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La provincia di Livorno una provincia italiana della Toscana di 334 296 abitanti. la quinta provincia toscana per numero di abitanti, e la settima per superficie tra le dieci province toscane. Affacciata ad ovest sul mar Ligure e mar Tirreno (sul promontorio di Piombino posto il confine tra questi due mari), confina a nord e a est con la provincia di Pisa, a sud con la provincia di Grosseto. La sede dell'Amministrazione provinciale situata a Livorno, nel Palazzo Granducale, in piazza del Municipio.
Livorno (pronuncia: [liˈvorno], ) è un comune italiano di 156 299 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana. Terza città della regione per popolazione (dopo Firenze e Prato), ospita da sola quasi la metà degli abitanti della propria provincia; con i comuni limitrofi di Pisa e Collesalvetti costituisce inoltre un vertice di un "triangolo industriale", la cui popolazione complessiva ammonta a oltre 260 000 abitanti. È situata lungo la costa del Mar Ligure ed è uno dei più importanti porti italiani, sia come scalo commerciale sia come scalo turistico, centro industriale di rilevanza nazionale, da tempo in declino, tanto da essere riconosciuta nel 2015 come "area di crisi industriale complessa". Tra tutte le città toscane è solitamente ritenuta la più moderna, sebbene nel suo territorio siano presenti diverse testimonianze storiche, artistiche e architettoniche sopravvissute ai massicci bombardamenti della seconda guerra mondiale e alla successiva ricostruzione. La città, notevolmente sviluppatasi dalla seconda metà del XVI secolo per volontà dei Medici prima e dei Lorena in seguito, fu importante porto franco frequentato da numerosi mercanti stranieri, sede di consolati e compagnie di navigazione. Ciò contribuì ad affermare, sin dalla fine del Cinquecento, i caratteri di città multietnica e multiculturale per eccellenza, dei quali sopravvivono importanti vestigia, quali chiese e cimiteri nazionali, palazzi, ville e opere di pubblica utilità indissolubilmente legate ai nomi delle importanti comunità straniere che frequentarono il porto franco fino alla seconda metà dell'Ottocento. Questa vocazione internazionale portò a identificare la città come Leghorn nel Regno Unito e negli Stati Uniti d'America, Livourne in Francia, Liorna in Spagna, ecc., analogamente alle più importanti capitali di stato dell'epoca. Tra il XIX secolo e i primi anni del Novecento, parallelamente all'avvio del processo di industrializzazione, Livorno fu anche una meta turistica di rilevanza internazionale per la presenza di rinomati stabilimenti balneari e termali, che conferirono alla città l'appellativo di Montecatini al mare. Livorno è sede dell'Accademia navale della Marina Militare, del comando e di due reggimenti della Brigata paracadutisti "Folgore" dell'Esercito Italiano, del 1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania", del 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin" inquadrato nelle forze speciali dell'Esercito Italiano e del Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri; inoltre è sede di Direzione Marittima del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera.
Stagno è una frazione del comune italiano di Collesalvetti, nella provincia di Livorno, in Toscana. È la frazione più grande del comune e confina direttamente col capoluogo di provincia.
La Raffineria di Livorno (popolarmente nota come Stanic) è sita a cavallo tra la zona industriale del comune di Livorno e il paese di Stagno, frazione del comune Collesalvetti. L'impianto, di proprietà Eni, è installato su un'area di circa 150 ettari. Ha una capacità di raffinazione di 84 mila barili/giorno e produce prevalentemente benzine, gasolio, olio combustibile per bunkeraggi e basi lubrificanti. Oltre che gli impianti di distillazione, dispone di due linee di produzione di lubrificanti.All'interno dello stabilimento si trova anche una centrale elettrica costituita da due gruppi turbogas da 25 e 149 MW, oltre che da tre caldaie per la produzione di calore nell'ambito della raffineria e di elettricità per gli stessi impianti e la rete nazionale.
Il porto di Livorno, situato secondo alcune convenzioni sul Mar Ligure o, secondo altre, sul Tirreno, è il principale porto della Toscana ed uno dei più importanti porti italiani e dell'intero Mar Mediterraneo, sia per il traffico passeggeri che, soprattutto, per quello merci (che si attestano a quasi 37 milioni di tonnellate per l'anno 2018).
