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Titolo uniforme: Isid'in elinde 40 gün
Autore principale: Aygun, Bunyamin
Pubblicazione: Massa : Edizioni Clandestine, 2016
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Stato Islamico (abbreviato SI o IS, in arabo: الدولة الإسلامية, al-Dawla al-Islāmiyya) è il nome che si è dato ad un'organizzazione jihadista salafita attiva in Siria e Iraq, dove fino al 2017 controllava militarmente un ampio territorio. Il suo capo Abu Bakr al-Baghdadi ha proclamato la nascita di un califfato nei territori caduti sotto il suo controllo in un'area compresa tra la Siria nord-orientale e l'Iraq occidentale il 29 giugno 2014. Nonostante questo gruppo dichiari di fondarsi sulla religione Islamica sunnita, molti leader del mondo islamico hanno sostenuto l'illegittimità della proclamazione e il contrasto dell'ideologia del gruppo con la dottrina religiosa.Prima di tale proclamazione il gruppo si faceva chiamare "al-Dawla al-Islāmiyya fī l-ʿIrāq wa l-Shām" (in arabo: الدولة الإسلامية في العراق والشام, al-Dawla al-Islāmiyya fī l-ʿIrāq wa l-Shām, sigla in arabo داعش, ovvero Dāʿish o Daesh), tradotto in italiano come Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (Islamic State of Iraq and Syria, ISIS) o Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Islamic State of Iraq and the Levant, ISIL). La parola araba Shām indica infatti quella regione geografica che comprende il sud della Turchia, la Siria, il Libano, Israele, la Giordania e la Palestina e che viene indicata come Grande Siria o Levante.Le origini del gruppo risalgono ad “al-Qa'ida in Iraq" (2004–2006), poi rinominata "Stato Islamico dell'Iraq" (2006–2013), fondata da Abu Muṣʿab al-Zarqāwī nel 2004 per combattere l'occupazione statunitense dell'Iraq e il governo iracheno sciita sostenuto dagli Stati Uniti d'America dopo il rovesciamento di Saddam Hussein. Nel 2013 lo Stato Islamico dell'Iraq ha proclamato unilateralmente la propria unificazione con la branca siriana di al-Qaeda, che aveva conquistato una parte del territorio siriano nell'ambito della guerra civile contro il governo di Baššār al-Asad, ma esponenti di quest'ultima smentirono la notizia. In seguito a questo contrastato annuncio il gruppo, scelta come propria capitale la città siriana di Raqqa, ha cambiato nome in Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (ISIS).Nel 2014 l'ISIS ha ampliato il proprio controllo in territorio iracheno (con la presa in giugno di Mosul), adottando il nome attuale e proclamando la nascita del "califfato" il 29 giugno 2014. Le rapide conquiste territoriali dell'ISIS hanno spinto l'Iran e i suoi alleati regionali, che già combattevano il gruppo in Siria, a moltiplicare i loro sforzi in Iraq a partire da giugno 2014 attraverso l'invio di armi, consiglieri militari e truppe di terra.Anche gli Stati Uniti e altri Stati occidentali e arabi intervengono militarmente contro l'ISIS, con invii di truppe e bombardamenti aerei in Iraq da agosto 2014 e in Siria da settembre 2014. Dapprima alleato di al-Qā`ida, rappresentata in Siria dal Fronte al-Nusra, l'ISIS di se ne è definitivamente distaccato nel febbraio 2014, diventandone il principale concorrente per il primato nel jihad globale. Così, a partire dall'ottobre 2014, altri gruppi jihadisti esterni all'Iraq e alla Siria hanno dichiarato la loro affiliazione all'ISIS, assumendo il nome di "province" (wilāyāt) dello Stato Islamico: tra queste, si sono particolarmente distinte per le loro attività la provincia del Sinai, attiva nella regione egiziana del Sinai, e le province libiche di Barqa e di Tripoli, attive nel contesto della seconda guerra civile libica.L'ONU e alcuni singoli Stati hanno esplicitamente fatto riferimento allo Stato Islamico come a un'organizzazione terroristica, così come i mezzi d'informazione in tutto il mondo. Numerosi media e personalità politiche hanno espresso dubbi sul modo più opportuno di fare riferimento all'organizzazione, temendo che utilizzare il nome "Stato Islamico" potesse in qualche modo contribuire alla sua legittimazione. Si sostiene inoltre che il nome "Stato Islamico" non sia adeguato perché il gruppo "non è né islamico, né uno Stato". Per questa ragione si usa talora il nome Daesh (acronimo arabo equivalente a ISIS, ma percepito come dispregiativo) o l'espressione "l'autoproclamato Stato Islamico".Essendoci differenti scuole di pensiero su quali siano le caratteristiche che definiscono uno Stato, la questione se lo Stato Islamico possa o meno essere considerato uno Stato non riceve una risposta unanime dagli studiosi della materia.
Questa lista è suscettibile di variazioni e potrebbe non essere completa o aggiornata. Di seguito un elenco dei principali attacchi terroristici compiuti dall'ISIS nel mondo.
