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La Val d'Orcia è un'ampia campagna situata in Toscana, nella provincia di Siena, a nord ed est del monte Amiata e vicina al confine con l'Umbria. Attraversata dal fiume Orcia al centro, che le dà il nome, è caratterizzata da gradevoli panorami paesaggistici e da svariati centri di origine medievale, due dei quali molto noti come Pienza e Montalcino. Albero caratteristico il cipresso, cibi e vini tipici i Pici, i salumi di Cinta senese, il Pecorino di Pienza, il Brunello di Montalcino e la nuova denominazione del vino DOC Orcia.
La riserva naturale statale Montefalcone è un'area naturale protetta situata nel comune di Castelfranco di Sotto, sulle colline delle Cerbaie, in provincia di Pisa.
Il sistema delle aree naturali protette della Toscana copre quasi il 10% del territorio regionale, per una superficie totale di 227.000 ettari. Ne fanno parte 3 parchi nazionali, 3 parchi regionali, 2 parchi provinciali, 36 riserve naturali statali, 37 riserve naturali regionali e 52 aree naturali protette di interesse locale .
Le zone di protezione speciale della Toscana, individuate in base alla Direttiva Uccelli (Direttiva 2009/147/CE) e appartenenti alla rete Natura 2000, sono 62 e comprendono circa 131 600 ettari di superficie terrestre (pari al 5,72% del territorio regionale) e 61 173 ettari di superficie marina.
Una zona riparia, zona ripariale, fascia riparia o fascia ripariale è l'interfaccia tra la terra e un corso d'acqua che scorre in superficie. Le comunità vegetali lungo i bordi del fiume sono chiamate vegetazione riparia, caratterizzata da piante idrofile. Le zone ripariali rivestono un importante significato nella selvicoltura, nell'ecologia, nella gestione ambientale e nell'ingegneria civile a causa del loro ruolo nella conservazione del suolo, della loro biodiversità e dell'influenza che hanno sugli ecosistemi acquatici. Le zone ripariali esistono in molte forme, comprese la prateria, il terreno boscoso, la zona umida o perfino quella non vegetativa. In alcune regioni per caratterizzare una zona ripariale si usano i termini "prateria ripariale" (riparian woodland), "foresta ripariale" (riparian forest), "zona tampone ripariale" (riparian buffer zone) o "fascia ripariale" (riparian strip). La parola «riparia» deriva dal latino ripa, che significa «riva, sponda». Le zone ripariali possono essere naturali o progettate per la stabilizzazione o il ripristino dei suoli. Queste zone sono importanti biofiltri naturali, che proteggono gli ambienti acquatici dall'eccessiva sedimentazione, dal ruscellamento contaminato e dall'erosione. Esse forniscono riparo e cibo per molti animali acquatici, nonché ombra che è una parte importante della regolazione della temperatura dei corsi d'acqua. Quando le zone ripariali sono danneggiate dalla costruzione edilizia, dall'agricoltura o dalla silvicoltura, può avere luogo la riparazione biologica, di solito attraverso l'intervento umano nel controllo dell'erosione e nella rivegetazione. Se l'area adiacente a un corso d'acqua ha l'acqua stagnante o il suolo saturato per la durata di una stagione, viene normalmente denominata zona umida per via delle caratteristiche idriche del proprio suolo. A causa del loro importante ruolo nel sostegno alla diversità delle specie, le zone ripariali sono spesso oggetto di protezione a livello nazionale nell'ambito di un piano di azione per la biodiversità (Biodiversity Action Plan). Le ricerche mostrano che le zone ripariali sono strumentali al miglioramento della qualità dell'acqua sia per il ruscellamento che lo scorrimento delle acque in corsi attraverso il sottosuolo o il flusso delle falde acquifere. In particolare in questa zona tampone è importante l'attenuazione dei nitrati o denitrificazione dal fertilizzante. Le zone ripariali possono infatti svolgere un ruolo nell'abbassare la contaminazione da nitrati nel ruscellamento dai campi agricoli, ruscellamento che altrimenti danneggerebbe gli ecosistemi e la salute umana. L'uso delle zone ripariali nelle zone umide mostra un tasso particolarmente elevato di rimozione di nitrati che penetrano in un corso d'acqua, e trova pertanto posto nella gestione agricola.
Il lago di Sibolla è una piccola zona umida nel territorio del comune di Altopascio nella piana intorno a Lucca. A dispetto delle sue minuscole dimensioni (ha una superficie libera di appena 12000 m²), si tratta di una delle sfagnete più meridionali del mondo, e rappresenta un'area del massimo interesse per le specie vegetali, appartenenti di norma ad areali assai più settentrionali. Anticamente il lago era sicuramente più esteso; numerose bonifiche ne hanno progressivamente ridotto le dimensioni, anche se non ne hanno decretato la scomparsa; bisogna però anche ricordare che l'acqua del lago è originata da sorgenti sotterranee, non facili da bonificare. L'impianto di una linea aerea dell'alta tensione, come anche la sua prossimità ad aree industriali ed all'autostrada Firenze-Mare ne hanno messo a rischio la conservazione.
Il Lago di Montieri è un biotopo situato sulle pendici settentrionali del monte omonimo a poca distanza dal paese di Montieri, in un'area boscosa nel cuore delle colline Metallifere nella zona più settentrionale ed interna della Provincia di Grosseto. Questo piccolo bacino lacustre naturale rappresenta una delle poche zone umide dell'area metallifera ed ospita una delle ultime stazioni toscane ad oggi accertate della rara Hottonia palustris, specie acquatica in forte regresso, minacciata in tutta Italia e protetta dalla legge regionale 56/2000. In questo biotopo trovano rifugio altre specie igrofile di rilevante interesse conservazionistico come Veronica scutellata, Gnaphalium uliginosum, Lythrum portula, Corrigiola litoralis e Cyperus fuscus. Il sito è stato recentemente oggetto di interventi meccanizzati che ne hanno compromesso la naturalità. L'area non rientra in aree Natura 2000 o in aree protette ai sensi della L 394/91 e LRT 49/95, ma risulta limitrofa al SIR 102 “Poggi di Prata” di 1.062,7 ettari e al pSIC omonimo (cod. pSIC: IT51A0002).
Le aree naturali protette della Sardegna comprendono tre parchi nazionali e diversi parchi regionali, riserve naturali ed oasi minori. Il territorio rappresenta un'importante risorsa per la Sardegna. Con la legge quadro n. 31 del 7 giugno 1989 sono state definite le finalità e le modalità di istituzione e gestione delle aree naturali da tutelare, individuando 8 parchi regionali, 60 aree protette, 24 monumenti naturali e 16 aree di rilevante interesse naturalistico. A queste aree si aggiungono le oasi del WWF, organizzazione da tempo attivamente presente nell'Isola.