Mortaiolo è una piccola località del comune di Collesalvetti (LI) posta nelle vicinanze di Vicarello. Il paese, che conta circa 150 abitanti, è situato in un triangolo pianeggiante fra due corsi d'acqua: lo Scolmatore dell'Arno ed il torrente Tora. L'attività prevalente di coloro che risiedano nella zona è l'agricoltura, anche se viene praticata più per cultura e tradizione delle famiglie originarie che come attività principale; il paesaggio agrario rimane il simbolo più importante della località, a ricordare l'interazione fra l'uomo e la sua terra; vi è comunque una crescente propensione all'agriturismo e alla pratica di attività "all'aperto" (jogging, camminate, mountain bike, passeggiate a cavallo, etc...) nelle quasi deserte strade comunali e vicinali. Tipiche del paesaggio mortaiolese sono le corti, le case rurali e le contrade intorno a cui si dipanano le strade e i campi; si possono ammirare distese di campi coltivati e natura incontaminata, fattore che aumenta il pregio di questa località, sebbene nelle sue vicinanze passino l'Autostrada Genova-Rosignano e la superstrada Fi-Pi-Li. Un importante contributo alla valorizzazione della zona è stata data dalla produzione vinicola Frescobaldi che possiede una piantagione chiamata "I vigneti di Nugola", di oltre 100 ettari di vigneti coltivati a Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Petit verdot situata nella piccola località, con sede in un vecchio casolare, Podere San Leopoldo nei pressi del torrente Tora. Mortaiolo, inoltre, ha un importante acquedotto, che oltre a soddisfare il proprio fabbisogno, contribuisce la fornitura idrica civile di Guasticce, Stagno e della parte nord di Livorno. Secondo la tradizione popolare, il nome "Mortaiolo" deriverebbe da una pestilenza che, in epoca medievale, avrebbe decimato la popolazione.
Collesalvetti (già Colle Salvetti) è un comune italiano di 16 597 abitanti che si estende per 109 km² nella provincia di Livorno. Il toponimo è attestato per la prima volta nel 1272 come Collis Salvecti ("colle di Salvetto") in un contratto di vendita di terreni, rogato da tale "notaro Salvetto, figlio di Borgo, in Villa di Colle", proprietario del Colle. A differenza di quasi tutti gli altri comuni livornesi, non è situato sulla costa del mar Ligure, ma nell'entroterra a sud della piana pisana. Il territorio di Collesalvetti è prevalentemente pianeggiante e l'agricoltura è piuttosto sviluppata. Grossi insediamenti manifatturieri e industriali sono siti nell'area di Stagno e nella piana di Guasticce; notevole importanza assume la presenza dell'Interporto "A. Vespucci", dell'Autoparco "Il Faldo", il più grande deposito di auto d'Europa, e della raffineria Eni tra Stagno e Livorno (un tempo nota come Stanic). Oltre al capoluogo Collesalvetti, in origine sede di una fattoria medicea (tuttora esistente), le frazioni più importanti sono Stagno, situato a ridosso di Livorno, a carattere prevalentemente industriale e artigianale, e Vicarello, attiguo a Collesalvetti, di forti tradizioni contadine. Negli altri centri minori è prevalente il carattere agricolo, con una crescente propensione all'agriturismo, ad eccezione di Guasticce, che unisce la vocazione agrituristica al notevole sviluppo industriale dell'area ex-CMF e dell'Interporto Toscano "A. Vespucci".
Colognole è una frazione del comune italiano di Collesalvetti, nella provincia di Livorno, in Toscana. La frazione è ubicata nei pressi del Monte Maggiore, seconda cima delle Colline Livornesi.
L'acquedotto di Colognole, detto anche Acquedotto Lorenese, è stato il principale rifornimento idrico della città di Livorno dal 1816 al 1912. Fu avviato durante il granducato di Ferdinando III di Lorena, e la sua costruzione proseguì sotto la direzione di vari architetti, tra problematiche e ripensamenti, fino all'unificazione d'Italia. Sebbene l'opera sia stata inaugurata sotto il medesimo Ferdinando, un contributo significativo si ebbe durante il successivo granducato di Leopoldo II, a cui l'opera viene talvolta impropriamente associata col nome di Acquedotto Leopoldino; risalgono infatti all'epoca di Leopoldo una serie di interventi per il potenziamento dell'infrastruttura, tra cui i grandi serbatoi per l'accumulo, la depurazione e la distribuzione delle acque ideati da Pasquale Poccianti, che rappresentano alcuni tra i più importanti episodi dell'architettura neoclassica in Toscana. Pur essendo ancora parzialmente in funzione, diverse tratte dell'acquedotto versano oggi in condizioni di grave degrado a causa della scarsa manutenzione dei manufatti.