La seconda guerra civile in Libia è un conflitto armato scoppiato in Libia nel 2014 tra due coalizioni e due governi rivali: da una parte il governo internazionalmente riconosciuto, basato nella città orientale di Tobruch e sostenuto dalla Camera dei rappresentanti e dall'operazione Dignità del generale Haftar; dall'altra parte il governo basato nella capitale Tripoli e sostenuto dal Nuovo Congresso Nazionale Generale e dalla coalizione di Alba Libica. Entrambe le coalizioni riunivano diversi gruppi armati debolmente alleati tra loro. Dopo ottobre 2014 una terza forza, i militanti affiliati allo Stato Islamico (ISIS), ha fatto ingresso nella guerra, prendendo il controllo prima della città di Derna e poi di Sirte. A partire da marzo 2016, un accordo di pace negoziato sotto l'egida dell'ONU ha portato all'insediamento a Tripoli di un nuovo Governo di Accordo Nazionale internazionalmente riconosciuto, che ha la lealtà delle autorità e delle milizie dell'ovest del paese ma non ha ancora ottenuto l'appoggio della Camera dei rappresentanti di Tobruch e del generale Haftar. Sin dalle prime fasi della guerra, l'Egitto e gli Emirati Arabi Uniti hanno sostenuto il generale Haftar, intervenendo anche con attacchi aerei contro Alba Libica e contro l'ISIS. Il Qatar e la Turchia hanno aiutato Alba Libica. Dal 2016, un crescente coinvolgimento delle potenze occidentali ha visto lo schieramento di forze speciali e bombardamenti statunitensi contro l'ISIS a Sirte. Con l'avvento del 2020 la Turchia ha inviato un vasto contingente di uomini e mezzi a supporto del Governo di accordo nazionale
L'intervento militare contro lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, condotto dalla coalizione contro lo Stato Islamico o coalizione contro l'ISIS, è un intervento militare internazionale nella guerra civile irachena e nella guerra civile siriana contro lo Stato Islamico in Iraq e Siria. L'intervento mira a interdire l'espansione dei gihadisti salafiti del cosiddetto Stato Islamico, che hanno preso il controllo nel corso del 2014 di città quali Raqqa in Siria, Falluja, Mosul e Tikrit in Iraq. Gli Stati Uniti hanno cominciato attacchi aerei in Iraq dall'8 agosto del 2014 e in Siria dal 23 settembre, e hanno formato una coalizione di numerosi Paesi occidentali e arabi. L'intervento militare a guida statunitense consiste in attacchi aerei contro obiettivi dello Stato Islamico, condotti per lo più dagli Stati Uniti, e in assistenza militare (armi e addestratori) al governo iracheno, al Kurdistan iracheno, al Kurdistan siriano e ad alcuni gruppi armati dell'opposizione siriana. Gli Stati Uniti hanno anche attaccato il Fronte al-Nusra in Siria, in particolare la sua cellula chiamata gruppo Khorasan. Hanno condotto attacchi aerei in Iraq o Siria gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito, i Paesi Bassi, il Belgio, la Danimarca, l'Australia, il Canada, e paesi arabi quali la Giordania, il Marocco, l'Arabia Saudita, il Qatar, il Bahrein e gli Emirati Arabi Uniti. Germania, Italia, Spagna e altri stati si sono limitati a un sostegno militare e logistico. Nel corso del primo anno di intervento militare, tra agosto 2014 e agosto 2015, gli Stati Uniti hanno realizzato il 68% dei 3 683 attacchi aerei della coalizione in Iraq e il 95% dei 2 306 attacchi aerei in Siria.Indipendentemente dalla coalizione arabo-occidentale, sono intervenuti militarmente contro l'ISIS e in sostegno dei governi iracheno e siriano l'Iran, che ha schierato truppe in combattimento in Iraq e in Siria, e la Russia, con attacchi aerei in Siria incominciati il 30 settembre 2015. A differenza di Iran e Russia, la coalizione arabo-occidentale non appoggia il governo siriano e sostiene invece l'opposizione siriana moderata.
La battaglia di Mosul (2016-2017) (arabo: معركة الموصل, Ma'rakat al-Mawṣil; curdo: شەڕی مووسڵ, Şeriy Mûsil) è stata un'importante campagna militare lanciata dalle forze del governo iracheno e milizie alleate, il Governo Regionale del Kurdistan, e forze internazionali per riconquistare la città di Mosul sottraendola allo Stato Islamico del Levante (ISIS-ISIL), che aveva preso la città nel giugno 2014. Nel corso dell'intervento militare contro l'ISIS, forze irachene e peshmerga avevano già infruttuosamente tentato di riprendere la città nel 2015 e nel 2016, sia pure con limitati recuperi di territorio. L'offensiva, soprannominata Operazione "Arriviamo, Ninive" (arabo: قادمون يا نينوى ; Qadimun Ya Naynawa), iniziò il 16 ottobre 2016, con l'assedio alle zone controllate dall'ISIS nel Governatorato di Ninive attorno a Mosul, e continuò con le truppe irachene e i combattenti peshmerga che impegnavano l'ISIS su tre fronti fuori Mosul, spostandosi di villaggio in villaggio nelle vicinanze, con il più grande dispiegamento di forze irachene dopo l'invasione dell'Iraq del 2003.All'alba del 1 novembre 2016 le forze speciali irachene entrarono in città da est. Incontrando un'aspra resistenza, l'avanzata governativa in città fu rallentata da elaborate difese e dalla presenza di civili, ma il premier iracheno dichiarò avvenuta la "totale liberazione della parte est di Mosul" il 24 gennaio 2017.Il 9 luglio 2017 il Primo ministro iracheno arrivò a Mosul per annunciare la vittoria sull'ISIS, e la dichiarazione formalmente fu rilasciata il 10 luglio. Ciononostante, ci furono ancora duri scontri in una sacca di resistenza dell'ISIS nella città vecchia, per almeno altre due settimane. È stato stimato che rimuovere gli ordigni inesplosi da Mosul e ricostruire la città nei successivi 5 anni costerà 50 miliardi di dollari (in valuta del 2017), e il ripristino della sola città vecchia di Mosul richiederà circa 1 miliardo di dollari.La battaglia di Mosul fu concomitante con la battaglia di Sirte (2016) in Libia, e con la campagna di Raqqa (2016-2017) condotta dalle Forze Democratiche Siriane contro la capitale e roccaforte dell'ISIS in Siria.
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