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Fa parte di: Il cammino della filosofia [Risorsa elettronica]. Dal cristianesimo alla nuova scienza / Hans-Georg Gadamer ; un'opera ideata da Gerardo Marotta e Renato Parascandolo ; interviste-lezioni a cura di Renato Parascandolo ; consulenza scientifica Giancarlo Burghi ; regia di Vittorio Rizzo ; direzione scientifica Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Aurelio Agostino d'Ippona (in latino: Aurelius Augustinus Hipponensis; Tagaste, 13 novembre 354 – Ippona, 28 agosto 430) è stato un filosofo, vescovo e teologo romano di origine nordafricana e lingua latina. Conosciuto come sant'Agostino, è Padre, dottore e santo della Chiesa cattolica, detto anche Doctor Gratiae ("Dottore della Grazia"). Forse il maggiore rappresentante della Patristica, è stato definito da Monsignor Antonio Livi «il massimo pensatore cristiano del primo millennio e certamente anche uno dei più grandi geni dell'umanità in assoluto». Se le Confessioni sono la sua opera più celebre, si segnala per importanza, nella vastissima produzione agostiniana, La città di Dio.
Il pensiero di Agostino d'Ippona, che ha avuto una notevole influenza nella storia della filosofia, rappresenta quella concezione teologica cristiana nota come agostinismo.
Le Confessioni (in latino Confessionum libri XIII o Confessiones) è un'opera autobiografica in XIII libri di Agostino d'Ippona, padre della Chiesa, scritta nel 398. È unanimemente ritenuta tra i massimi capolavori della letteratura cristiana. In essa, sant'Agostino, rivolgendosi a Dio, narra la sua vita e in particolare la storia della sua conversione al Cristianesimo.
Santo (dal latino sanctus, participio passato di sancīre, sancire -un patto-, in quanto chi lo recede incorrerebbe a sanzione, proteggere con sanzione, ma anche stabilire per legge e quindi, nell'accezione originaria, ciò che è inviolabile, cioè sacro, in quanto protetto da una sanzione [più che in sé]; a sua volta da Sanco, il dio dei giuramenti; abbreviato, secondo l'uso più comune al singolare in s. oppure S., al superlativo in SS. - riferito a Gesù o a Maria -, e al plurale in ss. oppure Ss.) è attributo di un essere, oggetto o manifestazione che si ritiene essere correlato alla divinità. Nel significato moderno, il termine è utilizzato principalmente riferendosi a ciò che si ritiene inviolabile, in quanto consacrato da una legge spesso religiosa, oppure venerato, o considerato degno di rispetto. L'ortografia varia secondo le seguenti regole: al maschile singolare si tronca in san davanti a consonante diversa da s impura, davanti a un gruppo consonantico e davanti alle semiconsonanti: san Benedetto, san Prisco, san Jacopo, santo Stefano; al maschile e femminile singolare si elide davanti a vocale: sant'Anna, sant'Antonio, sant'Orsola.
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