.