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Autore principale: Tutino Vercelloni, Isa
Le cosiddette lampade di Dendera sono dei bassorilievi con geroglifici scoperti dall'archeologo francese Auguste Mariette (Boulogne-sur-Mer, 11 febbraio 1821 – Bulaq, 18 gennaio 1881) nel 1857 a circa 70 km da Tebe, nel tempio di Hathor a Dendera, situato nell'omonima località dell'Egitto, sulla riva occidentale del Nilo. Sotto il tempio vennero rinvenute ampie cripte che, ripulite dalla sabbia, mostrarono stanze con pareti ricoperte da lastre di pietra scolpite. Le stanze apparterrebbero al primo nucleo del tempio, risalente al XV secolo a.C., mentre l'attuale costruzione che ad esse si è sovrapposta è di epoca tolemaica e romana. Le lastre scolpite si riferiscono ad una decorazione della fase tolemaica. Alcuni studiosi hanno interpretato le raffigurazioni come antiche lampade a incandescenza . Negli anni settanta gran parte delle lastre vennero trafugate e rimasero solo le pareti di una delle stanze. Qui si trovano raffigurati alcuni sacerdoti del tempio nell'atto di officiare riti intorno ad un oggetto, probabilmente un fiore di loto.
Le sabbie mobili sono costituite da una massa di sabbia fine, più o meno satura di acqua, caratterizzata da una debole capacità di sostenere pesi: dal punto di vista fisico, si tratta di un gel idrocolloidale. Può essere costituita da un miscuglio di argilla e acqua dolce o salata e trattiene bene l'umidità grazie ai minuscoli pori presenti nei granelli.
Record aggiornato il: 2025-11-09T02:24:03.194Z